Pincio, fine lavori


La scorsa domenica, dopo la decisione di interrompere la realizzazione del discusso parcheggio interrato, ha riaperto la Terrazza del Pincio -splendida area verde e uno dei luoghi più romantici e pittoreschi della Capitale- restituita così ai cittadini e ai turisti.


Il Pincio -primo giardino pubblico della Capitale, tutelato dalla Carta dei Giardini Storici- fu voluto da Napoleone Bonaparte e realizzato secondo il progetto dell’architetto neoclassico Giuseppe Valadier.

Il Pincio è un colle di Roma a nord del Quirinale (non fa parte dei sette colli essendo al di fuori dei confini originali della città), e guarda sul Campo Marzio. Diverse ville e giardini occupano il colle, compresa Villa Borghese.

Da piazzale Napoleone I, in cima al colle, c’è un ampio panorama su piazza del Popolo e su quello che è oggi il rione Prati.

Ammirare dall’alto un tramonto che cala sulla Cupola di San Pietro e altri grandi monumenti è uno spettacolo mozzafiato.
Roma -Verso lo stop al parcheggio del Pincio

Pincio – Nada de Nada


La Fontana dell’Idrocronometro del Pincio, l’orologio ad acqua, bellissimo esempio di “architettura meccanica” di fine Ottocento. Nessun macchinoso ingranaggio, semplicemente un rivolo d’ acqua che scende lungo imbuti e vaschette basculanti, un movimento a vista che scandisce il tempo a Villa Borghese. La sua singolarità ha sempre suscitato l’interesse e la curiosità di turisti e visitatori. Si tratta infatti di un unicum, poiché non ci sono altri idrocronometro collocati in giardini pubblici.

L’idrocronometro del Pincio fu inventato da padre Giovan Battista Embriaco nel 1867 e fu presentato all’Esposizione Universale di Parigi.

Ha la forma di una torretta lignea realizzata con l’utilizzo di ghisa fusa a imitazione di tronchi d’albero. I quattro quadranti dell’ora sono visibili da ogni direzione.
Idrocronometro

Nel 1873 l’orologio ad acqua fu collocato a Villa Borghese a Roma, all’interno di una fontana appositamente realizzata dall’architetto di origine svizzera Gioacchino Ersoch.
Il restauro dell’orologio in grave stato di degrado è stato effettuato dalla Scuola ELIS di Roma, senza oneri per il Comune, negli anni 2006-07.
Orologio del pincio

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