Le ultime parole famose “Io duro perchè faccio!”

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Io duro perchè faccio…io faccio perchè ce l’ho duro…

AL VOTO! AL VOTO! – MASTELLA FUORI DAL GOVERNO: “SE CI SARÀ DA VOTARE SULLA FIDUCIA VOTEREMO CONTRO. L’ESPERIENZA DI QUESTO CENTROSINISTRA È FINITA”…

“Mi hanno lasciato solo
e ora questo governo
è morto, morto, morto”

Il leader dell’Udeur: “Da qui in avanti voteremo contro. L’unica via possibile è il voto anticipato. Veltroni? Vada pure a elezioni da solo, voglio proprio vedere che fine fa. Siamo pronti ad allearci con chiunque capisca che il problema dell’Italia è la libertà”

Roma – E poi, quando nella stanzetta in cui si è chiuso dopo la conferenza stampa più drammatica della sua vita gli dicono «C’è Rutelli che ti vuole parlare… » Clemente Mastella sbotta: «Ah sì? Ora, mi cerca? Mandatelo affanculo!». Sono le sette di sera. L’ex Guardasigilli ha appena detto addio alla maggioranza, detto che ilgoverno «è finito», tutti i leader dell’Unione lo cercano per capire se è vero, se c’è margine per ricucire. Ed è questo che per un attimo fa perdere la carità cristiana al leader del Campanile: «Ma come?Cihanno mandato in Aula da soli, a me e a Vannino Chiti, nella tragedia, ora ci ripensano? Troppo comodo! se devono entrare al governo sono 108, se devono difendere un loro ministro si dileguano!».

Onorevole Mastella, vogliono capire se fa sul serio.
«Be’, spiegatelo voi – che lo sapete meglio di me – se faccio sul serio, allora».

Voi dalla maggioranza eravate già usciti…
«Sì, ma continuando a dare un appoggio esterno».

Qualcuno dirà che non cambia molto.
«Ma allora non è chiaro? Noi da oggi voteremo solo contro. Il governo per noi è morto, morto, mor-to».

C’è spazio per una nuova maggioranza?
«No».

Avete richieste che Prodi potrebbe esaudire?
«Noòòòò… Nessuna richiesta. L’ho scritto, nero su bianco: Non tratto, non negozio, non accetto mezze misure».

Questo vuol dire che non ci sarà un altro governo in questa legislatura?
«Siccome ho senso delle istituzioni non voglio violare le prerogative del capo dello Stato. Ma posso dire che per noi l’unica via possibile sono le elezioni anticipate».

Teme che si faccia una legge elettorale senza di lei?
«Nel centrosinistra nessuno oltre al Pd ne ha interesse. Nel centrodestra, se pure Berlusconi o Casini o Fini o chiunque avesse questa tentazione, capirebbero subito che è un suicidio politico».

In che senso?
«Volevano votare o no? Bene, si vota. E il Cavaliere viste le follie che dice Veltroni dovrebbe gridare: piccoli di tutto il mondo unitevi!».

Non le è piaciuta la dichiarazione di Veltroni su «vado al voto da solo»?
«Quella è una follia… Ci vada, ci vada! Se le faccia queste elezioni in stile De Coubertin, voglio proprio vederlo!».

Ma perché proprio ora?
«Perché? Solo chi è chiuso nell’autoreferenzialità della politica può non capire. Non ci sono trucchi, retroscena».

Allora?
«Voglio fare una battaglia politica per difendere la libertà delle persone normali, perché nessuno debba provare quello che è accaduto a me e alla mia famiglia».

Lei dice che per ogni cosa che scopre sull’inchiesta si arrabbia di più…
«È una cosa immonda! Intercettavano me e mia moglie, d’accordo.Ma persino mio figlio! Persino il mio caposcorta, un agente di pubblica sicurezza integerrimo! È una vergogna! Allora penso: io sono uno che si può difendere, ma le persone normali che fanno quando finiscono in questo tritacarne?».

Lei continua a dire che il nodo sono le intercettazioni.
«Non in quanto tali.Mal’abuso che se ne fa, quello sì! Mettono dentro cose che non c’entrano niente. Distruggono vite! Nell’inchiesta hanno infilato persino la telefonata di una giornalista, che diceva di uno che sta con un’altra… Perché? Cos’è questo voyeurismo? Vogliono un’Italia in cui non si può più parlare al telefono? È una cosa immonda! Immonda!».

Cos’è grida al complotto?
«Complotto non so.Mache alcuni magistrati pensino di poter cavalcare i grillismi a modo loro, di poter interpretare lo spirito popolare, sì. Che alcuni di loro pensino di riprodurre lo spirito del 1993 sì. Ma lei sa che a pagina 554 di Mani sporche, il libro di Travaglio, c’è scritto che ero sotto inchiesta a Santa Maria? Come è possibile?».

Non dirà che Travaglio è in contatto con i giudici?
«Voglio dire che noi eravamo sorvegliati da un anno, praticamente tutti, e molti sapevano, tranne me! Ed ero il ministro di Grazia e giustizia! Altro che privilegi… Allora ripeto: come fa un povero Cristo, un cittadino a difendersi da una cosa così?».

