Subiaco 10.000 cuori, 8 rioni, 1 fiume: torna il Palio di San Lorenzo! – Salita al Monte Francollano (o Monte Crocetta)
10 agosto 2023, 16:30; al via la nona edizione della sfida a bordo dei gommoni da rafting tra gli otto rioni sublacensi nelle acque dell’Aniene nel giorno di San Lorenzo!
Subiaco (RM – 8.588 ab. – 408 m s.l.m.): la città di Subiaco celebra il proprio anno di fondazione con il Palio disputato dagli otto rioni cittadini attraverso una gara di rafting sull’Aniene, fiume identitario della popolazione locale e della sua valle.
Secondo la cronaca cinquecentesca del monaco benedettino Capisacchi, la fondazione sarebbe avvenuta nel 369 d.C. con la donazione dei terreni circostanti la erigenda chiesetta di San Lorenzo alla primitiva comunità sublacense da parte del patrizio romano Narzio proprio il 10 agosto.
Il Palio di San Lorenzo di Subiaco è di recente istituzione, 2014, ma come detto sopra ha radici lontanissime e il 10 agosto, giorno di San Lorenzo, delle stelle cadenti e del “Natale di Subiaco”, si disputa sulle acque del fiume Aniene, teatro della sfida nel tratto compreso tra il ponte di Sant’Antonio e il ponte di San Francesco (circa 700 metri).
Una manifestazione tra sport, sana competizione e rievocazione storica che vede rivali otto equipaggi, armati di caschetti e pagaie, rappresentanti altrettanti rioni di Subiaco.
Le imbarcazioni devono affrontare i salti e le cascate che separano il Centro Comunale Sport Fluviali (presso il Ponte di Sant’Antonio) dal ponte di San Francesco, tagliando l’arrivo dopo la cascata della “Petrea”.
Gli equipaggi dei rioni Arco, Colle, Missione, Montore La Grotta, Prestecata, San Lorenzo, Valle e Vignola affrontano, partendo uno alla volta, la prima fase eliminatoria: i quattro gommoni che concludono il percorso nel minor tempo hanno accesso alla semifinale.
Nella semifinale e nella finale gli equipaggi in gara partono simultaneamente: per vincere dovranno raggiungere il traguardo lasciandosi l’avversario alle spalle.
Prima della competizione, il Palio viene benedetto all’interno della caratteristica chiesa di San Lorenzo, luogo attorno al quale sorse la prima comunità sublacense.
Dopo la presentazione storica –in costume antico– delle contrade avviene il sorteggio dell’ordine di partenza e del timoniere, a seguito del quale iniziano le discese.
Al rione vincitore viene assegnato il Palio: lo conserverà fino all’edizione successiva.
Un evento gratuito in grado di coniugare la storia locale con una manifestazione ludico-sportiva, facendo tesoro di una lungimirante chiave di lettura: il coinvolgimento popolare e cittadino.
Rioni che si uniscono sotto uno stendardo, un motto –quello del rione dei nostri amici “Vignola” è alquanto godereccio “Edamus, bibamus, gaudeamus”–, accomunati da una radice comune che è quella della propria storia, della provenienza e della cultura.
Frutto di un’imponente opera di ricostruzione storica, effettuata grazie a diversi storici locali divenuti poi membri della Commissione Scientifica, il Palio di San Lorenzo è l’occasione per tutte le generazioni di riacquisire, quasi per osmosi e con ampio divertimento, un patrimonio culturale e storico dato per scontato e non sempre conosciuto adeguatamente.
Nelle semifinali si scontrano il primo contro il quarto tempo della prima manche ed il secondo contro il terzo tempo: partono due raft contemporaneamente e vince il primo che scende il salto del ponte medievale di San Francesco.
Quest’ultimo accede alla finale. Il lato di partenza iniziale viene deciso dal Capitano del Rione che ha ottenuto il miglior tempo nella prima manche.
La finale è tra i due equipaggi vincenti e qui non c’è tempo che tenga, bisogna mettere la prua del proprio gommone davanti a quella dell’avversario.
Vince il primo che scenderà il salto del ponte medievale di San Francesco. Il lato di partenza viene deciso dal lancio di una monetina tra i due Capitani dei Rioni finalisti.
Ogni equipaggio è composto da dieci persone, sette delle quali sono sul gommone compreso il timoniere, gli altri sono in stand by per sostituzioni dell’ultima ora o per rotazioni preordinate.
É una gara storica ma anche sportiva perché il rafting è uno sport ormai affermato e che sul fiume Aniene, ed in particolare a Subiaco, si svolge quasi tutto l’anno.
Il primo Rione a vincere il Palio è stato Vignola nel 2014, lo scorso anno –nel 2020 e 2021 causa pandemia non si è svolto– il rione Valle che il 30 luglio u.s. nel corso di una cerimonia ufficiale ha riconsegnato lo stendardo che rappresenta il Palio.
È in corso la Festa della Vittoria organizzata dal Rione “la Valle”, vincitore per due anni di fila e quindi anche dell’VIIIª Edizione del Palio di San Lorenzo!
Ogni anno, il 10 agosto, regala a centinaia di visitatori, appassionati e curiosi una fusione tra storia, cultura, natura e competizione sportiva senza eguali.
Dal prossimo anno il Rione “la Valle” e “ il Prestecata” si riuniranno in un unico Rione
Per la nostra passeggiata invece bisogna lasciare Subiaco e dirigere verso Affile dove al chilometro 19 della SR41, sulla sinistra, c’è una stretta strada lastricata in cemento che sale verso la montagna.
