Riapre il mausoleo di Augusto (28 a.C.)


Il mausoleo di Augusto, anche noto come Augusteo, è un monumento funerario situato in piazza Augusto Imperatore, nel rione Campo Marzio, a Roma. Risalente al I secolo a.C., il mausoleo occupava una parte dell’area settentrionale dell’originario Campo Marzio romano e vi erano tumulati, oltre ad Augusto stesso, diversi membri della dinastia giulio-claudia. L’ultimo imperatore ad esservi seppellito fu Nerva nel 98 d.C.. Dopo anni di degrado e un lungo tempo di restauro, come annunciato dalla sindaca di Roma Virginia Raggi, viene riaperto al pubblico dal 1° marzo 2021.

Una riapertura, in tempi di Covid, che sempre la sindaca di Roma ha definito “un grande regalo e un messaggio di speranza“.

Piazza Augusto Imperatore: ecco i rendering del progetto definitivo di riqualificazione della piazza e del mausoleo.

Architetto Francesco Cellini.

La nuova piazza sarà ampia 7000 mq, di cui 1600 alla quota archeologica con 350 mq di pavimentazione originale del I secolo.

Nel corso del tempo il mausoleo di Augusto fu letteralmente nascosto dagli edifici costruiti a ridosso e intorno, subendo diverse trasformazioni dovute alla volontà di quelle famiglie che nei secoli si sono succedute nella proprietà.


Francesco Soderini acquista i ruderi del Mausoleo di Augusto nel 1546 e sopra al sepolcro costruisce un bellissimo giardino all’italiana.


Nel 1780 lo spagnolo Bernardo Matas ne fa una locanda e dà inizio alla “Giostra della Bufala” versione romana della corrida ma nel 1829 il papa Pio VIII la fa chiudere per gli spettacoli troppo violenti.


Così da tomba imperiale ha assunto, nel Medioevo, le sembianze di un castello fortificato, quindi di un giardino pensile, poi di un luogo di spettacoli e infine di un auditorium sede dell’Accademia di Santa Cecilia.


L’Auditorium Augusteo venne inaugurato nel 1908 alla presenza di 3500 persone comodamente alloggiate. Durante i trent’anni di attività si sono avvicendati sul palco 170 tra i direttori d’orchestra più in voga al tempo.

Nonostante il successo di questa struttura, la sua demolizione fu decisa per valorizzare gli antichi monumenti romani secondo il programma voluto da Mussolini. “Vasta, ordinata e potente come fu ai tempi del primo impero di Augusto”, così Mussolini voleva Roma e per questo motivo volle buttar giù quel groviglio di piccole, pittoresche strade che occupavano l’area intorno al mausoleo.

Vennero distrutti così 27.000 m² di città.

Per dare rilievo al monumento nel 1938 si costruì una piazza, Piazza Augusto Imperatore con i palazzi porticati in stile fascista intorno. Ma il mausoleo al centro, che Mussolini avrebbe voluto come sua tomba, rimase un rudere quasi per nulla visibile essendo circa 7 metri sotto il livello della strada e comunque, la guerra fermò tutto.

Fino al 2007; in quell’anno, infatti, sono partite le indagini archeologiche preliminari in vista del recupero eseguito da Roma Capitale.

Avendo, il monumento, una lunga storia si è scelti la tecnica del restauro conservativo, ovvero conservare ciò che c’è senza eccedere in discutibili interpretazioni. Molti elementi originali sono stati recuperati e diversi dati sulla tecnica costruttiva dei romani sono stati decifrati durante il restauro.

É stato possibile comprendere le concamerazioni, ovvero quel complesso sistema di muri circolari e stanze, non comunicanti a raggiera, fondamentali per reggere il peso stesso dell’edificio. Il senso della struttura si era infatti perso con l’andare dei secoli, dopo che il marmo che la ricopriva era stato sottratto e i crolli ne avevano ulteriormente complicato l’interpretazione.


Questo straordinario monumento è tornato dunque a rappresentare l’incontro tra passato e presente, a raccontarci il suo passaggio nella storia e le ragioni profonde della sua nascita, che personalmente mi piace pensare siano dietro ad una delle più grandi storie d’amore che sono giunte sino a noi, quella di Marco Antonio e Cleopatra.

