Viaggio tra cielo e spiritualità in India, Nepal e Tibet

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Come molti viaggiatori ho visto più di quanto ricordi e ricordo più di quanto ho visto. Per quale motivo una vacanza proprio lì, in quei remoti postacci? Come mai quel tipo di viaggio? Sono alcune delle domande che spesso mi si rivolgono, da un paio d’anni circa, quando si decide una meta o si propone un certo tipo di viaggio. A quelle domande non ho risposte. Forse sono proprio quelle domande che spingono a farlo, che stuzzicano la curiosità e la voglia di mettersi alla prova. Proiettarsi in una dimensione ben diversa da quella che la quotidianità ci presenta, giorno per giorno. Ben lontana da quella dimensione del tempo passato ad aspettare la metro, o trascorso sui nostri tablet e smartphone con la testa chinata mentre il resto delle cose ci passa davanti. Sant’Agostino scriveva: “il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina” ed io voglio leggerlo, sfogliare le pagine e annotare appunti sulle pagine della mia vita e della mia esperienza, del mio modo di guardare il mondo e le cose. Il miglior modo per cominciare ad osservare con occhi sempre diversi luoghi e persone, per andare oltre i pregiudizi (cliccami qui).

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