Funerali a Roma in Trastevere per il cantautore Stefano Rosso


Stefano Rosso (Roma, 7 dicembre 1948 – 15 settembre 2008) è stato un cantautore e chitarrista italiano. È morto lunedì sera a Roma, il 7 dicembre avrebbe compiuto 60 anni. Cantante e chitarrista, il cui vero cognome era Rossi, apparteneva alla scuola dei cantautori romani e a fine anni Settanta era diventato famoso grazie alla canzone Una storia disonesta, di cui si ricorda una frase per quei tempi scandalosa: «Che bello, due amici, una chitarra e uno spinello…»


Un “personaggio” atipico nel panorama della canzone d’autore italiano. Aveva debuttato nel 1969, in coppia col fratello nel duo Romolo e Remo, con la canzone Io vagabondo. Partecipò al Festival di Sanremo nel 1980 con “L’italiano” inserito nell’album Io e il signor Rosso pubblicato dalla Ciao record, insieme a canzoni come Quello che mi resta e Quando partì Noè (canzone, quest’ultima, scritta da Stefano Rosso per uno spettacolo del gruppo di cabaret La Smorfia, con Massimo Troisi). Da ricordare, tra le sue canzoni impegnate, anche “Odio chi” e “Bologna ’77”, dedicata a Giorgiana Masi, ragazza uccisa a Roma durante una manifestazione.
Stefano Rosso – Una Storia Disonesta 1976

Stefano Rosso – L’italiano

Stefano Rosso – Letto 26 – 1976

Stefano Rosso – …E Allora Senti Cosa Fò (1978)

Bologna ’77 (Stefano Rosso)
L’inverno passava qualcuno di lì
Il nastro girava, suonava “Lilly”,
Girava il pallone, lo stadio impazzì
La voce tremava, l’inverno finì.

E poi primavera, e qualcosa cambiò
Qualcuno moriva, e su un ponte lasciò
Lasciò i suoi vent’anni e qualcosa di più
E dentro i miei panni, la rabbia che tu

Da sempre mi dai, parlando per me
Scavando nei pensieri miei,
Guardandomi poi dall’alto all’ingiù
E forse io valgo di più.

L’estate moriva, Bologna, tremò,
La dalia fioriva e la gente pensò
Dei tanti domani vestiti di jeans
Chiamandoli “strani”, ma non fu così

E quando m’incontri, se pensi di me
Tu sappi che il sole che splende per te
E il grano che nasce, e l’acqua che va
E’ un dono di tutti, padroni non ha

E il grano che nasce, e l’acqua che va
E’ un dono di tutti, padroni non ha.

1 Comment so far

  1. carla on 18 Settembre, 2008

    AHO STO BLOG MI PARE DIVENTATO UN CAMPOSANTO COMMEMORATIVO ………………EH BASTA!!!!

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