Presepi dalle regioni d’Italia esposti al Quirinale

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I visitatori del Quirinale apprezzano i presepi della mostra voluta dal Capo dello Stato Sergio Mattarella aperta durante le festività natalizie ospitata nella Sala di Augusto. La mostra comprende 21 presepi provenienti da tutte le Regioni italiane e dalle Province autonome di Trento e Bolzano per celebrare l’arte e la tradizione italiana. In sughero per la Sardegna, con le figure in corallo per la Sicilia, di matrice bizantina in Friuli, intagliato nel legno quello trentino… così intorno alla mangiatoia ogni presepe posa un tassello per una rappresentazione natalizia dell’Italia, dei suoi linguaggi dialettali e dei suoi costumi (cliccare qui).

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L’aver raccolto in questa sede i presepi di tutte le regioni d’Italia simboleggia anche l’unità della nostra nazione, che trae alimento e forza dal complesso delle realtà territoriali che la caratterizzano.

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Il presepe (o presepio) è una rappresentazione della nascita di Gesù, che ha avuto origine da tradizioni medievali (vedi San Francesco d’Assisi durante la notte di Natale del 1223 rievocò la nascita di Gesù); inizialmente italiana, l’usanza di allestire il presepio è diffusa oggi in tutti i paesi cattolici del mondo.

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Questa usanza, infatti, attraverso i secoli è stata interpretata e plasmata nelle diverse realtà nazionali e regionali con impasti di colori, di immagini, di materiali, di richiami all’ambiente e alla storia delle comunità, così da divenire un’espressione di arte viva e popolare.

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Il presepe esprime un intenso sentimento religioso e trasmette un messaggio di pace e di fraternità universale. Il Natale dei cristiani non è soltanto una ricorrenza, ma un evento che si rinnova e che richiama l’umanità al senso del proprio rapporto con il mondo e la storia.

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Il termine deriva dal latino praesaepe, cioè greppia, mangiatoia, ma anche recinto chiuso dove venivano custoditi ovini e caprini; il termine è composto da prae (innanzi) e saepes (recinto), ovvero luogo che ha davanti un recinto. Un’altra ipotesi fa nascere il termine da praesepire cioè recingere. Nel latino tardo delle prime vulgate evangeliche viene chiamato cripia, che divenne poi greppia in italiano, krippe in tedesco, crib in inglese, krubba in svedese e crèche in francese. Il termine presepe è utilizzato, oltre che in Italia, anche in Ungheria, perché vi giunse via Napoli nel XIV secolo quando un discendente Angiò divenne re di quelle regioni, Portogallo e Catalogna.

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Le prime fonti per la raffigurazione del presepe sono i 180 versetti dei Vangeli di Matteo e di Luca, cosiddetti “dell’infanzia”, che riportano la nascita di Gesù avvenuta al tempo di re Erode, a Betlemme di Giudea, piccola borgata ma sin da allora nobile, perché aveva dato i natali a re Davide. Molti elementi del presepe, però, derivano dai Vangeli apocrifi e da altre tradizioni, come il protovangelo di Giacomo.

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Il presepe tradizionale è una complessa composizione plastica della Natività di Gesù Cristo, allestita durante il periodo natalizio; vi sono presenti statue formate di materiali vari e posizionate in un ambiente ricostruito in modo realistico.

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Vi compaiono tutti i personaggi e i luoghi della tradizione: la grotta o la capanna, la mangiatoia ove è posto Gesù bambino, i due sposi Giuseppe e Maria, i Re Magi, i pastori, le pecore e gli agnelli, il bue e l’asinello, gli angeli del Gloria in excelsis Deo. La statuina di Gesù Bambino viene collocata nella mangiatoia alla mezzanotte del 24 dicembre, mentre le figure dei Re Magi vengono poste ad adorare Gesù nel giorno dell’Epifania. Lo sfondo può raffigurare il cielo stellato oppure può essere uno scenario paesaggistico. A volte le varie tradizioni locali prevedono ulteriori personaggi.

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Nell’umile e forte inno alla vita che promana dal presepe, nella bellezza e nella varietà delle creazioni che ci vengono presentate in questa esposizione, con numerosi e poetici richiami alla concreta quotidianità, ci sono segnali che possono raggiungere ciascuno di noi.
I Presepi d’Italia al Quirinale: cliccare qui

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