Bettino Craxi
Benedetto Craxi detto Bettino (Milano, 24 febbraio 1934 – Hammamet, 19 gennaio 2000) è stato un politico italiano.
Fu il primo socialista a ricoprire, nella storia repubblicana, la carica di Presidente del Consiglio dei ministri dal 4 agosto 1983 al 17 aprile 1987, in due governi consecutivi. Negli anni di Tangentopoli, in seguito alle indagini di Mani Pulite, venne condannato. Fuggì ad Hammamet in Tunisia dove trascorse, come latitante, gli ultimi anni di vita. È uno degli uomini politici più rilevanti della storia della Repubblica Italiana.
Stefania Craxi
C’è l’orgoglio, l’intensità. Ci sono lo sguardo fisso in macchina, le interminabili pause. Ma anche il dolore, la stanchezza, la consapevolezza della fine imminente. «Nella mia vita la tranquillità non l’ho mai cercata. In verità, non mi sono mai neppure posto il problema della felicità. La mia vita è stata una corsa». Bettino Craxi è ad Hammamet, nella sua grande villa bianca davanti al mare. Comincia così il documentario realizzato dalla Fondazione Craxi, che verrà presentato al cinema Embassy di Roma il 24 gennaio. Dopo un’ora e venti di filmati d’epoca, interviste rare e qualche frammento inedito, Craxi detta la sua frase-testamento: «Io parlo, parlerò, continuerò a parlare».
«Proprio perché continui a parlare, perché la sua voce si senta ancora — spiega la figlia Stefania — ho voluto questo film. Un documentario che lo segue da quando ancora ragazzino aiutava gli ebrei italiani a varcare il confine svizzero, fino all’esilio di Hammamet». E sull’ostentazione della parola «esilio» si coglie il nodo ancora non sciolto, che vede il Paese spaccato in chi lo considera un «perseguitato politico» e in chi a quell’«esilio» non ha mai dato patenti di nobiltà, descrivendolo come un latitante in fuga, condannato in via definitiva per corruzione.
Nella corsa a chi rende omaggio a Craxi, nell’ottavo anniversario della sua scomparsa, arriva per prima la figlia Stefania, che pure non vuole «primogeniture». Il film di Stefania, nella sua scontata partigianeria, racconta episodi della vita del padre che potrebbero piacere anche a quella sinistra che lo sta riconsiderando: da Violante che lo ha definito «un capro espiatorio», a Fassino che voleva inserirlo nel Pantheon del Pd. E magari a Veltroni, anche lui invitato all’Embassy, come Berlusconi. Nel film si vede un giovane Craxi che nel ’73 va a Santiago del Cile a deporre una corona di fiori sulla tomba di Salvador Allende.
I carabineros lo fermano, ma lui si farà consegnare di nascosto la cassetta dal cameraman. E racconterà, con il sorriso sfrontato di sempre: «Ci hanno impedito di avvicinarci e uno mi ha detto: un paso mas e sparo. Questo simboleggia il carattere del regime cileno: la violenza contro la ragione ». Poi c’è la visita al presidente Reagan, con Craxi che gli chiede conto dell’atteggiamento su Pinochet e gli suggerisce di sostenere Frei, che sei mesi dopo sarà presidente del Cile. C’è anche il Craxi dell’Achille Lauro, di Sigonella, il Craxi che dice no agli americani.
E prima ancora, Bettino padre che in gita a Giulino di Mezzegra si imbatte nel cancello dove si dice che fu fucilato Mussolini. «C’era solo un cartello ipocrita — racconta Stefania — “Fatto storico”. Allora prese me e mio fratello e ci portò a comprare dei fiori che abbiamo deposto sul luogo». Poi c’è il rapporto con la religione. In una delle sue ultime interviste Craxi aveva spiegato che da bambino andava in bici a benedire i morti dei bombardamenti e voleva farsi prete. Racconta di aver sempre avuto un senso del sacro: «Ma di fronte all’ignoto, non capisco e mi fermo».
