Redditi del vicino online: ripristinate il servizio di consultazione!

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Nel caos calmo della nostra legislazione contraddittoria, in cui l’eccesso di norme rende impossibile capire quali siano quelle da rispettare, esiste una certezza: se qualcuno pubblica i redditi degli italiani, già pubblicati dallo Stato, avrà dei guai. Rischierà la reclusione da uno a quattro anni. Chi l’ha detto? Non si sa. Ma si sa che Lorsignori stanno studiando come incastrare non gli evasori patenti – ci mancherebbe, poverini – bensì coloro i quali ne rendono note le denunzie miserelle. La notizia gira da ieri: la prossima settimana chi oserà sbirciare nei 740 farà una brutta fine. Lo stesso vice ministro Visco ha i cerchioni che gli ballano; non gli perdonano l’unica cosa buona fatta in un biennio, avviare l’operazione trasparenza in un Paese in cui, alla prova dei fatti, nulla si può diffondere eccetto l’evasione. Si censurano gli elenchi anziché i furbetti in modo che questi abbiano facoltà di continuare a fregare il fisco, come hanno sempre fatto entusiasticamente (da libero.it).
• Il 29 aprile il sito dell’agenzia delle entrate pubblica i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi degli italiani.
• Il 30 aprile la notizia inizia a fare il giro della rete e dei network principali, il sito dell’agenzia delle entrate è intasato di visite.
• Verso le 16.30 del 29 aprile il garante della privacy dice che questi dati potrebbero essere una violazione della privacy. Dal sito dell’agenzia scompaiono i dati.
• Il 30 aprile però i dati iniziano a circolare sulla rete peer 2 peer e non solo. Nuovi siti e blog contenenti questi dati nascono come funghi. Ormai il fenomeno non si può più arignare.
• il 1 maggio la notizia fa il giro del mondo e la procura inizia a indagare su Visco e chiede spiegazioni all’agenzia delle entrate.
• Nonostante la legge permetta la pubbicazione dei dati (nelle varie sedi dell’agenzia delle entrate la consultazione è libera, e vi è un buco legislativo, molte persone si interrogano se sia giusto o meno mettere a disposizione di tutti il proprio reddito.
Redditi degli italiani on line

Agenzia delle entrate e reddito on-line

Nel frattempo, comunque, i “ficcanaso” più agguerriti hanno ancora una chance. Subito dopo la pubblicazione dei redditi, infatti, c’è chi ha provveduto a salvarli. E ora si possono facilmente scaricare da altri siti.
“Tutti i contribuenti i cui redditi siano stati pubblicati sul sito dell’Agenzia delle entrate – conclude Rienzi – possono scaricare gratuitamente dal sito del Codacons il modello per chiedere tra 500 e 1.000 euro di risarcimento per i danni subiti”.
I redditi degli italiani rimangono in rete e sono ancora consultabili: grazie a Emule, un sistema di file sharing in peer to peer, si può accedere alle dichiarazioni dei contribuenti relative al 2005 impostando una semplice ricerca da un qualsiasi motore, aggirando così lo stop imposto dal Garante della privacy alla pubblicazione on line decisa dall’agenzia delle entrate. L’operazione è estremamente lineare grazie a un sistema di link che accompagna il navigatore fino a scovare l’elenco della discordia. Infatti risulta che molti patiti della Rete, subito prima dell’altolà del Garante, hanno provveduto a copiare i redditi dal sito dell’agenzia delle entrate e adesso è praticamente impossibile tornare indietro. Dati, nomi e imponibili rimangono disponibili nella rete.
Alcuni siti hanno messo in vendita questi dati. Ormai, come si dice, la frittata è fatta.
Volete conoscere il reddito dei romani? Mandatemi una email. Risponderò a tutti… inviando i dati reddituali delle persone richieste (ad oggi solo per quelli residenti a Roma).

2 Comments so far

  1. Misato on 11 Luglio, 2014

    Sabatino Nellipoli28/11/2012 20:11Questo e8 un esempio di conmtmeo generico.E’ possibile anche creare delle pagine con password in modo che il proprietario dell’agenzia possa dare la password solo ai suoi clienti ( questo puf2 servire nel caso vi siano informazioni riservate che e8 meglio non mostrare a tutti ).

  2. Amor on 24 Febbraio, 2015

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