4 giorni di trekking in Alta Badia: dolci valli, verdi prati e panorami mozzafiato
In attesa della ripresa autunnale si è voluto riscoprire una parte d’Italia che tutto il mondo ci invidia: le nostre Dolomiti. Spesso si è sedotti dal mare o da mete lontane, dimenticando che per raggiungere le montagne più belle non occorre volare dall’altro capo del mondo. Quattro giorni tra rifugi, nuvole e paesini alla scoperta di questa meravigliosa valle dell’Alto Adige percorrendo la Grande Strada delle Dolomiti. Le Dolomiti, uno dei gruppi montuosi più imponenti delle Alpi, sono celebri per la loro bellezza. Il famoso architetto francese Le Corbusier (1887 – 1965) le definiva “la più bella opera architettonica naturale al mondo”.
L’Alta Badia è un comprensorio turistico italiano formato dai comuni altoatesini di cultura ladina di Corvara in Badia, La Valle e Badia. Occupa il lato a monte della Val Badia.
L’abitato più grande è quello di Badia (anche chiamato da alcuni col nome di Pedraces), sede del comune omonimo che comprende pure le frazioni di Pedraces, San Leonardo, San Cassiano e La Villa. Corvara, pur avendo solamente circa 700 abitanti, è sede del comune di Corvara in Badia, che comprende altresì la frazione di Colfosco, ed è il paese più importante della valle dal punto di vista turistico.
La popolazione autoctona di questa valle è di madrelingua ladina (85-90% della popolazione). La valle è ufficialmente trilingue, e tutte le denominazioni sono riportate in ladino, tedesco e italiano. La Val Badia confina con le altre valli dolomitiche da cui è separata dai passi dolomitici Gardena (che segna il confine con la valle omonima), Campolongo (che collega ad Arabba ed alla Valle del Cordevole), Valparola e Falzarego (che portano a Cortina d’Ampezzo e alla valle del Boite).
Le attività principali dell’Alta Badia sono tutte correlate al turismo che è la fonte di sostentamento principale per i badioti. Il turismo, sia estivo che invernale, ha fatto nascere molteplici servizi ricettivi (alberghi, ristoranti, negozi, impianti di risalita, rifugi).
Il primo sviluppo delle attività turistiche in Alta Badia è legato a figure di alpinisti, pionieri dello sci e imprenditori come Franz, Cesco ed Erich Kostner.
L’Alta Badia nella stagione invernale ospita inoltre una gara della Coppa del mondo di sci maschile sulla pista Gran Risa (a La Villa).
Durante l’estate l’attività turistica è legata alle escursioni all’aria aperta e all’alpinismo. Molti impianti di risalita rimangono aperti anche durante il periodo estivo in modo da favorire la salita a monte e numerosi rifugi propongono agli escursionisti piatti tipici.
I percorsi alpinistici variano dalle più semplici passeggiate a valle, alle difficili traversate e alle impegnative vie ferrate, tra cui le più note sono la ferrata Tridentina, la ferrata del Piz da Lec, la ferrata del Vallon, la ferrata del Piccolo Cir e la ferrata Cesare Piazzetta. I gruppi montuosi su cui ci si può avventurare sono: il gruppo del Sella, il gruppo del Puez compreso nel parco naturale Puez-Odle, il Gruppo del Sasso della Croce, La Varella e Conturines compresi nel parco naturale Fanes – Sennes e Braies.
L’Alta Badia, circondata da dolci pascoli ed altopiani, è caratterizzata da grandiose pareti rocciose e pittoreschi paesi alpini. Grazie alla posizione centrale nel cuore delle Dolomiti, l’Alta Badia è il punto di partenza ideale per tante escursioni in ogni periodo dell’anno.
Abbiamo alloggiato a Pedraces, in un bell’appartamento presso il “residence Armentara” con vista verso est sulle cime del massiccio del Sasso Croce, in particolare sul Monte Al Ciaval (2.950 m.s.l.m.), il monte che domina il panorama di Pedraces, e dobbiamo ammettere che ogni mattina tale colpo d’occhio ci ha proprio fatto sentire in vacanza, lontani dalla solita monotona quotidianità.
