Altri arresti per rivolta Uiguri

kadeer
Le autorità cinesi hanno arrestato altre 319 persone in relazione alla rivolta della minoranza musulmana degli uiguri, scoppiata il 5 luglio a Urumqi, capitale della regione autonoma dello Xinjiang. Il 29 luglio erano già stati annunciati 253 arresti e subito dopo la rivolta più di mille persone sono state rinchiuse in carcere. Nelle violenze etniche dello Xinjiang del 5 luglio scorso, le più gravi da decenni, gruppi di uiguri aggredirono cinesi di etnia han nel capoluogo di regione Urumqi dopo che la polizia aveva cercato di porre fine a una protesta contro gli attacchi ai danni di lavoratori uiguri in una fabbrica del sud della Cina. Il bilancio ufficiale delle vittime è attualmente di 197 morti, in gran parte han, l’etnia dominante tra il miliardo e 300 milioni di abitanti della Cina. Le altre vittime erano in grandissima parte uiguri, una popolazione di religione musulmana nativa dello Xinjiang e legata culturalmente all’Asia centrale e alla Turchia. Secondo gruppi uiguri in esilio i morti sono invece almeno 800, la maggioranza dei quali uiguri uccisi dalla polizia. Rebiya Kadeer (nella foto in alto, attivista uigura che vive da tempo in esilio), che respinge le accusa di parte cinese di aver istigato la rivolta, ha detto di non credere ai dati ufficiali e ha affermato che molte vittime uigure non sono state considerate nei conteggi. “Le quasi 10mila persone che parteciparono alla protesta sono sparite da Urumqi in una notte”, ha detto la donna nel corso di una conferenza stampa a Tokyo, tradotta da un interprete. “Se sono morte, dove sono i loro corpi? Se sono arrestate, dove si trovano?”. Kadeer ha lanciato un appello alla comunità internazionale per inviare una commissione indipendente d’inchiesta sul luogo della rivolta per accertare nei dettagli cosa à accaduto realmente.
E la Cina aumenta la pressione sull’attivista uighura in esilio Rebiya Kadeer, rendendo note lettere dei suoi familiari che la condannano. “A causa tua, molte persone innocenti hanno perso le loro vite a Urumqi il 5 luglio”, avrebbero scritto il figlio, la figlia e il fratello della donna. La Cina ha accusato la donna e la sua organizzazione World Uyghur Congress di essere dietro i disordini etnici. La Kadeer respinge le accuse. Il World Uyghur Congress ha detto che le lettere sono false.
THIS IS UYGHUR

La Repubblica Popolare Cinese comprende all’interno del suo territorio 56 gruppi etnici attestati e tra questi, l’etnia Uygur di religione islamica è quella che popola gran parte del territorio della provincia del Xinjiang (“nuova frontiera” in cinese). L’etnia Uygur è una delle tante etnie di radice turcomanna musulmana, come quella kazacha, stanziate in questa provincia nord-occidentale della Cina, confinante ad ovest con le regioni dell’Asia centrale. La posizione geografica ha conferito alla regione, sin dall’antichità, una grande importanza strategica, infatti sia in epoca Han (206 a.C. – 220 d.C.) che in epoca Tang (618 – 907 d.C.) essa è stata utilizzata come passepartout per l‘Occidente attraverso la Via della Seta.

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