150 opere di M. C. Escher in mostra fino al 22 febbraio a Roma al Chiostro del Bramante

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Una bellissima mostra che si suggerisce per visitare Roma e scoprire un artista geniale che ha tanto amato la città eterna e l’Italia.  Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden, 17 giugno 1898 – Laren, 27 marzo 1972) è stato un incisore e grafico olandese. È conosciuto principalmente per le sue “visioni interiori” in cui arte e pensiero scientifico si fondono con esiti assai spettacolari e per la sua straordinaria capacità di guardare il mondo secondo inedite prospettive. Incisioni su legno, litografie e mezzetinte che tendono a presentare costruzioni impossibili, esplorazioni dell’infinito, tassellature del piano e dello spazio e motivi a geometrie interconnesse che cambiano gradualmente in forme via via differenti. escher_gif

Le opere di Escher sono molto amate dagli scienziati, matematici e fisici che apprezzano il suo uso razionale di poliedri, distorsioni geometriche ed interpretazioni originali di concetti appartenenti alla scienza, sovente per ottenere effetti paradossali.

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Per l’artista olandese molto popolare e amato, l’arte diventava una scienza che non escludeva le emozioni ma aspirava a reintegrare sentire e sapere, sensibilità e pensiero, cuore e cervello in una ristabilita armonia. Un’arte facile, divertente, da godere come gioco mentale da tutti coloro che erano, come l’artista stesso, pronti a diventare anch’essi “tutto occhio”. Un’arte che creava non soltanto un senso di sollievo ma di vera libertà (cliccare qui).

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La mostra espone una selezione così vasta dell’intero lavoro di Escher, che consente di scoprire l’impatto che ha avuto il suo lungo soggiorno in Italia (dal 1924 al 1935). Poco dopo il matrimonio con Jetta Umiker, figlia di un industriale svizzero, conosciuta a Ravello, Escher, infatti, decise di stabilirsi a Roma dove acquistò un appartamento a via Poerio, nel quartiere Monteverde vecchio.

1920-Female-Nude-in-a-Landscape

1920-The-Fall-of-Men

1921-Paradise

1925-The-First-Day-of-the-Creation

1932-Temple-of-Segeste-Sicily
La mostra si estende poi in un itinerario che si allarga ad altri paesi europei, alla cultura Art Nouveau da cui l’artista fu molto influenzato, alla psicologia, alle leggi della percezione visiva, alla geometria, alla cristallografia e alla matematica.

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La mostra propone anche varie occasioni di interattività che permettono di vivere in prima persona il mondo di Escher: si possono sperimentare le leggi della percezione visiva della Gestalt utilizzate da Escher nelle sue opere geniali, si può entrare in una stanza-specchio in cui scattare foto e diventare così protagonisti dell’esperienza escheriana (cliccare qui); inoltre ci sono varie occasioni di gioco in cui mettersi alla prova con prospettive diverse, lo spazio e le forme.

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Le opere di Escher hanno una forte componente matematica, e molti dei mondi che ha disegnato sono costruiti attorno a oggetti impossibili come il Triangolo di Penrose oppure ad illusioni ottiche come il Cubo di Necker. In “Gravità”, invece, dei rettili multicolori sporgono le loro teste da un possibile dodecaedro stellato.

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1935-cavalletta

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1945-Diploma-Tijdelijke-Academie-Eindhoven

Le implicazioni logiche, matematiche, geometriche e fisiche sono piuttosto variegate, e coinvolgono concetti quali tra gli altri:
l’autoreferenzialità, appunto dove due mani si disegnano vicendevolmente.

1945-Escher-Balcony

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1953-Relativity
I processi ricorsivi, quali l’Effetto Droste, collegati a particolari rotazioni del piano, come in galleria di stampe, dove partendo dallo sguardo di un visitatore ritratto a osservare il paesaggio di un quadro appeso nella galleria, lo sguardo prosegue passando impercettibilmente dal dipinto al paesaggio reale ritrovandosi, dopo un percorso circolare, a osservare la nuca del visitatore attraverso la vetrata della galleria esso, in una successione potenzialmente infinita.

1955 tre mondi

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1955-Liberation
Questioni di topologia, esempio la percorrenza di una superficie bidimensionale estesa in uno spazio tridimensionale come il “Nastro di Möbius” percorso da formiche.

1955-Rind

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L’infinito (sia filosofico che matematico), preludio alle geometrie frattali a sviluppo infinito, ad esempio nelle opere sul tema del limite del cerchio, dove un motivo ripetitivo si espande nell’infinitamente piccolo.

1961-Waterfall

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Il moto perpetuo, dove un trucco percettivo permette il disegno di una cascata che aziona un mulino e la stessa acqua torna ad alimentare la cascata.

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Tassellature degli spazi bi e tridimensionali, impieganti “tessere” ripetute con tutte le possibili variazioni.

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Dischi di Poincaré, in litografie come “Il limite del cerchio” dove figure simili sempre più piccole si susseguono all’infinito fino al bordo esterno di un disco.

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Spazi dimensionalmente diversi che si incontrano, come in rettili, dove piccoli animali preistorici escono dal mondo bidimensionale di un libro, per poi ritornarvi.

Esempi famosi del suo lavoro includono:

1935 visione artista
1935 Mano con sfera riflettente: quel Narciso di vetro rivela la sua profondità nell’essere specchio; la vera realtà non è altro che la riflessione mentale di se stessi.

1938-Day-and-Night
1938 Giorno e notte: notte e giorno sono inesorabilmente legati; il negativo dell’uno è l’identico opposto dell’altro.

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1938 Cielo e acqua: nella quale giochi di luce e ombra convertono dei pesci nell’acqua in uccelli nel cielo. L’aria e il mare non sono che trasformazione continua della stessa cosa. I pesci volano, gli uccelli sono pesci.

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1946 Occhio: il disegnatore ha voluto rappresentare qui il suo occhio ingrandito notevolmente in uno specchio concavo. La pupilla riflette l’immagine di colui che guarda noi tutti, cioè la morte.

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1948 Mani che disegnano: un’opera che raffigura due mani che si disegnano l’una l’altra; la creazione crea se stessa.

1956-Galleria di stampe
1956 Galleria di stampe: qui un ragazzo sogna le opere dell’artista esposte alle pareti di una galleria sul mare dove una barca è pronta per partire o, forse, già di ritorno in porto. Il centro della litografia è vuoto. Dalla finestra una donna guarda la vita che passa. Un solo visitatore studia tranquillamente una delle opere esposte. Qui si racconta la storia di una vita che non è nient’altro che continua metamorfosi, la cui fine e l’inizio sono armonizzati in un’immagine costruita sapientemente perché contenente come in uno specchio tutto ciò che si può conoscere del mondo.

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1960 Salita e discesa: tutte quelle figurine di monaci sulla scala, sul tetto di un edificio vagamente rinascimentale, scendono in un ininterrotto salire e salgono scendendo.

1940-Metamorphosis-II

Aggiornamento: 21/11/2016
Paradossi della visione: L’arte di M.C.Escher

Per saperne di più
Il Museo Escher a L’AiaThe Mathematical Art Of M.C. Escher e il Sito ufficiale di M.C. Escher curato dalla M.C. Escher Foundation

 

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