Sei anni dalla morte di Gabriella Ferri
Gabriella Ferri (Roma, 18 settembre 1942 – Corchiano, 3 aprile 2004) è stata una una delle voci più straordinarie e singolari della musica degli anni Settanta, nota per le interpretazioni delle canzoni popolari soprattutto romanesche, oltre che attrice teatrale. Per saperne di più da “La storia siamo noi” – Rai Educational cliccare qui.
Nata e cresciuta nel quartiere romano del Testaccio, è figlia di Vittorio, un commerciante ambulante di dolci fan della canzone in dialetto romanesco e napoletano.
Gabriella Ferri: Dove Stà Zazzà
Una donna passionale, generosa, affascinante che ha avuto anche una vita tormentata anche a causa di ricadute nella grave depressione che la tormentava a fasi alterne.
Gabriella Ferri – Sempre
Per il grande pubblico è la rivelazione del 1973, quando conduce il primo varietà televisivo girato completamente a colori, che prende il titolo da quello che è gia uno dei suoi cavalli di battaglia Dove sta Zaza’.
Le Mantellate – Gabriella Ferri
La sue due ultime uscite artistiche di rilievo avvennero nel 1996 al Premio Tenco di Sanremo dove si esibì con la Piccola Orchestra Avion Travel e nel luglio del 1997 con un concerto a Parco Celimontana a Roma (inclusa nella manifestazione Voglia Matta Anni 60) davanti 7.000 spettatori (se ne aspettavano un migliaio).
Grazie alla vita, un delicato canto della cilena Violeta Parra che oggi suona beffardo (ma del resto, dopo averlo scritto, anche Violeta si tolse la vita).
Grazie alla vita – Gabriella Ferri
Il 3 aprile 2004 Gabriella Ferri morì, in seguito alla caduta da una finestra della sua casa di Corchiano (Viterbo), cliccare qui.
Barcarolo Romano – Gabriella Ferri
…e cammina (cliccare qui): possibilmente ancora più malinconica di Sempre, canzone realista e crudele che tratta la caducità della vita umana.
La strada nostra è come un girotondo
te credi d’annà avanti all’infinito
sembra che hai girato tutto er monno
e te ritrovi indove sei partito
Sortanto che però lunga la via
te sei perduto mezza compagnia
e piano piano mentre er tempo va
t’accorgi che sei solo a camminà.
Allegoria del concetto del tempo che inesorabilmente ci incalza giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. Ci sembra che tutto sia uguale a pochi attimi prima, mentre invece basta un momento per avvicinarci sempre di più per forza di cose al nostro unico ed inevitabile traguardo.
E “piano piano mentre er tempo va, t’accorgi che sei solo a camminà“.