Visita alla Riserva naturale statale “Tenuta del Presidente della Repubblica Italiana di Castelporziano”


A sud di Ostia e prima di Torvaianica si distende nella sua antica e intatta bellezza la Tenuta Presidenziale di Castelporziano, miracolosamente scampata alla barbara avanzata cementizia delle costruzioni balneari.

La Tenuta dista circa 25 Km dal centro di Roma e si estende su una superficie di 60 Km² (6039 ettari) comprendendo alcune storiche tenute di caccia quali “Trafusa, Trafusina, Riserve Nuove e Capocotta”.

La maggior parte dell’estensione è occupata dal bosco caratterizzato dalla presenza di querce mediterranee: leccio, sughera, pioppo, frassino, acero, carpino bianco e carpino orientale tipico dell’ambiente costiero mediterraneo poiché la Tenuta comprende anche circa 3,1 km di spiaggia incontaminata.

Essa racchiude parte di un vasto territorio anticamente conosciuto come Laurentino, dalla città di Lavinio – Laurento, legata alle vicende leggendarie dello sbarco di Enea nel Lazio, ed è compreso tra le propaggini dei Colli Albani, la pianura del delta Tiberino ed il mare.

Nata come riserva di caccia e riserva agricola, è andata progressivamente perdendo queste specifiche destinazioni.

Già nel 1977 l’attività venatoria è stata vietata, nel 1985 è stata realizzata l’annessione dell’area di Capocotta, circa 1000 ettari, salvata dalla speculazione edilizia e, successivamente, con Decreto Presidenziale 136/N del 5 maggio 1999, la Tenuta è stata riconosciuta Riserva Naturale dello Stato e assoggettata ad un regime di tutela secondo i criteri propri delle aree naturali protette.

In linea con questi obiettivi, è stato realizzato un Museo Naturalistico per favorire gli approfondimenti della didattica e dell’educazione ambientale.


Carta della viabilità con indicazione delle torri di avvistamento antincendio
(contrassegnate con stelle nere)

Si estende ormai quasi alla periferia della città fino al litorale romano, comprendendo circa 3,1 Km di spiaggia ancora incontaminata.

La Tenuta presidenziale di Castelporziano è aperta al pubblico con l’attivazione dei percorsi naturalistici, archeologici e storico artistici; i percorsi naturalistici seguono la stagionalità e, al fine di limitare l’impatto antropico sull’ecosistema, vengono aperti uno per volta.


La grande novità consiste nell’apertura del nuovo percorso naturalistico di Campo di Rota della lunghezza di quasi 3 chilometri, che offre ai visitatori paesaggi di particolare bellezza caratterizzati da aspetti naturalistici e geomorfologici incontaminati difficilmente rinvenibili in altri luoghi della Tenuta e del litorale Tirrenico.

Lungo il percorso è possibile visitare una sughereta naturale utilizzata in passato per l’estrazione di sughero, testimonianza di una pratica storica oramai confinata in pochissime aree nel bacino del mediterraneo. Anche dal punto di vista storico paesaggistico il percorso presenta aspetti di grande rilevanza.

Lungo il tracciato si incrociano due fontanili storici utilizzati in epoca sabauda per i cavalli e gli animali al pascolo; uno alla partenza del percorso (quello del Pepparello o più comunemente chiamato dei Kaki) ed uno in prossimità della fine (quello del Cerasolo).

Il percorso offre inoltre la possibilità di osservare varie tipologie di vegetazione e al tempo stesso, come per tutti gli altri itinerari, quella di conoscere alberi e arbusti e impararne le caratteristiche principali.

L’azione antropica, esercitata fino all’immediato dopoguerra, ha plasmato molteplici forme di soprassuolo caratterizzate per la maggior parte da querceti misti di caducifoglie (con cerro farnia e farnetto) con sottobosco che vira da elementi tipici della macchia mediterranea a aree a prevalenza di carpino orientale.

La durata complessiva di ciascun percorso include i trasferimenti e la sosta ristoro, durante la quale (dalle ore 12.30 alle ore 14.30 a seconda del percorso) è possibile usufruire del servizio bar-ristorante della Tenuta.

Proprio per la sua valenza naturalistica ed ambientale l’area è stata interessata sin dagli anni ’90 da una serie di ricerche ed indagini afferenti al programma di monitoraggio ambientale della Tenuta di Castelporziano.

Durata complessiva (dall’orario di inizio della visita al rientro presso il punto raccolta, inclusi trasferimenti, sosta di ristoro, visite stazione di inanellamento e Museo della Storia e della Natura di Castelporziano): h. 5:00’
Durata media del sentiero: h 2:30
Lunghezza: 2.970 m lineari

Ciascuna visita prevede anche la proiezione di un breve filmato introduttivo.


Benvenuti nella tenuta di Castelporziano.

