Anagrafe pubblica degli eletti per moralizzare la politica e liberarci dalla partitocrazia

anag
L’intreccio tra pubblici amministratori, imprenditori ed ambienti malavitosi ha raggiunto livelli di corruzione e illegalità gravissimi e, forse, non più rimediabili;  si corre il rischio che determinate istanze di moralizzazione siano raccolte solo dall’antipolitica che trova nel “vaffa” del grillismo o nel dipietrismo la sua più significativa espressione e, come si suol dire, si faccia, nel vento di un’ondata demagogica, “di tutta l’erba un fascio”.
grande-abbuffata1
A tale degrado, divenuto organico per i numerosi anni trascorsi e l’assenza di soluzioni da parte di tutte le amministrazioni che si sono succedute, occorre rispondere con un’iniziativa davvero strutturale che – recuperando in pieno il fondamento della democrazia liberale, l’einaudiano “conoscere per deliberare” – renda tutti i candidati, gli eletti e i nominati a cariche pubbliche o di interesse pubblico,  conoscibili e valutabili, loro stessi e non per il tramite dei loro partiti, assicurando la massima trasparenza delle loro situazioni patrimoniali, il controllo e la possibilità di partecipazione agli elettori aprendo finalmente la strada alla nuova frontiera della e-democracy (un sistema di democrazia partecipativa e anche diretta).
Quasi ogni anno siamo chiamati ad eleggere di volta in volta deputati e senatori, chi mandar al Parlamento Europeo e ancora il sindaco, il presidente della Regione o della Provincia,i consiglieri circoscrizionali…E una volta che li abbiamo eletti, che cosa sappiamo di quello che fanno, che dicono, che propongono? Cosa sappiamo, davvero, di quello che viene deciso in un consiglio comunale, in un’assemblea regionale, in una commissione parlamentare di Montecitorio o Palazzo Madama? Eppure si tratta di decisioni che riguardano la nostra vita: la salute, le tasse, la scuola, le pensioni, l’assistenza, il lavoro…I leader dei partiti ormai parlano per slogan, nelle trasmissioni di approfondimento politico comunicano in battute. Parlano, parlano, parlano: ma che cosa dicono? E soprattutto: che cosa fanno realmente?
La trasparenza nel rapporto tra eletti ed elettori è anche l’obiettivo della proposta radicale di istituire un’anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, uno strumento democratico che pone l’elettore in condizioni di conoscere realmente il candidato e l’eletto per seguirlo nella sua attività politica, monitorare le sue scelte e anche i suoi interessi, garantendo al cittadino un voto consapevole e consentendo che siano premiati i migliori, i più capaci e onesti.
A tutti i livelli istituzionali occorre garantire ai cittadini la possibilità di conoscere con facilità non soltanto l’attività svolta dai vari enti, ma anche quei dati inerenti l’attività degli eletti, integrale e senza filtri, rendendo disponibili, di facile accesso e consultazione, atti e informazioni, anche con riferimento a quanto concerne le nomine, delle società interamente pubbliche e di quelle partecipate, e in definitiva dell’intera pubblica amministrazione.
Radicali Italiani Anagrafe Pubblica degli Eletti

Oggi, grazie alla rivoluzione digitale e a Internet, è infatti, tecnicamente possibile recuperare il rapporto diretto tra elettori ed eletti, a tutti i livelli istituzionali.
La proposta si basa innanzitutto sul principio della trasparenza; motivo per cui si chiede che di ciascuna istituzione vengano messi in rete: link al sito istituzionale; bilancio interno con allegati; composizione dell’istituzione; presenze e comportamento di voto degli eletti; atti presentati in tutte le articolazioni dell’istituzione, iter e conclusione; atti adottati dalle singole articolazioni dell’istituzione.
Di ciascun eletto, invece, si chiede che vengano pubblicati: dati anagrafici; codice fiscale, dato identificativo al fine di disporre – appunto – di un’anagrafe degli eletti e, di ciascuno, gli incarichi elettivi ricoperti nel tempo; dichiarazione dei redditi e degli interessi finanziari relativi all’anno precedente l’elezione, degli anni in cui ricopre l’incarico e di quelli successivi; dichiarazione da parte dell’eletto dei finanziamenti ricevuti, dei doni, dei benefici o di altro assimilabile; registro delle spese degli eletti, comprensive di quelle per lo staff, spese telefoniche e dotazione informatica; atti presentati con iter fino alla conclusione; quadro delle presenze ai lavori e i voti espressi sugli atti adottati dall’istituzione cui appartiene. Questo ultimo punto è  fondamentale, prioritario, perché consente al cittadino di controllare a mano a mano che l’eletto esplica il suo mandato le specifiche iniziative e anche quanto queste corrispondano al programma elettorale.
Tutti questi dati dovranno essere accessibili e in un formato standard aperto, così da poter essere elaborati e incrociati. In rete quindi l’operato di un milioncino di eletti, tra deputati, senatori, consiglieri ed entourage per poter conoscere scelte e comportamenti di tutti gli eletti, inserendo un elemento che finora ha connotato solamente i Parlamenti delle grandi democrazie anglosassoni.

Nessun commento

Lascia un commento