Surriscaldamento del pianeta: sono i vulcani a sciogliere l’Artico, non l’uomo


Riscaldamento globale è un’espressione usata per indicare, relativamente alla storia climatica della Terra, le fasi di aumento della temperatura media dell’atmosfera terrestre e degli oceani dovute a cause naturali (cicli solari, moti della Terra, variazioni dei gas atmosferici…).
Negli ultimi anni, sempre più numerose si susseguono le notizie dello scioglimento dei ghiacci della calotta polare artica e della possibilità di raggiungere il Pacifico direttamente dalla Siberia.
Una recente spedizione scientifica, diretta dal dott. Robert A. Reves-Sohn della Woods Hole Oceanographic Institution e finanziata dalla NASA, ha fatto delle scoperte che potrebbero gettare un po’ di sconcerto fra chi sostiene che il surriscaldamento terrestre sia attribuibile alle odierne emissioni di CO2 dovute all’attività umana.

In realtà, tale certezza era stata già incrinata da un manifesto apparso sul New York Times il 19 novembre 2008 e firmato da 114 scienziati, fra cui anche alcuni premi nobel. Fra gli italiani troviamo Antonio Zichichi, presidente della World Federation of Scientists e della Società Europea di Fisica, e Umberto Crescenti, ex Presidente della Società Italiana di Geologia, cliccare qui.
Telecamere robot, inviate a 4.000 metri sotto gli eterni ghiacci dell’Artico, hanno rilevato per la prima volta, una enorme attività vulcanica. I risultati, riportati dall’autorevole rivista Nature, evidenziano la presenza di decine di vulcani che vomitano magma che  mescolandosi con l’acqua gelida forma grandi nuvole sottomarine di particolato vulcanico che poi si depositano in uno spesso tappeto esteso per chilometri. Il colossale fornello geotermico si accende e si spegne sotto i ghiacciai dell’Artico in maniera del tutto naturale e questo giustifica pienamente la variabilità areale dei ghiacciai artici che da tempo i mass media imputano solo all’azione forsennata di produzione dell’anidride carbonica (CO2) da parte dell’uomo.
Se questa tesi fosse confermata, la nostra convinzione di influenzare in maniera così rilevante le sorti del pianeta non sarebbe altro che un peccato di presunzione.
Surriscaldamento del pianeta 1

Questa scoperta crea una breccia nelle nostre attuali certezze. Ma non per questo va demonizzata. Scopo della scienza non è quello di confermare delle idee preconcette, ma di farci capire la realtà in cui viviamo e la giusta correlazione tra i fenomeni.
La nostra Terra “Home” – Yann Arthus Bertrand

Il guaio è che tramite l’ideazione del surriscaldamento climatico dovuto ai gas serra antropici (Agw = Antropic Global Warming), per mezzo di leggi dirigiste – come il protocollo di Kyoto – si impongono tagli alle emissioni dei gas serra legati alle attività umane, con l’unico risultato di azzoppare l’economia e la qualità e durata della vita delle persone, senza peraltro salvaguardare l’ambiente.

A proposito di questi tagli di emissioni per legge, chissà poi chi lo notificherà agli oltre 1.500 vulcani attivi sulla terra, quando basta una sola eruzione “robusta” per eguagliare i gas serra antropici di un intero anno? Che dire poi dell’Etna, che da solo emette annualmente tanta CO2 quanto quella prodotta dalle centrali termoelettriche italiane?
Per completare il quadro va inoltre rilevato che anche la conferenza di Copenhagen sul clima (7-18 dicembre 2009), voluta dall’Onu con l’Ipcc (Intergovernmental Panel Climate Change) in prima fila, come tutte le altre precedenti relative a questo tema si è svolta nel solco di queste convinzioni e quindi si proponeva di abbattere ancor più drasticamente i gas serra antropici, dal 50% all’80%, al fine di contenere il fantomatico Agw.

Ma tale riscaldamento (l’Agw) non può essere attribuito all’uomo, ma solo alla natura, non fosse altro che per questi motivi:
-l’uomo, con le sue attività, annualmente libera appena lo 0,1% di gas serra rispetto a quelli totali presenti nell’atmosfera, ed il 98% dell’effetto serra terrestre è affidato al vapor d’acqua, solo il 2% al resto;
-nelle ere geologiche passate le variazioni di temperatura hanno preceduto, non seguito, di molti secoli le variazioni di CO2 in atmosfera;
-c’è perfetta correlazione fra attività solare e variazioni di temperatura e nessuna correlazione legata alla CO2 antropica negli ultimi 400 anni.
Riguardo poi al credito che oggi molti danno al fatto che il combinato disposto dell’aumento della popolazione e del riscaldamento terrestre, dovuto ai gas serra antropici, porterà il mondo alla rovina, esso ricorda molto la vicenda di Galileo, quando, da solo contro tutti, affermava che era la Terra a girare intorno al sole e non viceversa. Ora abbiamo i “negazionisti” nella parte di Galileo e gli altri nel ruolo dei geocentrici.
Molte importanti associazioni ambientaliste, o meglio “ecocatastrofiste”, partono dal concetto secondo cui le risorse sulla Terra sono un bene finito e che l’umanità, continuando a crescere, si autodistruggerà.  Questa visione apocalittica trae origine dal fatto che i suddetti ecocatastrofisti, adoratori di Gaia, non considerano minimamente che da sempre è l’uomo, con il suo lavoro ed il suo ingegno, che crea e moltiplica le risorse. Valgano per tutti gli esempi del petrolio, che era considerato solo un liquido puzzolente ed inquinante e di cui ora non potremmo fare a meno, e del silicio, contenuto nella comune sabbia, con cui si fanno anche i chip dei computer. Se poi si considera che:
-gli uomini sulla terra erano circa 900 milioni nel 1850, 2 miliardi nel 1940 ed ora siamo sui sette miliardi e viviamo più a lungo e stiamo decisamente molto meglio di quando eravamo meno, tant’è che l’aspettativa di vita, solo nell’ultimo secolo, è circa raddoppiata ed il nostro pianeta, per molti versi, non sta sicuramente peggio di qualche secolo fa;
-la povertà, negli ultimi 50 anni, si è ridotta come mai aveva fatto nei cinque secoli precedenti;
-il cibo non è più scarso ma più abbondante, ad iniziare dai paesi in via di sviluppo, ed il suo costo è diminuito del 90% dal 1800;
-la situazione forestale, nella seconda metà del secolo scorso, è rimasta pressoché stazionaria e l’Europa continentale ha più verde rispetto al rinascimento.
21.12.2012 alcuni DESIDERANO la fine del nostro bellissimo pianeta!

L’età della pietra non è finita per mancanza di pietre e certamente l’età del petrolio finirà assai prima che il mondo sia a corto di petrolio e questo perché l’uomo, specie se non bloccato da lacci e laccioli ambientali, troverà altri sistemi con cui produrre in gran quantità energia a basso costo e poco inquinante.

Nessun commento

Lascia un commento