Roma#TsunamiTour a San Giovanni – E’ stato un piacereDay

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Chi c’è stato lo racconterà ai suoi nipoti “C’ero anch’io a San Giovanni, il giorno che cambiò l’Italia“.
Il 22 febbraio u.s. sono stato a Piazza San Giovanni….non riuscivo a muovermi per quanto eravamo pressati….prima c’ero stato per le più grandi manifestazioni della sinistra….ma questa volta spero che inizi una fase nuova. Visi attenti di coloro che erano intorno: distesi, emozionati (cliccare qui e qui). A due ragazze “ridevano gli occhi” e si percepiva una luce di speranza, di serenità, di consapevolezza. Credo veramente che si possa aprire una breccia in quel muro di gomma che abbiamo davanti da almeno 30 anni…sta a noi infilarcisi e stabilire quella testa di ponte che ci permetterà di arrivare alla conquista di una società dei cittadini, equa, solidale; con l’essere umano al centro, con rispetto, fratellanza voglia di aiutarci, facendo venir fuori ad ognuno il meglio che si ha dentro e che spesso non mostriamo perché accecati dalla rabbia per tutto quello che sta avvenendo. 

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Può forse il pareggio di bilancio, per quanto lo si prospetti come indispensabile, costituire “Il Futuro”? Può forse la Banca Centrale Europea, per quanti bond italiani sia disposta ad acquistare, vestire i panni della Fata Turchina? Basta, sì basta! Abbiamo assoluto bisogno di tornare a vivere la vita vera, quella che ha sempre reso ricchissimi gli Italiani anche quando erano poveri: la capacità di credere nel futuro, di lavorare per il futuro, nella bellezza della propria terra, nella fiducia del suo “Stellone” gioioso e fortunato.

Quello che poi è accaduto alla fine di una campagna elettorale condotta da tutti i partiti in modo a dir poco scellerato si è rivelato, per quanto riguarda il MoVimento 5 Stelle, un successo fuori da ogni previsione. Un evento di questa portata non si era mai verificato in tutta Europa. Non comprenderlo ieri e oggi vuol dire essere completamente ottusi.

Per le sue dimensioni, l’irruzione sulla scena politica nelle recenti elezioni del MoVimento 5 stelle e le conseguenze che esso avrebbe sugli scenari politici italiani (e, in realtà, europei) va ben oltre qualsiasi ipotesi formulata dagli istituti demoscopici. Il “non partito” di Beppe Grillo ha, infatti, ottenuto alla Camera oltre 8 milioni e mezzo di voti (8.689.458) e una percentuale del 25,55, risultando pertanto la prima lista su scala nazionale.

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Tenuto conto che la formazione affrontava per la prima volta una competizione elettorale legislativa, si tratta di una performance eccezionale, che in Europa fatica a trovare precedenti nelle cronache degli ultimi decenni.

Dall’osservazione del voto per la Camera nei comuni delle 15 città metropolitane si evince la buona tenuta del movimento di Grillo nei contesti urbani. Il M5S è sopra la media a Roma (27,27%), Torino (25,60%), Messina (27,66%), Venezia (27,64%), ed è primo partito a Palermo (32,76%), Genova (32,17%), Catania (31,86%), Reggio Calabria (28,48%), Bari (27,90 %) e Cagliari (26,74%).
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In questi giorni, poi, basta accendere la radio o la TV o leggere un quotidiano nazionale per trovare gli epiteti appioppati agli eletti del M5S: ignoranti, incompetenti, esaltati, fideisti, irresponsabili, schiavi, servi, impreparati, fuori dalla realtà, sbracati, ingenui, incapaci di intendere e di volere, inaffidabili e populisti; si populisti, quando poi il dizionario dice che “populista è colui che intende migliorare la posizione del popolo permettendogli di sfuggire alle violenze della classe dominante, ai ricatti e allo sfruttamento”. Quindi è un termine positivo completamente opposto all’altro termine: demagogo. Forse coloro che con tanta leggerezza usano la definizione di “populista” per denigrare un oppositore, dovrebbero ritornare sul dizionario e consultare il termine alla voce demagogo e scoprirebbero che al contrario, quell’espressione, significa “colui che con ipocrisia ben calcolata, cerca di sfruttare l’ingenuità di una popolazione per trarne vantaggi indegni”.
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Oppure va dimostrato il teorema che molti degli eletti del M5S sono vicini al pdmenoelle, governativi, ribelli alla linea sconclusionata di Grillo, assennati, bersaniani.  A nulla vale la considerazione che sono una forza esistente da anni e radicata sul territorio ma non ancora perfettamente organizzata ed appena arrivata in Parlamento, con la percentuale di donne, giovani e laureati maggiore di tutte le forze politiche; che al loro interno ci siano solo incensurati estranei alle logiche partitiche e che una grandissima quantità di italiani, il cosiddetto “popolo”, abbia deciso di accordare loro fiducia. Evidentemente, il popolo non è degno di rappresentare se stesso: sconcertante udirlo dalla destra, sconvolgente dalla sinistra. Pare che nessuno abbia compreso la natura “popolare”, spontanea, genuina, diretta e pacifica del M5S che come una idrovora, risucchia tutto e che il suo successo rappresenta tra l’altro il fallimento della partitocrazia.
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Il MoVimento 5 Stelle è una libera associazione di cittadini.
Non è un partito politico nè si intende che lo diventi in futuro.
Non ideologie di sinistra o di destra, ma idee.
Vuole realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità dei cittadini il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi.

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