il toro e il coniglietto

Un enorme toro nero, una montagna di carne e muscoli possenti, pascola
placido in un verde e deserto prato di montagna.

Ad un certo punto coglie uno strano movimento, laggiù in fondo al pascolo:
un piccolo puntino bianco che si muove a balzelli nella sua direzione.

Il toro, vagamente incuriosito, segue il puntino con lo sguardo, senza
peraltro riuscire a distinguerne la natura: sembra come una palletta di pelo
bianco, che, saltello dopo saltello, punta dritto verso di lui.

Piano piano la palletta si avvicina, finchè, ormai giunta a pochi passi, il
toro non s’accorge che si tratta di un graziosissimo coniglietto bianco.

L’animaletto compie gli ultimi balzelli e si ferma di fronte al toro. “Ans,
ans… Cristo che corsa… ans… ehi cazzone! fatti da parte che ho fretta!
ans… ans…” grida il coniglietto con la sua vocina chioccia.

Il toro lo osserva ruminando, impassibile. 

“Ehi, grosso idiota! Non mi hai sentito?? Ti ho detto di lasciarmi passare,
se non vuoi che ti prenda a calci nel culo fin giù a valle!”.

Il toro continua a ruminare, senza fare una piega.

“Ma che hai, le orecchie piene di merda? Se non ti sposti entro dieci
secondi, quant’evvero che mi chiamo Poldino, giuro che ti rompo il culo e
non smetterò nemmeno quando mi chiederai pietà in ginocchio, capito
frocione? Allora… pronto? E unooo… dueeeee… treeee… “.

Emettendo uno sbuffo di noia, il toro si gira su se stesso, alza la coda,
seppellisce il coniglietto sotto una montagna di merda e se ne va, placido e
tranquillo.

Passano i minuti, le prime mosche cominciano a banchettare sulla piramide di
escrementi, quando una zampetta emerge dalla cima, poi la seconda, infine
spunta la testa del coniglietto, tutta imbrattata di merda.

L’animaletto si pulisce gli occhietti, si guarda intorno e, scorto il toro
all’orizzonte, grida: “A-HA! TI SEI CAGATO SOTTO, EH??”.

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