Bettino Craxi contestato dalla folla all’uscita dell ‘Hotel Raphael a causa della mancata autorizzazione a procedere (risalente al giorno prima) da parte della Camera dei Deputati.
La sera del 30 Aprile 1993, dopo la fine del comizio tenutosi alle ore 18 nell’attigua Piazza Navona, durante il quale Occhetto, Rutelli e Ayala avevano incitato i presenti a protestare contro il voto parlamentare a favore di Craxi, una folla invase Largo Febo ed attese Craxi all’uscita dell’Hotel Raphael, l’albergo che da anni era la sua dimora romana. Le forze di polizia presenti gli consigliarono di uscire dal retro, ma egli preferì affrontare la folla. Comparendo, Craxi venne bersagliato da un fitto lancio di monete e oggetti vari, mentre parte dei dimostranti, sventolando banconote da 50 o 100 mila lire, intonavano in coro “Vuoi pure queste? Bettino vuoi pure queste?” sull’aria della canzone “Guantanamera”. Altri urlavano slogan anticraxiani come: “Su-i-ci-dio! Su-i-ci-dio!” e “Bettino, Bettino, il carcere è vicino!”. Craxi riuscì a salire in auto solo grazie alle forze di polizia presenti. La Thema di Craxi si mosse, raggiunta dai dimostranti che avevano sfondato il cordone di polizia e martellavano l’automobile di pugni e colpi di casco, mentre l’occupante apostrofava gli assalitori urlandogli “Lanciatori di rubli!”.
Come risulta dalle indagini del pool Mani Pulite, la corruzione era endemica nella società italiana,anche e sopratutto in quel PCI che per primo si era mosso a contestare Craxi.
Spezzoni del discorso in parlamento del 92, processo del 93, intervista ad Hammamet del 97
Stefania Craxi su Prodi
Sulla tomba di Bettino Craxi
Ersilio Mattioni rende omaggio allo statista scomparso e ne ricostruisce la storia politica
Cimitero cristiano di Hammamet (Tunisia)
E’ vero che in quegli anni i socialisti presero tangenti anche sull’aiuto al terzo mondo?
Che a Siad Barre in Somalia arrivavano miliardi, parte dei quali veniva reinstradato per le casse del partito?
Vero che non rubavano per se, ma per finanziare la politica, però rubavano.
Caro Mariotti, ti ringrazio per aver valorizzato il video che la redazione di http://www.ersiliomattioni.it ha girato ad Hammamet sulla tomba di Bettino Craxi. Il nostro ha voluto essere un contributo ma, soprattutto, un omaggio allo statista Bettino Craxi e al suo progetto politico per l’Italia. A 15 anni da Tangentopoli, crediamo sia necessario uno sguardo sugli eventi più lucido e senza emotività.
Buon lavoro e in bocca al lupo per la crescita del tuo blog!
Cordialmente,
Ersilio Mattioni
[…] La Fondazione Craxi (cliccare qui) è una fondazione nata il 18 maggio 2000 allo scopo di tutelare la personalità, l’immagine, il patrimonio culturale e politico di Bettino Craxi attraverso la raccolta di tutti i documenti storici che riguardino la sua storia politica. Principale animatrice è la figlia Stefania Craxi, attualmente deputato di Forza Italia. La sede principale è a Roma, mentre un’altra importante sede si trova ad Hammamet, in Tunisia, luogo dove è sepolto Bettino Craxi. Tra le attività della fondazione vi è la costituzione e valorizzazione dell’”Archivio Storico Craxi”, costituito riunendo documenti conservati in diversi luoghi (Milano, Roma, Hammamet), costituiti essenzialmente da corrispondenza, memorie, discorsi, articoli, interviste, atti processuali. L’obiettivo generale è quello di “riabilitare” la figura dello statista italiano coinvolto nei processi di Mani Pulite e di riqualificarne l’importanza storica. Per ulteriori approfondimenti sempre su quessto blog cliccare quì […]
il 30 dicembre 2008 andrò ad hammamet