Mordi e fuggi in Toscana: Cortona – Una città con infinite cose da vedere

Per scendere di nuovo al paese percorriamo questa volta via Santa Margherita, all’ombra degli alberi.

In questa via sono presenti le stazioni della Via crucis.

Lungo via Santa Margherita è sita pure la chiesa di San Marco la cui particolarità è quella di avere sulla facciata un grande mosaico rappresentante San Marco (patrono di Cortona) realizzato nel 1951 da Gino Severini.

La chiesa di San Marco fu edificata nel 1580 sopra un precedente, e ben più antico, ospedale per pellegrini.

Qui vi si trasferì la Compagnia della Santissima Trinità dei Laici.


Il giorno seguente alle 09:00 liberiamo l’appartamento e ci dedichiamo alla visita della parte alta della Città, con la chiesa di Santa Maria Nuova.

La chiesa di Santa Maria Nuova è sita appena fuori Cortona nella direzione di Castiglion Fiorentino.

La chiesa ha forma a croce greca e fu realizzata su progetto iniziale del Cristofanello, poi completato da Giorgio Vasari che nel periodo dal 1543 al 1550 soggiornò in zona.

All’inizio del Cinquecento alcuni contadini, che rincasavano la sera lungo la strada che va dal convento delle Celle alla Porta Colonia, ebbero la visione di una figura femminile che si librava in aria accompagnata da quattro ceri accesi, per poi fermarsi presso un’edicola che conteneva un tabernacolo affrescato della Madonna in trono col Bambino, detta “Madonna dell’Ellera“, cioè dell’edera che ricopriva l’edicola.

Il tabernacolo divenne oggetto di devozione popolare e si diffuse la convinzione che l’immagine fosse dispensatrice di grazie e miracoli, tanto che nel 1550 il Comune di Cortona avallò il nuovo culto, ordinando l’erezione di una nuova grande chiesa, che venne detta della “Maria Nuova” in contrapposizione all’esistenza di altre chiese dedicate alla Vergine, come la Madonna del Calcinaio.

Il 9 agosto 1550 venne posta la prima pietra dopo lo sbancamento del terreno, sotto la supervisione dell’architetto Giovanni Battista Sensi detto il Cristofanello. Questi morì poco dopo il completamento delle fondazioni, e gli succedette Giorgio Vasari.

Tra ritardi legati a questioni economiche e l’avvicendarsi di altri architetti, si giunse infine al completamento del tempio con l’erezione della cupola, e la consacrazione come collegiata il 1º maggio 1610.


Di seguito si va a visitare un altro luogo davvero ricco di spiritualità, l’eremo Le celle situato alle falde del monte Sant’Egidio, luogo dove la natura e il silenzio la fanno da padrone.

É tenuto molto bene, l’ingresso è gratuito. Lo visitiamo con calma, riposandoci anche un attimo tra il fresco degli alberi.

Le celle è il primo convento fondato nel 1211 da San Francesco con i suoi primi fratelli cortonesi, i beati Guido Vagnotelli e Frate Elia, immerso nella natura; qui il santo visse anche dopo aver ricevuto le stimmate, e proprio in questo luogo dettò il suo testamento pochi mesi prima di morire.

Varcata la soglia, ci si trova immediatamente catapultati in un’altra epoca, con una visione dall’alto che abbraccia l’ intero complesso dell’Eremo, monte Sant’Egidio con il suo fitto bosco, uno spicchio di panorama sulla Val di Chiana.

Alla morte del Santo, il convento fu ampliato da Frate Elia. Frate Elia prese come punto di riferimento la primitiva cella di San Francesco e distribuì gli altri edifici intorno, da qui la conformazione del complesso come ancora oggi appare.

È un luogo mistico, da visitare con calma, perdendosi nella contemplazione della natura che, rigogliosa, avvolge l’Eremo. La zona è anche raggiunta da un sentiero del CAI che fa parte del “Sentiero dei Mulini”.

Il complesso conventuale è disposto a gradoni su entrambi i versanti della valle, attraversata dal Fosso dei Cappuccini, superato da tre ponti, tra i quali: il mediano e più antico, è detto il Ponte Barberini perché fatto costruire tra il 1594 ed il 1596 da Antonio Marcello Barberini (1569 – 1646), frate cappuccino, novizio a Le Celle e fratello del papa Urbano VIII, da lui poi nominato cardinale nel 1624; l’ultimo ponte a valle, è detto del Ponte del Granduca perché fatto costruire nel 1728 dal granduca Gian Gastone de’ Medici (1671 – 1737).

Proseguendo lungo la strada in salita, poco più in alto della basilica di Santa Margherita, sempre nella parte alta della città a 651m di altitudine, domina il colle di Cortona la Fortezza del Girifalco, costruita nella seconda metà del ‘500, posizionata nel punto più alto della città per volontà del Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici.

La Fortezza sorge sulle rovine di una precedente del XII secolo a sua volta sorta su resti di mura etrusche.

Internamente la Fortezza è visitabile al costo di 5 euro, qui possiamo trovare un punto ristoro per fare aperitivo, mentre nel periodo estivo viene usata per mostre fotografiche ed eventi culturali.

Purtroppo è già ora di tornare a casa…salutiamo idealmente la città di Cortona che ci ha accolti per questi due giorni e torniamo verso Roma, portando nel cuore le immagini di questa parte di Toscana, ricca di cultura, paesaggi meravigliosi e ottimo cibo.


Che dire, vivere in questo splendido luogo circondato di storia, arte per non parlare della meravigliosa vista che si gode da quassù sarebbe un sogno.

Chi viene a visitare il borgo ne rimane sicuramente affascinato.

Questa è Cortona, dove vi consiglio di venire almeno per un weekend, considerando anche che siamo a pochi chilometri dalla verde Umbria bellissima da vedere con il lago Trasimeno, ed i suoi splendidi borghi.

Post diviso in piu parti: 1 2

Nessun commento

Lascia un commento