Gli aspetti più caratteristici del paese sono, sia la sua posizione tranquilla nel cuore del suggestivo paesaggio naturale delle Dolomiti, al margine dei due parchi naturali Fanes-Senes-Braies e Puez-Odle, sia il suo particolare aspetto rurale; infatti ancora oggi, numerosi masi (case agricole) hanno conservato la tipica architettura ladina. Il paese è fortemente legato alle proprie tradizioni ed alla propria cultura.
Pedraces si trova a un altitudine di 1.315 m s.l.m.. San Leonardo invece, offre una delle chiese più belle dell’Alto Adige, dedicata appunto al Santo omonimo. Inoltre ai piedi del massiccio del Sasso Croce che sovrasta Badia, si trova il santuario di Santa Croce, un apprezzato luogo di pellegrinaggio, meta escursionistica e famoso soggetto fotografico, raggiungibile sia a piedi sia in seggiovia.
Qui di seguito un breve panorama di alcune arrampicate effettuate.
Domenica 30 agosto. Abbiamo raggiunto la Val Badia passando da Cortina d’Ampezzo (comune di 5.915 abitanti della provincia di Belluno soprannominato “regina delle Dolomiti”); siamo risaliti per il Passo del Falzarego (con vista sul Lagazuoi), abbiamo proseguito per il Passo di Valparola scendendo infine in Val Badia, vallata tra le più caratteristiche e fotografate dell’Alto Adige…è stata una bella “allungatoia” panoramica.
Lunedì 31 agosto. La mattina abbiamo acquistato il “Mountain Pass Alta Badia” e siamo saliti con la seggiovia “la Crusc-Santa Croce” sino al santuario di Santa Croce, a 2045 metri, ai piedi dell’omonimo monte, nel Parco Naturale di Fanes-Senes-Braies.
Abbiamo scelto di percorrere il sentiero n. 7 per il Sasso Santa Croce indicato come “sentiero attrezzato, di bassa difficoltà”. Abbiamo percorso il sentiero nel bosco prima ed un ampio ghiaione dopo; poi salendo sul ripido tratto roccioso abbiamo incontrato difficoltà tecniche e, non avendo con noi i necessari dispositivi di autoassicurazione (moschettoni, dissipatore, imbragatura, cordini), siamo ritornati a Santa Croce per la stesso sentiero.
Presso il rifugio Santa Croce abbiamo gustato una buona fetta di crostata ai mirtilli poi siamo rientrati alla base della seggiovia (cliccare qui).
Nel pomeriggio, raggiunta con la macchina Corvara, il centro turistico invernale dell’Alta Badia che si trova ai piedi dell’imponente massiccio del Sassongher, siamo saliti con la cabinovia “Boè” sino a 2197 metri proseguendo poi con la seggiovia “Vallon” sino a 2500 metri.
Ci troviamo davanti ad un panorama mozzafiato; di fronte a noi si erge imponente la Marmolada con il suo ghiacciaio.
Decidiamo di fare una passeggiata verso il Rifugio Franz Kostner; sentiero semplice di circa 30 minuti poi, al rientro, prima di riprendere la seggiovia sostiamo a goderci la partenza di due parapendii (cliccare qui e qui).
Al rientro a Corvara abbiamo curiosato all’interno dello “stadio del ghiaccio” e abbiamo fatto in tempo ad assistere all’atterraggio dei due parapendii visti partire poco prima (cliccare qui).
Martedì 1° settembre. La mattina siamo nuovamente saliti con la seggiovia “la Crusc-Santa Croce” sino a Santa Croce e, dopo aver consultato la cartina, scegliamo di percorrere il sentiero 15 verso i prati dell’Armentara.
I prati di Armentara, situati sopra Badia e La Valle, sono un luogo affascinante grazie ad una moltitudine di fiori di ogni colore che ricoprono grandi aree erbose. I prati sono situati ai piedi del gruppo Santa Croce e fanno parte del parco naturale Fanes-Senes-Braies. Un vero spettacolo per gli amanti della flora alpina.
