Gianfranco Funari, dove sei?


«Sono un pentito del centrodestra e un deluso dal centrosinistra »  (vedi sito ufficiale, clicca qui)
Gianfranco Funari (Roma, 21 marzo 1932 – Milano, 12 luglio 2008). Ha lavorato come rappresentante e croupier fino al 1967, quando è stato notato da Oreste Lionello che gli ha proposto di partecipare ai suoi spettacoli di cabaret; è stato un conduttore televisivo e opinionista italiano, autodefinitosi “il giornalaio più famoso d’Italia”. Si rese celebre con uno stile comunicativo particolare, intenso, caratterizzato da un linguaggio caustico, a volte volgare, che trattava temi politici e di attualità con grandissima padronanza del mezzo televisivo, riuscendo a creare spesso polemiche e rappresentando il bersaglio di critiche e di attacchi da più parti. Lo stesso Funari affermava che in televisione
 «per essere eccezionali bisogna mascherarsi da normali, abbassarsi al gradino più basso, corteggiare senza pudore le casalinghe.» 
Nel 2005 torna a far parlare di sé con il suo appello lanciato durante l’intervista-verità di Paolo Bonolis: «Ho cinque by pass, ragazzi, vi prego, non fumate. Non fumate!».
Le esequie si sono celebrate nella chiesa di San Marco di Milano. L’ingresso del feretro è stato accompagnato dalla canzone Blowin’ in the Wind di Bob Dylan, recitata dalla voce di Funari stesso. Come chiesto da Funari, all’interno della sua bara sono stati posti tre pacchetti di sigarette, alcune fiches, e un telecomando per la televisione.
La salma è stata tumulata nel Cimitero Monumentale di Milano. Sulla lapide è scritto: «Ho smesso di fumare».
…E ALLA FINE DELLA STRADA, POTRO’ DIRE CHE I MIEI GIORNI LI HO VISSUTI…. ADDIO GIANFRANCO.
Omaggio commosso e commovente di Gianfranco Funari a Pierangelo Bertoli, durante la trasmissione Apocalypse Show – Vietato Funari
{c’ho un po’ de panza ‘a zuava…}lol
Funari canta “A muso duro” di Bertoli

A muso duro – Urzino-Bertoli – 1979
E adesso che farò, non so che dire/e ho freddo come quando stavo solo/ho sempre scritto i versi con la penna/non ordini precisi di lavoro./Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani/e quelli che rubavano un salario/i falsi che si fanno una carriera/con certe prestazioni fuori orario/Canterò le mie canzoni per la strada/ed affronterò la vita a muso duro/un guerriero senza patria e senza spada/con un piede nel passato/e lo sguardo dritto e aperto nel futuro./Ho speso quattro secoli di vita/e ho fatto mille viaggi nei deserti/perché volevo dire ciò che penso/volevo andare avanti ad occhi aperti/adesso dovrei fare le canzoni/con i dosaggi esatti degli esperti/magari poi vestirmi come un fesso/per fare il deficiente nei concerti./Canterò le mie canzoni per la strada/ed affronterò la vita a muso duro/un guerriero senza patria e senza spada/con un piede nel passato/e lo sguardo dritto e aperto nel futuro./Non so se sono stato mai poeta/e non mi importa niente di saperlo/riempirò i bicchieri del mio vino/non so com’è però vi invito a berlo/e le masturbazioni cerebrali/le lascio a chi è maturo al punto giusto/le mie canzoni voglio raccontarle/a chi sa masturbarsi per il gusto./Canterò le mie canzoni per la strada/ed affronterò la vita a muso duro/un guerriero senza patria e senza spada/con un piede nel passato/e lo sguardo dritto e aperto nel futuro./E non so se avrò gli amici a farmi il coro/o se avrò soltanto volti sconosciuti/canterò le mie canzoni a tutti loro/e alla fine della strada/potrò dire che i miei giorni li ho vissuti.

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