L’auto può essere lasciata in uno dei tanti slarghi che si incontrano salendo; il percorso, di 2 chilometri e mezzo e con un dislivello di circa 250 metri, dirige verso il Monte Francollano.
Inizialmente la strada attraversa un fitto bosco di carpini; il carpino è un albero alto tra i 12 e i 20 metri con il fusto dalla corteccia liscia e dal colore cenerino mentre le foglie sono ovoidali e con margine dentellato. Albero di media montagna viene utilizzato prevalentemente come combustibile insieme al faggio.
Dopo circa un chilometro e numerose svolte il bosco si fa meno fitto ed è possibile osservare, verso sud, l’ampia valle con gli abitati di Affile ed Arcinazzo e in lontananza Roiate.
Percorsi circa 2 chilometri, in prossimità di un bivio, si svolta a sinistra e passato un cancello in metallo si segue il sentiero che attraversa un ampio prativo dove il bestiame, vacche e cavalli, è al pascolo brado.
In circa quindici minuti è possibile raggiungere il luogo denominato “La Crocetta”; affidato ad una associazione no-profit è circondato da una recinzione e l’accesso è possibile attraverso una scaletta in legno.
All’interno, oltre al Crocefisso eretto nel punto più in alto (circa 900 metri), ci sono numerose statue e lapidi poste a ricordo di eventi e feste religiose; ma quello che attrae di più la curiosità dei visitatori è la grande croce in acciaio eretta, come vedremo dopo, nel 1940 e abbattuta da un fulmine nel 1970.
La croce è ancora tra le rocce dove la saetta l’ha scaraventata mentre una nuova, portata con un elicottero militare, è stata successivamente eretta nel punto più elevato.
Da qui lo sguardo può spaziare per 360° su valli e montagne; c’è un panorama clamoroso sia sulla cittadina di Subiaco, che si sviluppa tra i 350 metri al livello del fiume ai 600 e rotti di Vignola, sia sulla valle dell’Aniene e dirimpetto a due tra i monasteri più famosi del mondo: il Monastero di Santa Scolastica e quello di San Benedetto.
Solo da questo punto è possibile ammirare in tutta la loro bellezza questi due grandi complessi realizzati in pietra e tufo che sono il centro del monachesimo benedettino e che oggi ospitano visitatori e pellegrini provenienti da ogni angolo d’Europa.
Si narra che durante il secolo scorso sulla cima del Monte Francollano si recò un pittore, che stregato dalla bellezza del panorama che si apriva alla sua vista, si mise a dipingere.
Inavvertitamente, poiché si era spinto fin troppo sul precipizio, una ventata gli fece perdere l’equilibrio e lo fece precipitare. A ricordo di quella disgrazia venne eretta una Croce di legno che durò fin agli inizi del 1900, sostituita poi, da un’altra Croce in ferro, più robusta ed alta della precedente.
Nel 1940 fu di nuovo sostituita; il nuovo Crocifisso realizzato con travi di ferro, opera dell’artigiano Lollobrigida Antonio fu trasportato sulla cima del Monte Francollano con i muli.
L’attuale Croce, posta sulla sommità del Monte Francollano, da cui si ammira il Sacro Speco di san Benedetto, venne trasportata in loco nel 1972, solo grazie all’aiuto dell’Aeronautica militare.
Nel 1972 alle ore 10:30 del 2 novembre dal Campo Sportivo di San Lorenzo decollò un elicottero a cui era legata, con delle resistenti funi in acciaio una nuova Croce del peso di circa tre quintali.
L’elicottero venne messo a disposizione dal Generale dell’Aeronautica Ventriglia grazie anche dell’interessamento del Presidente Finotti consigliere presso il CAO “Comitato Appennino Occidentale”.
Dopo un lungo volteggiare sopra i cieli sublacensi alle ore 10:45 la Santa Croce arrivò a quota 870 metri e venne posata a circa 100 metri dalla vetta del monte. Sette persone cominciarono subito a lavorare per mettere la Croce nell’apposito basamento che era già stato preparato per l’occasione.
La giornata non doveva essere delle migliori, freddo e vento la facevano da padroni, ma animati dalla volontà umana e Divina alle ore 12 in punto la Croce era dritta sulla cima del monte con lo stupore della popolazione sublacense.
Per quella occasione Don Nazzareno Appodia fece suonare a lungo le Campane di Sant’Andrea, per celebrare il ritorno della Santa Croce.
La Domenica del 5 novembre 1972 la prima festa della Crocetta. Alle ore 12:00 la solenne messa celebrata dall’amatissimo Don Nazzareno, pranzo al sacco ed il pomeriggio feste e giochi per ragazzi e adulti allietati da un’orchestrina del luogo.
Nel 1974 sulla Croce venne posto il Cristo realizzato tutto con tondini di ferro del peso di circa 70 kg, Sandro Scifoni il realizzatore.
Nel 1975 per la prima volta la Croce venne illuminata. Erano le ore 19:00 del 2 novembre. La sua luce si diffuse per tutta la Valle con lo stupore di tutta la popolazione sublacense.
Intorno alla Croce, negli anni seguenti, sono nati un altare, una Via Crucis e una cappella dedicata alla Madonna, tutte opere realizzate da volontari della comunità ecclesiale di Subiaco e da appartenenti all’associazione culturale “La Crocetta”.
I festeggiamenti solitamente si svolgono nella seconda metà del mese di agosto.