Questi sposatosi con la regina d’Egitto, si rese nemico di Roma, perché tra l’altro aveva nominato eredi nel suo testamento anche gli stranieri figli di Cleopatra. Inoltre il suo desiderio di essere sepolto vicino alla moglie, ad Alessandria, generò il dubbio che volesse addirittura spostare la capitale in Egitto.

Fu così che l’imperatore Gaio Ottaviano Augusto, figlio adottivo del noto Gaio Giulio Cesare ucciso da Cassio e Bruto nel 44 a.C., intentò una battaglia contro Marco Antonio, per garantirsi la successione al potere di Roma e rassicurò il popolo romano iniziando nel 28 a.C., ad appena trentacinque anni, la costruzione della sua tomba nella capitale.


Per questa, Ottaviano aveva un’idea architettonica e artistica precisa, maturata nel viaggio militare ad Alessandria d’Egitto: il sepolcro di Alessandro Magno a forma circolare. Decise così che la tomba della sua famiglia dovesse avere la stessa forma ma essere di dimensioni più grandi.

E non è un caso che per questa costruzione l’imperatore scelse l’area dedicata a Marte dio della guerra, già luogo di esercitazioni militari, tra la via Flaminia, oggi via del Corso e il fiume Tevere. Ma furono anche altre le ragioni che lo convinsero perché qui fu cremato il padre adottivo e sempre qui, la leggenda narra che il primo re di Roma, Romolo, ascese al cielo trasformandosi nel dio Quirino.

Il nuovo mausoleo, primo sepolcro dinastico dalla nascita dell’impero, che rimarrà l’unico fino alla costruzione del mausoleo di Adriano oggi Castel Sant’Angelo, avrebbe così unito in un solo luogo l’immagine dell’imperatore, al fondatore di Roma e a quella di suo padre.

L’edificio era enorme e maestoso con un diametro di 90 metri e ed un’altezza che sfiorava la collina del Pincio. Dalle diverse descrizioni del tempo, e disegni antichi, sappiamo che era ricoperto di marmo e travertino, ospitava addirittura sulla sommità degli alberi e al centro una enorme statua dell’imperatore.

L’effetto che doveva fare era impressionante perché dobbiamo pensare che l’area intorno, era priva di edifici ed era popolata solo da altre costruzioni simboliche come l’Ara Pacis (spostata nella posizione attuale da Mussolini) e poi il Pantheon fatto costruire da Agrippa che bruciò per ben due volte e poi ricostruito come lo vediamo oggi dall’imperatore Adriano tra il 120 e il 124 d.C..


D’altronde la ricostruzione di Roma cominciò proprio con l’imperatore Augusto. A lui dobbiamo i resti di monumenti come il teatro di Marcello e il portico d’Ottavia, dedicato alla sorella.


Ottaviano Augusto morì a 77 anni a Nola nella casa di famiglia. Era l’anno 14 d.C., il 19 del sesto mese del calendario romano (che da allora si chiamerà Agosto), le sue spoglie viaggiarono di notte per il gran caldo, giungendo a Roma dopo 15 giorni.

Augusto venne cremato l’11 settembre, lasciando 40 milioni di sesterzi al popolo romano, e moltissime costruzioni che ancora oggi ci ricordano del suo grande amore per Roma.

All’ingresso del Mausoleo di Augusto, Domiziano (81-96 d.C.) aggiunse due obelischi in granito di Assuan, oggi in Piazza dell’Esquilino e in Piazza del Quirinale.

Sia gli interventi di restauro che l’avvio dell’allestimento del percorso museale sono stati possibili grazie alla donazione di 6 milioni di euro da parte della Fondazione Tim, che ha poi garantito altri due milioni proprio per valorizzare questo patrimonio culturale con le tecnologie più innovative disponibili.

Una struttura spettacolare e grandiosa per l’epoca e che, oltre duemila anni dopo, possiamo rivedere nelle forme originali grazie alla realtà virtuale.

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