Guardate che posto incantevole! Sembra incredibile…perché questa è un pezzo di foresta come uno può immaginare in un mondo quasi fantastico; in realtà è un vero scrigno di biodiversità dove tutti gli animali sono protetti.

In questo luogo anche animali molto rari e animali selvatici che non è facile trovare altrove trovano un rifugio sicuro e diversi progetti vengono qui svolti a loro tutela.

Quindi mandrie di cavalli e di vacche ovviamente maremmane geneticamente pure e di cui conserviamo il patrimonio genetico; in inverno nascono i vitellini e in questo periodo dell’anno iniziano la loro vita che si svolgerà sempre in questi ambienti salubri, con una esistenza tranquilla e serena fuori dai pericoli.

Nell’area vicino al castello vengono ospitati i cavalliin pensione” del Reggimento dei Corazzieri che pascolano liberamente e non è raro trovare qualche esemplare giovane di quadrupede scartato perché indisciplinato e quindi con difficoltà nello stare in fila con altri cavalli durante le parate.


È stato anche approvato un progetto che prevede la salvaguardia dei nidi di tartaruga marina che adesso viene a deporre lungo le coste del Lazio; quest’estate più di 200 tartarughine sono nate sulle nostre spiagge.

Altra misura da attuare è la tutela di un uccello molto raro che nidifica sempre sulla spiaggia: il fratino la cui nascita viene tutelata con l’edificazione di gabbie che servono proprio per tenere lontani tutti i predatori che altrimenti si ciberebbero delle uova e dei pulcini che nascono.

Un altro progetto da segnalare è quello dell’inanellamento degli uccelli selvatici. Nella riserva è presente infatti, una stazione di inanellamento tenuta da esperti ornitologi. Si tratta del montaggio nella riserva delle reti leggere che sono utilizzate per catturare gli uccelli nel periodo delle migrazioni. Arrivano dal mare e si fermano qui per riposare dal lungo viaggio che hanno intrapreso, spesso dalla Sicilia, ove giungono provenienti dall’Africa. La loro cattura fa parte di un progetto internazionale. Infatti, una volta catturati, con tutte le cautele possibili, viene messo loro un piccolo anello a una zampetta con un codice. Subito dopo vengono liberati.

Nel contempo si misura, con tutte le accortezze, il grasso che hanno sul petto che denota “la benzina” che hanno ancora in corpo. Quando arrivano, viene spiegato, hanno poco grasso che hanno consumato nel viaggio il che denota da quanto lontano provengano. Quando sono stanchi si riposano anche sulle navi, non più di una mezz’ora, poi riprendono il loro viaggio.

Ogni anno vengono parametrati i numeri degli uccelli migratori. Se ad esempio un anno ne arrivano 5.000 e il successivo 2.000 significa che la specie sta subendo una moria dovuta a qualche malattia e occorre prendere provvedimenti.

Istituita con D.M. 12 maggio 1999, la Tenuta di Castelporziano è un’importante area protetta.

La Riserva si trova interamente nel Comune di Roma e rappresenta un lembo integro di costa laziale, a sud del Tevere, interessato in buona parte da ambienti boschivi al punto da rappresentare, nel suo complesso, una delle più importanti foreste planiziali costiere di tutta Italia.

In questi ambienti si trova un ricchissimo popolamento vegetale e animale (oltre 1000 specie di piante vascolari e ben più di 5000 specie faunistiche).

Un recente censimento ha individuato 29 alberi monumentali per dimensioni e portamento appartenenti a 7 specie diverse.

Tra queste è opportuno, infatti, menzionare il leccio monumentale (Quercus ilex L.) di Capocotta che si accresce in senso orizzontale sopra i resti di un’antica costruzione risalente ad epoca romana.

Nella tenuta, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) collabora con il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica per censire i popolamenti faunistici, seguirne le dinamiche demografiche, fornendo indicazioni per la conservazione e la gestione delle popolazioni di specie selvatiche. La biodiversità si mostra nei suoi complessi equilibri e relazioni sul litorale a pochi passi dalla capitale.

In quest’area infatti, ove troviamo splendidi esemplari di querce monumentali, vi trovano rifugio cervi daini e cinghiali che qui hanno mantenuto il patrimonio genetico originario della specie; troviamo anche martore e tassi ed alcune specie tipiche degli ambienti mediterranei quali la lepre italica, il capriolo italico nonché l’istrice e ancora si trovano moltissimi anfibi rettili tra cui il rospo smeraldino la raganella e la testuggine palustre.

Ci sono vacche maremmane, bovini da carne e mucche da latte tutte di razza italiana. Sono presenti nel territorio anche cavalli maremmani custoditi da butteri. Il numero degli addetti per la salvaguardia di questo vasto territorio si aggira intorno alle 500 persone.

Una tenuta, quella di Castelporziano, da salvaguardare e da mostrare ai nostri figli e nipoti come modello.

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