Odiate e maledette trombette
La vuvuzela, che vuol dire “fare rumore” in zulu, la tromba di plastica lunga circa sessantacinque centimetri per 120 grammi di peso, composta da tre pezzi, che fa da sottofondo a tutte le partite del Mondiale sudafricano è diventata in pochi giorni l’oggetto che ogni tifoso, telecronista, allenatore e giocatore vorrebbe avere a portata di mano (per poterlo poi magari ridurre a pezzettini). Tutto ciò a causa del rimbecillimento compulsivo che porta le persone a desiderare un oggetto per il quale provano un moto di ripulsa. Infatti esibire la mefitica trombetta con gli amici, “fa status” .
Vuvuzela Desensitization
Vuvuzela? Ci avete rotto i timpani. I tifosi non vedono l’ora di scappare dagli stadi, assordati dal suono monocorde delle micidiali trombette del c…o, mentre gli spettatori sperano con tutto il cuore che chi le sta suonando si strozzi. Non è sorprendente, infatti, che sugli spalti vadano a ruba i tappi o -per gli spettatori tv – si diffonda un software per intercettare le frequenze-zanzara ed eliminarle.
Diagnosi medica: se il danno specificamente acustico delle vuvuzela è probabilmente temporaneo e non permanente, più sottile e subdola è la loro incidenza -per un atleta- a livello cinestesico (i movimenti) e neuropsicologico.
E per finire sai da dove provengono le vuvuzela?
Ne vuoi una?
Ho trovato da dove provengono…..(cliccare qui) pensa a questo la prossima volta che la suoni!