Funerali a Roma in Trastevere per il cantautore Stefano Rosso


Stefano Rosso (Roma, 7 dicembre 1948 – 15 settembre 2008) è stato un cantautore e chitarrista italiano. È morto lunedì sera a Roma, il 7 dicembre avrebbe compiuto 60 anni. Cantante e chitarrista, il cui vero cognome era Rossi, apparteneva alla scuola dei cantautori romani e a fine anni Settanta era diventato famoso grazie alla canzone Una storia disonesta, di cui si ricorda una frase per quei tempi scandalosa: «Che bello, due amici, una chitarra e uno spinello…»

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Addio a un mostro sacro del rock, Richard Wright tastierista dei Pink Floyd


E’ morto (era malato di cancro) a 65 anni Richard Wright, uno dei fondatori – insieme a Roger Waters, Syd Barrett e Nick Mason- dello storico gruppo dei Pink Floyd.
Il gruppo è nato a Cambridge nel 1964 al politecnico di architettura; i suoi componenti sono i seguenti:
David Jon “Dave” Gilmour – chitarra e voce (dicembre 1967 – presente).
George Roger Waters – basso e voce (1964 – 1985; una comparsa nel 2005 ma non come membro ufficiale).
Nicholas Berkeley “Nick” Mason – batteria (1964 – presente).
Richard William “Rick” Wright – tastiere e voce (1964 – 1979, 1987 – 2008).
Roger Keith “Syd” Barrett – chitarra e voce (1964 – 1968); scelse come nome del gruppo l’unione dei nomi di due bluesman da lui molto amati (Pink Anderson e Floyd “dipper boy” Council). Read more »

Cognomi italiani


L’antico stemma dei Mariotti
Il cognome è quella parte del nome di una persona che indica a quale famiglia appartiene. In italiano il cognome viene generalmente scritto dopo il nome proprio, ad eccezione dell’uso negli atti pubblici e privati o negli elenchi quali liste anagrafiche ed elettorali. L’uso del cognome come identificativo di una famiglia si fa risalire all’antica Roma. Un nome è scelto più o meno accortamente dai genitori, e spesso con azioni di forza di parenti invadenti, il cognome ce lo troviamo in eredità, a meno di non essere abbandonati alla nascita, e ce lo dobbiamo tenere da quando alla fine del Medioevo, per questioni sociali è diventato immutabile. In Italia, i cognomi sono stati prima appannaggio delle famiglie ricche, ma nel 1200 a Venezia e nel secolo seguente in altre aree, anche se con qualche resistenza e ritardo, l’uso si è esteso agli strati meno abbienti della popolazione. Però, è solo con il Concilio di Trento nel 1564, che si fa obbligo ai parroci di tenere un registro
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Santa Rosa quest’anno festeggia i 750 anni…


La Macchina viene realizzata da un costruttore, scelto dalla Città di Viterbo con pubblico appalto ogni cinque anni. Il Capitolato prevede la costruzione di una macchina alta 28 metri sopra la spalla dei facchini che raggiunge quindi circa 29,50 metri da terra, e fissa alcune misure limite, anche in base alle vie del centro storico, che nei punti più stretti vedono la Macchina sfiorare grondaie e balconi. Nel passato, la macchina ebbe prevalentemente l’aspetto di un campanile gotico, illuminato con torce e candele, da cui la tradizionale definizione di “campanile che cammina”. Nella seconda metà del Novecento, a partire dallo straordinario “Volo D’Angeli” costruito da Giuseppe Zucchi, sono subentrate forme più moderne o avveniristiche, come per l’attuale “Ali di Luce”, realizzata per il quinquennio 2003-200? dal progettista Raffaele Ascenzi e dal costruttore Contaldo Cesarini impiegando materiali altamente tecnologici, fibre, leghe leggere, e sorgenti luminose diverse, che valorizzano le forme artistiche dei rivestimenti in cartapesta. Quella che sarà ricordata come l’ultima uscita di Ali di Luce è stato un successone. Circa ottantamila persone hanno affollato il centro storico per seguire, con il naso all’insù, la magica “passeggiata” della torre che cammina. I Facchini sono stati impeccabili, praticamente perfetti, regalando uno spettacolo senza paragoni. Non poteva esserci modo migliore per festeggiare il 750° anniversario della traslazione del corpo di Santa Rosa. Questa edizione del trasporto della Macchina sarà anche ricordato per la presenza del

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Il mistero della scomparsa delle api


Su internet, molti affermano che Einstein disse questa frase: Se un giorno le api dovessero scomparire, all’ uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita.
Da quello che ho letto, in realtà, secondo quanto riportato da Snopes.com, non esiste una fonte originale per questa citazione attribuita a Einstein, ed essa non viene menzionata in nessun documento prima del 1994. In quell’anno, è usata per la prima volta su di un volantino distribuito a Bruxelles dall’Unione Nazionale Apicoltori francesi, in rivolta a causa della concorrenza del miele d’importazione. È quindi probabile che sia stata creata ad hoc per avvalorare la protesta. Comunque sembrerebbe accertata la presenza di alti livelli di pesticidi negli alveari. Analisi degli alveari hanno evidenziato un livello mai riscontrato prima di due pesticidi usati contro la Varroa, inoltre nelle api e nel polline sono risultati presenti una settantina di altri pesticidi usati in agricoltura e diversi metaboliti di questi pesticidi. Secondo la ricercatrice Maryann Frazier, che ha mostrato i risultati al meeting della American Chemical Society, non Read more »

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