Trekking al Parco nazionale delle Cinque Terre
Il trekking (dall’inglese to trek, che significa “camminare lentamente”) consiste in una camminata di lunga durata che può essere fatta sullo sterrato, nel bosco, su sentieri, percorrendo tratti pianeggianti, ma affrontando anche salite piuttosto ripide e discese ardite. Il trekking aumenta la forza e il tono muscolare. I muscoli maggiormente utilizzati durante la salita sono il quadricipite femorale, che è il muscolo anteriore principale della coscia, il bicipite femorale, la muscolatura della gamba e i piccoli muscoli del piede, fondamentali durante la fase di spinta in avanti. In discesa, specie se è ripida, la muscolatura deve lavorare ancora di più per ottenere un effetto frenante.
Chi, dopo aver letto il post, desidera vedere altre immagini scattate durante le quattro giornate del viaggio fatto alle Cinque Terre clicchi qui. Buona visione (da pag. 22 a seguire)!
Se ami la natura numerosi sentieri ti accompagneranno alla scoperta dei famosi borghi marinari della Cinque Terre, con meravigliosi scenari a picco sul mare immersi in una natura incontaminata, profumata dagli inconfondibili aromi della macchia mediterranea. Le specie arboree e arbustive tipiche sono generalmente il pino marittimo, la quercia da sughero e il castagno; il finocchio di mare e la Cineraria marina e ben visibili ovunque anche alloro, rosmarino, erba pepe, timo, elicriso, cappero e lavanda. Non è raro trovare nei pressi delle abitazioni piante ornamentali tipiche come il pittosporo.
In volo sulle Cinque Terre – Bird’s eye view
Un patrimonio, quello delle Cinque Terre, tutelato dall’Unesco, che necessita di una continua manutenzione, a cominciare proprio dai sentieri: per questo il Parco nazionale delle Cinque Terre, istituito nel 1999, regola l’accesso ai percorsi pedonali nel territorio con un ticket d’ingresso, i cui proventi sono destinati interamente alla cura del territorio e a servizi logistici e di trasporto pubblico a basso impatto ambientale. La Cinque Terre Card, con validità variabile da uno a tre giorni e costo di 8,00 € per un giorno, 13,50 € per due giorni, 18,50 € per tre giorni, consentono, oltre all`accesso ai sentieri e l’utilizzo dei treni regionali da e per La Spezia Centrale/Levanto, anche diversi vantaggi, tra cui l’utilizzo dei pulmini e degli ascensori; l’ingresso negli spazi museali dedicati alla cultura materiale (museo dello Sciacchetrà a Manarola, museo della Memoria a Riomaggiore, antico frantoio di Groppo); la visita al centro di salagione delle acciughe e all’acquario virtuale di Monterosso.
Suggerisco assolutamente di alloggiare a La Spezia (noi siamo scesi all’Hotel Corallo) e procedere il viaggio col treno per Genova. I treni si fermano in tutti i cinque paesi delle Cinque Terre. Riomaggiore è la prima fermata a soli 7-8 minuti dopo La Spezia.
Le Cinque Terre sono un frastagliato tratto di costa della riviera ligure di levante situato nel territorio della Provincia della Spezia tra Punta Mesco e Punta di Montenero, nel quale si trovano cinque borghi o, come si diceva anticamente, terre, ossia Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Di questi soltanto Monterosso, Vernazza e Riomaggiore sono comuni, mentre Corniglia e Manarola sono frazioni, rispettivamente, di Vernazza e Riomaggiore.
L’opera dell’uomo, nei secoli, ha modellato il territorio senza alterarne i delicati equilibri ecologici, ma esaltandone la bellezza, come la necessità di terrazzare i declivi, dovuta alla particolare tecnica agricola tesa a sfruttare per quanto possibile i terreni posti in forte pendenza che degrada verso il mare, facendone così uno dei più caratteristici e affascinanti paesaggi della Liguria.
Sulle terrazze a picco sul mare le popolazioni rivierasche coltivano vitigni, sostanzialmente uve bianche come bosco, albarola, trebbiano e vermentino, da cui si ottiene produzioni vinicole di qualità ed il famoso vino liquoroso Sciachetrà.
Itinerari
20 maggio 2010
Ore 9:46 partenza per una non piccola gita nel parco nazionale delle Cinque Terre. Così, eccoci tutti e quattro (io, mia moglie e una coppia di amici) alla stazione Termini di Roma pronti per prendere il treno che ci porterà a La Spezia, da dove poi….
ore 16:00 – Stiamo già a percorrere una parte del sentiero costiero numero 2, conosciuto come Sentiero azzurro, nel tratto tra Corniglia e Manarola
che domina un piccolo porticciolo e quello tra Manarola e Riomaggiore dove prende le sembianze della celebre via dell’Amore.