Adesso cosa farete?
«Siamo pronti ad allearci con chiunque capisca che il problema dell’Italia oggi è questo: la libertà. La libertà dei cittadini, l’equilibrio dei poteri, le garanzie per tutti. Voglio che il mio partito batta su questi tasti».

Quanto ha contato il bagno di folla all’Angelus?
«Mi ha commosso. La gente normale ha capito che il tentativo di farmi passare per un boss era grottesco! Mettere in galera mia moglie per “tentata concussione” mentre condannati e inquisiti sventolano la questione morale e non vengono nemmeno sfiorati è follia».

A chi si riferisce?
«C’è l’imbarazzo della scelta. Certo non possiamo governare con chi parla al telefono della camorra. Non c’è una sola prova di tangente, non un pagamento, non una lira che ci contestino. In una regione in cui ci sono undici Comuni sciolti per infiltrazione camorristica in nessuno di questi governa l’Udeur».

Bassolino e De Franciscis si devono dimettere?
«Sono l’unico, l’u-ni-co indagato del Mezzogiorno che, per integrità morale, si dimette! Che fanno gli altri?». Pure in Campania è crisi. «Perforza!Chedevofare, alleanza con il Pd?».

Sembra che sia la sua bestia nera il Pd…
«Guardi, la cosa che mi rattrista è che qualcuno abbia potuto pensare: con l’inchiesta ce lo siamo tolti dalle palle, tanto questo è finito».

E invece?
«E invece sono vivo. Senza cariche, libero. Farò la battaglia politica più importante». Luca Telese – martedì 22 gennaio 2008, 09:00

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L’INCUBO È FINITO di VITTORIO FELTRI

Abbiamo aspettato questo giorno quasi due anni e proprio quando avevamo perso ogni ottimismo è arrivato il patatrac. Stentiamo a credere ai nostri occhi. Leggo e rileggo il dispaccio di agenzia che dà il fausto annuncio: l’Udeur dopo essere uscito dalla maggioranza, causa la nota vicenda giudiziaria di cui è protagonista e forse vittima, ritira anche l’appoggio esterno al governo. Il gabinetto di Romano Prodi, il più ostinato premier della storia mondiale, è tecnicamente in crisi. Sono passate da poco le 18 e ancora si ignorano le reazioni del Palazzo. Se il presidente del Consiglio avrà un soprassalto di orgoglio, stavo per scrivere dignità, si recherà da Giorgio Napolitano e rassegnerà le dimissioni. Mi auguro ci risparmi appendici polemiche, tentativi velleitari di permanenza magari confidando in un miracolo o nel sostegno di qualche pezzo ubriaco dell’opposizione. Con tre senatori di meno a Palazzo Madama, l’esecutivo non ha più l’esiguo margine di vantaggio su cui ha contato, con l’au silio non sempre limpido dei pannoloni, per reggere fin qui.

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E’ giunta l’ora?

L’OSTINATO PRODI: ADESSO VOGLIO VEDERLI IN FACCIA

MASTELLA: IL GOVERNO E’ MORTO

ALLA CAMERA ALLE 11.30
PRODI CHIEDE LA FIDUCIA
COSI’ PRENDE TEMPO: SI VOTA DOMANI
QUALCHE SENATORE STA TRATTANDO?

IL PROGRAMMA ALLA CAMERA:
OGGI ore 11.30: intervento di PRODI
DOMANI ore 15: dichiarazioni di VOTO
DOMANI ore 17: VOTO di fiducia

BERTINOTTI: E’ CRISI, ORA GOVERNO ISTITUZIONALE
GIORDANO: MASTELLA E’ MEGAFONO DI BAGNASCO
RUSSO SPENA: AL VOTO LA COSA ROSSA DA SOLA
DI PIETRO: FARO’ CAUSA A MASTELLA

BERLUSCONI: MI ASPETTO TRUCCHI

Per finire, riporto questo brano perchè quello che vi si dice, risulta di una attualità sconcertante.
Spero di esser libero di farlo senza incorrere in anatemi

…….«Io sono orgoglioso di essere italiano, ma mi vergogno d’essere un cittadino dello Stato italiano… A tutti coloro che bestemmiano l’Italia per le sue leggi antiquate, per la sua magistratura, la sua burocrazia borbonica, la sua cattiva amministrazione, per gli scandali, per lo sperpero del pubblico denaro, per i soprusi, le prepotenze, gli abusi di autorità, per il concetto poliziesco con cui s’interpreta la giustizia, la libertà, la democrazia, per le condizioni di vera e propria servitù in cui il cittadino è tenuto dallo Stato, io vorrei rispondere che l’Italia non c’entra.

Tutti i mali della vita italiana nascono non già dal popolo ma dallo Stato.

Poichè non è vero che ogni popolo ha lo stato che si merita; è infatti lo Stato che fa il popolo e non il popolo che fa lo stato… A uno Stato che sperpera i denari del popolo corrisponde un popolo che cerca di eludere il fisco. A uno Stato che avvilisce e impaurisce i cittadini, corrispondono cattivi cittadini… (da Battibecchi, di Curzio Malaparte)

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