L’ombrello è sempre pronto


L’ombrello è un oggetto che serve a riparare l’uomo da eventi naturali indesiderati quali la pioggia, la neve, la grandine o il sole troppo caldo (infatti la parola ombrello deriva proprio dal latino “umbra” che significa ombra, a dimostrazione che anticamente servisse principalmente per ripararsi dal sole). Sculture e dipinti di migliaia di anni fa provenienti da Assiria, Persia, India ed Egitto mostrano servitori intenti a riparare dal sole i loro governanti con un ombrello.
A Gignese (vicino a Verbania) esiste un Museo dell’Ombrello e del Parasole, per approfondire cliccare qui.    


Il mitico ombrello e il povero Cipputi

Fino al Settecento l’ombrello (che era costruito con la pelle o, successivamente, con tela cerata) è rimasto un oggetto in uso solo fra i nobili e le classi abbienti. Per la pioggia si usavano mantelli e cappucci.
Anche nella Chiesa Cattolica gli ombrelli trovano un utilizzo: il Papa usa un ombrello coperto da strisce di seta rosse e gialle mentre vescovi e cardinali usano ombrelli di colore viola o verde. Durante le processioni, un grande ombrello con frange dorate, detto baldacchino, è solito ricoprire il sacerdote che porta l’ostia consacrata.

Solo nell’Ottocento, specie in Italia e in Francia, incominciò a diffondersi l’uso dell’ombrello come parapioggia.

A tutt’oggi, in molti paesi del Nord Europa l’ombrello viene considerato come un accessorio un po’ stravagante e la gente preferisce bagnarsi, piuttosto che portarne uno.
Museo dell’ombrello

“I’m Singing in the rain”, Gene Kelly

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