Lungo il percorso visitiamo la “Grotta della Neve” dopo aver percorso una leggera discesa che porta ad un ampio ghiaione sino ad intravedere un piccolo nevaio. Intraprendendo una breve salita si arriva proprio sotto alla roccia, dove si potrà ammirare la grotta scavata nella neve e nel ghiaccio da un ruscello. Proseguiamo quindi per il sentiero lungo il quale intravediamo nel bosco un capriolo.
Al rientro percorriamo il sentiero 15B sino ad arrivare ad un valico, dove abbiamo goduto di un panorama spettacolare: a sud il ghiacciaio della Marmolada ed il gruppo del Boé e a ovest il Sassongher, il Gardenaccia ed il Putia (cliccare qui).
Rientrati al Santuario di Santa Croce dopo circa quattro ore di passeggiata.
Nel pomeriggio decidiamo di andare a Colfosco dove tramite la cabinovia al Col Pradat, breve e ripidissima, in pochi minuti raggiungiamo quota 2030 m. Da qui godiamo di una vista spettacolare su alcune vette dolomitiche, dal Fanes alla Marmolada, all’imponente Sella, e sotto il verde paesaggio da Passo Gardena fino a Corvara.
Ridiscendiamo quasi subito per andare a prendere la funivia Plans-Frara che serve per risalire al Passo Gardena. Una curiosità di questa cabinovia è l’avere le cabine di due diversi colori, rosse e gialle. La cabinovia Plans Frara rende agevole e veloce il collegamento di Colfosco con Passo Gardena.
Una volta giunti alla stazione a monte della funivia, a circa 2200 mt. di altitudine, ammiriamo estasiati le vette del Gruppo Sella e, non essendo distanti dal passo Gardena, ci incamminiamo lungo il sentiero per andarlo ad ammirare. Infatti in circa mezz’ora di cammino raggiungiamo la stazione della funivia che scende in Val Gardegna e da lì osserviamo questa splendida valle, Selva di val Gardegna ed altri paesini ancora tutti illuminati dal sole del pomeriggio inoltrato.
Mercoledì 2 settembre. Saliamo di nuovo con la seggiovia la Crusc ma questa volta ci fermiamo al Rifugio Ütia Lèe (mt. 1.850) e da qui percorriamo il sentiero n. 7A verso Badia passando attraverso un bosco a tratti paludoso, ricco di funghi.
In pochi minuti raggiungiamo il laghetto alpino Lêch dlà Lè, adagiato su un piccolo pianoro ai piedi del Sas dla Crusc.
Prendiamo la via crucis che arriva all’abitato di Oies (1508 m) per visitare la casa natale di San Giuseppe Freinademetz padre missionario trasferitosi in Cina nel 1879.
E’ una meta molto amata, infatti ogni anno numerosi pellegrini visitano il comune di Oies per venerarlo e ricordare il suo esempio di vita cristiana.
Proseguiamo in direzione nord-ovest in salita lungo la stradina asfaltata, deviando in seguito a sinistra sul sentiero nr. 13/A, che scende per la Via Crucis, fino a San Linert raggiunto il quale visitiamo una delle chiese più belle dell’Alto Adige, dedicata al santo omonimo.
Pomeriggio il tempo peggioria e piove. Ci spostiamo con la macchina verso La Villa per prendere la funivia Gardenaccia ma la pioggia con ce lo permette. Proseguiamo allora per il lago di Sompunt.
Qui riusciamo a fare una passeggiata attorno al laghetto ma purtroppo siamo costretti dal maltempo a rientrare.
Peccato! Tanto per non darci per vinti facciamo ancora una passeggiata per le stradine di San Leonardo e poi rientriamo nella casa che ci dà ancora un’ultima soddisfazione con la sua finestra “orizzontale” sul gran massiccio del Sasso Croce tutto ricoperto di nuvoloni ma sempre e comunque affascinante.
Giovedì 3 settembre. Partenza per la Expo2015 di Milano.