La Via Crucis degli “ntencheli”

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Venerdì 3 aprile alle 21 a Carbognano, caratteristico e suggestivo borgo in provincia di Viterbo, si è tenuta una spettacolare rievocazione storica della Passione di Cristo (cliccare qui), seguita dalla solenne processione notturna del Venerdì Santo. L’evento, alla seconda edizione, è stato organizzato dal Sodalizio dei Cavalieri di San Filippo, in collaborazione con la IX Legio Hispana ed il patrocinio del comune di Carbognano e della parrocchia di San Pietro apostolo.
La Via Crucis affonda le sue origini nella pietà popolare verso il Cristo sofferente sviluppatasi fra il XII e il XV secolo. Questa devozione intende evocare il pellegrinaggio lungo la Via Dolorosa a Gerusalemme. Originariamente questa pia pratica non aveva un numero preciso e definito di quadri, soste o “stazioni”.

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Queste erano lasciate alle tradizioni della pietà locale, la quale attingeva anche da testi devoti. il Venerdì Santo ha avuto da sempre un posto d’onore nel cuore di tutti i carbognanesi.
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Gesù fu torturato nel pretorio, legato ad una colonna. Pietro lo rinnegò tre volte prima che il gallo cantasse. due volte. Per la prossima edizione suggerirei di rappresentare un gallo in processione vivo e stordito con il vino, perché se ne stia buono.

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Tutto è pronto: “titulus” (“questo è il re dei giudei”), martello e chiodi, i dadi per spartirsi la veste, l’aceto per l’ultima sete.

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Gesù fu inchiodato sulla croce alle nove del mattino di venerdì e spirò alle tre del pomeriggio, ma fu buio nel cielo già a mezzogiorno.

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Inizia la Via Dolorosa, la via Crucis. Il panno della Veronica, con il volto di Cristo impresso, e il “tronco a spalla”.

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La banda musicale suona la marcia funebre di Chopin. Il “ritiro” è alle undici e il priore congeda i confratelli: “Anche quest’anno abbiamo fatto Venerdì Santo”.
Alcuni figuranti indossano una veste nera o bianca con cappuccio, è la Sindone del Venerdì Santo. Tutto è buio e silenzio e vuoto da riempire con passi cadenzati.

Nessuno riconosce nessuno. Anche la Vergine è vestita di nero e stringe tra le mani un fazzoletto bianco, voto di speranza e di dolore di un anonimo donatore. La Mater Dolorosa oscilla sulle spalle di quattro portanti. Va in cerca del Figlio tradito e torturato, che ancora piange sangue sulle pietre nel Getsèmani, il podere tra gli ulivi dove Giuda baciò il Cristo.
Uno spettacolo, con oltre 150 figuranti e con più di 4 mila tra fiaccole e lumini, che ha suscitato profondi sentimenti.

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Per ulteriori approfondimenti (Via Crucis del 2013) sempre su quessto blog cliccare quì.

Aggiornamento al 02-02-2017: cliccare qui

Passione di Cristo 2016: cliccare qui

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