Una passeggiata delle più romantiche, soprattutto nei giorni qualsiasi quando non è popolata di turisti che coprono il suono delle onde e della natura. Simbolo per eccellenza delle Cinque Terre, nacque tra gli anni Venti e Trenta, tracciata tra le arenarie dai minatori che lavoravano al raddoppio della linea ferroviaria che collega Genova e La Spezia per ricavare dei depositi sicuri per gli esplosivi. Le panchine dedicate alle divinità e agli eroi della mitologia greca e romana sono arrivate molti anni dopo, seguite da lavori per la messa in sicurezza, una ringhiera, un sistema di lastricazione uniforme e di illuminazione a energia solare, fino agli ascensori che la collegano direttamente con la stazione ferroviaria di Riomaggiore con case coloratissime, viuzze tortuose e minuscole piazze.
Riomaggiore ha una particolarità: è stato il primo borgo italiano a essere dotato di un impianto televisivo via cavo collegato a un’unica antenna parabolica ricevente di proprietà del Comune, il quale ha vietato l’uso delle normali antenne a tetto per salvaguardare l’estetica del paesaggio. L’impianto consente di ricevere, oltre alle principali emittenti italiane e straniere, una serie di reti locali, tra le quali il canale dell’amministrazione comunale (TeleRio) e quello del Parco nazionale delle Cinque Terre (TeleParco5Terre), nonché alcuni canali che trasmettono le immagini di telecamere fisse che riprendono il paesaggio e i fondali. Anche la rete satellitare di Sky, grazie a un’apposita convenzione, viene trasmessa agli utenti attraverso l’impianto comunale.
21 maggio 2010
Non siamo però venuti solo per percorrere il famoso sentiero lungo la costa, ma bensì alcuni tratti dell’Alta Via.
Oggi percorreremo un sentiero ad anello partendo ed arrivando a
Monterosso, saliremo al Santuario della Madonna di Soviore, raggiungeremo poi, passando per il colle di Gritta, Punta del Mesco, una zona molto panoramica per riscendere poi a Monterosso.
Sono circa 10 km di percorso per un tempo di percorrenza di circa 4 ore.
Monterosso è il paese di origine di Domenico Montale, padre del poeta Eugenio Montale premio nobel 1975. Montale compose molte poesie ispirate alle Cinque Terre e raccolte poi nel volume Ossi di Seppia.
“Paesaggio roccioso e austero, asilo di pescatori e di contadini viventi a frusto a frusto su un lembo di spiaggia che in certi tratti va sempre più assottigliandosi, nuda e solenne cornice di una delle più primitive d’Italia. Monterosso, Vernazza, Corniglia, nidi di falchi e di gabbiani, Manarola e Riomaggiore sono, procedendo da ponente a levante, i nomi di pochi paesi o frazioni di paesi così asserragliati fra le rupi e il mare” (Eugenio Montale, “Fuori di casa“).
Punto di partenza: Lungomare di Fegina, nucleo di più recente espansione di Monterosso. Dal lungomare di Fegina, in corrispondenza della stazione ferroviaria FF.SS., si segue il sentiero contrassegnato con il segnavia rosso e bianco;
superato il “Gigante” (imponente statua in cemento e ferro raffigurante Nettuno) il percorso incomincia a salire tra le case incrociando in più punti una strada carrozzabile a tornanti. Si prosegue per un ripido vallone e portatisi in quota, il sentiero procede a mezza costa per giungere dapprima in località Case Minà (220 m) e poi al bivio S. Antonio/Telegrafo (319 m – 1h15min.): piegando a sinistra si possono raggiungere i resti della chiesa di Sant’Antonio, eremo abitato dal XIII al XVII secolo, e il vecchio faro di Punta Mesco da cui si gode un magnifico panorama che in giornate limpide si spinge fino alla Corsica.
Ritornati al bivio, lasciando sulla sinistra il sentiero n. 1 che porta a Levanto, si prosegue sul tratto dello stesso sentiero che punta a nord attraverso la Cresta di Sant’Antonio per giungere in prossimità della cima del monte Vè o Focone, importante punto panoramico. Il sentiero n. 1, che segue il crinale di tutte le Cinque Terre da Levanto a Porto Venere, offre splendidi panorami e si può percorrere a tappe. Continuando si scende ad una sella (360 m. – 2h) da dove partono diversi sentieri che portano a Levanto. Dopo il bivio si risale sempre sul crinale in una fitta pineta, per poi discendere alla Colla di Gritta (310 m – 2h 45 min), crocevia di strade tra Monterosso e Levanto. Da qui si segue per un breve tratto la strada provinciale n. 38 (di collegamento con la Val di Vara) che sale mantenendosi a mezza costa fino al Santuario di Soviore tra robinie e pini marittimi.
