Discorso di fine anno
Libera informazione in libero Stato
Discorso di fine anno.
Testo:
“Italiani! E’ finito un anno strepitoso! A settembre li abbiamo messi in crisi tutti, stanno delirando!
Però non sta andando male: è un Italietta che è in coma da 15 anni. Dal 1992 è tenuta in cura farmacologica da parte dei media. .. Dal 1992, da quando sono esplosi Falcone e Borsellino, non c’è più né Paese né altro. Il tritolo è scomparso, ma i magistrati scompaiono in un altro modo. C’è stata la corruzione della mafia! Chi se l’aspettava? La mafia corrotta dall’interno dalla politica, c’è stata questa fusione straordinaria, quasi nucleare. Si sono compattati. E’ un Paese che non capisce più dove vuole arrivare. Dov’è, cos’è. Siamo strangolati da due bandiere.
Io vorrei capire se sto delirando io o se c’è qualcosa che non quadra. Quello che non quadra è che non sappiamo più le cose che ci servono per fare una vita normale. Sappiamo milioni di stronzate che ci vengono catapultate ogni giorno dai giornali, dai media, dai telegiornali, dalle televisioni ma delle cose che ci servono – l’acqua pubblica o privata, l’energia, la connettività, i rifiuti cosa sono, da dove vengono, come fare a non farli, gli inceneritori – non sappiamo nulla, delle cose che ci cambiano veramente la vita. Allora cosa fare?
Bisogna cominciare a vedere chi è il nemico: nel V-Day scorso, dell’ 8 settembre, non si sono incazzati tanto i politici, ma i giornalisti, questa casta di gente, la vera casta che c’è in Italia. Ve ne siete accorti, no? Migliaia di schiavi vergognosi, messi li a pecorina, a 90°. Una cosa indegna.
Si somigliano tutti, non li distingui più se non quello grasso da quello magro. Riotta è uguale a Mimun che è uguale a Belpietro che è uguale a Giordano che è uguale a Fede. Sono tutti uguali. Si distinguono le élite di questi grandi maggiordomi. Quelli che parlano di libero mercato, che ogni tanto dicono qualcosina e poi rientrano subito. Sono meravigliosi. Parliamo di Scalfari, di Pansa, di Romano, di questi sarcofaghi dell’informazione che scrivono lenzuolate di editoriali che nessuno legge. Dei giornali vengono letti i titoli e i sottotitoli, l’informazione si fa con lo spazio, i centimetri. Bisognerebbe misurare coi righelli le informazioni.
E’ una poltiglia dove si sono mischiate imprenditoria, politica, mafia e media. Vai in un consiglio d’amministrazione di un giornale e ci sono gli imprenditori, vai in un consiglio d’amministrazione di una banca e ci sono imprenditori, politici e giornalisti. Un giornalista può diventare deputato. Altro che conflitti di interessi, siamo andati oltre. Sono tutte uguali, le società. Prendi la Fiat: se non era per la cassa integrazione, cioè l’intervento dello Stato, sarebbe fallita dieci anni fa e adesso va avanti con le Equity Swap. L’Eni e l’Enel sono dei monopoli di fatto. La Rai è uguale a Mediaset.
L’unico modo di far cambiare veramente questo Paese, secondo il mio punto di vista prima che diventi pazzo del tutto, è battere dove c’è la ragione della democrazia, dove dovrebbe essere tutelata: l’informazione. Scomparsi i grandi giornalisti come Biagi, Montanelli e altri, non ci rimane più nulla.
Ecco perché farò il V-Day prossimo il 25 aprile: il giorno della Liberazione. Liberiamoci da questa informazione, liberiamoci da questa gentaglia. Gli togliamo i finanziamenti, vediamo di impostarla bene perché la mia vita ormai è su queste cose. Perché il compito che mi sono messo in testa non è di fare politica. Oggi sul Corriere della Sera sono indicato come il secondo politico, dopo Veltroni al 50%. E’ questo il nostro Paese: io sono uno dei più grossi politici che ci sono in Italia! Se facessero la classifica dei comici sarei in decima o quindicesima posizione, ci sarebbero i politici al primo posto. Il V-Day bisogna farlo su questo: togliere i finanziamenti ai giornali. Il 25 aprile del 2008 ci sarà una liberazione vera, in tutte le città succederà qualche cosa. Dovremo far succede qualcosa, con i media in silenzio e ci mancherebbe che ne parlassero. Sarà la loro condanna.
Vi do appuntamento al 25 aprile per avere un’informazione libera in un Paese finalmente libero e ricominciare dall’inizio. Liste civiche e cittadini informati, abbiamo bisogno di questo non di politici. Cittadini informati che sappiano le cose, che si occupino del loro quartiere e delle loro città, che non le lascino svendere da questi partitini e da questi piccoli servi della politica. Abbiamo bisogno di cittadini liberi, di un’informazione libera per essere un Paese libero.
Italiani!!! Coraggio, coraggio verso la catastrofe ma sempre con ottimismo.” Beppe Grillo