Il Santuario della Madonna di Soviore (470 m – 3h 15 min), che sorge in posizione panoramica, è uno dei cinque santuari mariani, posti sopra ognuno dei borghi delle Cinque Terre; uno dei più antichi, risalente nella sua forma primitiva al VIII secolo (resti visibili sotto il pavimento della chiesa).
Approfittiamo anche del fatto che sul piazzale del santuario c’è una fontana. L’unica che incontreremo in questo giro. C’è anche un bar e un ristorante ma, per fortuna, c’è pochissima gente: il silenzio e la pace è tanta.
Per non ritornare a Monterosso si segue in discesa il sentiero n. 5, e si arriva a Vernazza.
22 maggio 2010
Il percorso che andremo a fare oggi è quello che da Manarola conduce a Corniglia in 3 – 4 ore. Da Manarola, esattamente da via Roma, dovrete risalire la strada principale del borgo, che raggruppa tutti i caratteristici vicoletti. Salite la scala fatta da tanti alti gradoni. La prima parte del percorso non è uno scherzo, ma una volta sopra il paese possiamo ammirare già la bellezza del paesaggio.
Arrivate fino alle case di Volastra e, passando per il Santuario di N. S. della Salute, dovrete continuare la passeggiata lungo i vigneti. Se volgete lo sguardo verso il panorama, vedrete in basso il meraviglioso puzzle di colori di Manarola.
Mantenendovi sotto la strada provinciale dei Santuari, attraverserete suggestive fasce di terra sospese sul mare.
Una volta arrivati a Corniglia sarete avvolti dai profumi dei castagni, dei pini e dei lecci.
Il borgo di Corniglia è caratteristico per il fatto di essere costruito su un promontorio in altura e non sul mare come le altre quattro “terre”. Conserva inoltre un tipico centro storico a nastro (circolare) di tipo più contadino che marinaro.
Dalla stazione, per raggiungere l’abitato di Corniglia ci sono tre alternative, fare una simpatica scalinata di mattoni detta la “Lardarina” che, con ben 33 rampe conta 377 scalini, percorrere la strada asfaltata per circa un chilometro oppure prendere un pulmino che offre un servizio navetta.
In serata tutti a vedere la finale di Champions League 2010 e l’Inter, finalmente, è campione d’Europa.
23 maggio 2010
Da via Ettore Vernazza, si procede verso via Carattino e passando per stretti carrugi si arriva alla mulattiera, che porta a Corniglia, vicino alla torre superiore delle fortificazioni di Vernazza.
È imprenscindibile fermarsi un momento per ammirare il panorama mozzafiato che si mostra una volta in quota, salendo tra vigneti prima e agavi, fichi d’india, euforbìe arboree poi. Si attraversa in salita un oliveto in parte coltivato, e si raggiunge quindi la frazione di Prevo a 220 metri, massima quota dell’ itinerario azzurro a 1.6 km da Vernazza. Il sentiero prosegue in leggera discesa offrendo una veduta completa di Corniglia fino alla Punta di Montenero, e della sottostante spiaggia di Guvano, dove il sentiero si restringe e scende bruscamente fino ad incontrare un punto di sosta attrezzato. Si ricomincia a salire con la frazione di San Bernardino alle spalle, per poi ridiscendere di nuovo e attraversare il rio Canaletto su un ponte a schiena d’asino in pietra. Si oltrepassa un altro rio, il Rio Groppo, e risalendo per i vigneti, il sentiero continua fino alla chiesa di San Pietro e quindi a Corniglia.
Da qui in treno di nuovo verso Monterosso e appena usciti dalla stazione dei treni subito ci si trova sul lungomare di Fegina.
Davanti si trova la piccole spiaggia libera sassosa. A destra e sinistra gli unici bagni delle Cinque Terre, con spiaggia di sabbia e piccoli ciottoli.
24 maggio 2010
Ci svegliamo con calma, il nostro treno parte alle 10.13 e questo ci permette ancora di fare un giretto tra le vie di La Spezia prima di andare in stazione.
Il treno è in orario, e noi troviamo, i quattro posti a sedere prenotati. La vista della costa durante il viaggio è sempre affascinante. Ci siamo divertiti, abbiamo camminato e faticato ma ne è valsa veramente la pena: il posto è semplicemente fantastico e io non vedo l’ora di vedere le foto che ho fatto!
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