Il gioco della Dama: “ludus latrunculorum” nell’antica Roma
Giochi “intelligenti” per adulti. Noi Italiani siamo troppo seri: giochiamo poco. Il gioco è, invece, un momento importante per ogni persona, giocavamo da piccoli per divertirci e sviluppare più velocemente le nostre capacità, giochiamo da grandi per rilassarci e liberare la mente.
È lecito immaginare che anche Giulio Cesare conoscesse il gioco e la relativa strategia difensiva a forma di piramide, considerata la cura difensiva delle legioni narrata nel De bello Gallico. Il riferimento più concreto è quello che troviamo in moltissimi scavi, e si tratta del tavoliere del gioco, inciso in molti luoghi di aggregazione. E’ sostanzialmente identico ad una damiera, o a un tavoliere da Othello. La dama è uno dei giochi da tavolo di strategia e da competizione più popolari che cominciò ad assumere una forma moderna verso la metà del XVI secolo e il primo libro sul gioco –che fa affidamento soprattutto sull’intelligenza e sull’attenzione del giocatore- fu edito nel 1547 dallo spagnolo Torquemada, mentre il primo trattato sulla dama italiana è stato quello del Lanci
pubblicato nel 1837, mentre una pubblicazione ad opera di Cesare Mancini era apparsa nel 1830.
Dal 1920 al 1935 fu tutto un susseguirsi di iniziative che portarono il gioco della Dama italiana all’attuale diffusione ed a un livello tecnico prima mai raggiunto. Contribuirono alla sua divulgazione la costituzione di numerosi Circoli e la fondazione della Federazione Italiana, per anni presieduta da Franzioni. Il primo Campionato Italiano di Dama fu disputato nel 1925, mentre a Vercelli nel 1948 venne disputato il primo Campionato Italiano del dopoguerra. Nel 1955, sempre per interessamento di Franzioni, vengono impartite durante il Doposcuola lezioni di Dama in alcune Scuole elementari di Milano.
Dama non solo gioco ma sport della mente: “Le superiori attitudini dell’intelletto riflessivo più chiaramente e con maggior pertinenza vengono messe alla prova dall’umile gioco di dama, che da tutta la vacua macchinosità degli scacchi.” (Edgar Allan Poe, Gli omicidi della Rue Morgue). Già, gli scacchi. E’ quasi inevitabile quando si parla di dama sentire paragoni con gli scacchi. E’ vero che il campo di gioco è lo stesso (attenzione i damisti usano la damiera non la scachiera!) ma sarebbe come paragonare nell’atletica leggera chi corre i 100 metri con chi corre gli 800 metri, tanto tutti e due corrono sulla stessa pista!
La facilità e la rapidità con cui si possono imparare le regole del gioco, mentre da un lato ne favorisce la diffusione, dall’altro impedisce ai cultori superficiali, che sono i più, di penetrarne l’intima essenza e di conoscerne le effettive possibilità. La sua semplicità è, infatti, solo apparente, perché nel gioco della dama a 64 caselle si possono compiere circa 5 miliardi di miliardi di mosse (5*1018 mosse) che ben poco hanno da invidiare a quelle del gioco degli scacchi ed impegna al massimo grado le facoltà intellettive e richiede per essere ben giocata una lunga preparazione di studi associata ad anni di pratica del gioco.
Nella formazione di un forte giocatore, l’esperienza tratta dalle partite giocate è, infatti, fattore veramente essenziale, specialmente quando si ha la possibilità d’incontrarsi con avversari superiori.
Il gioco vivo mette il giocatore di fronte a problemi sempre diversi e lo obbliga a un duro lavoro mentale d’analisi che lo abitua, a poco per volta, a vedere chiaramente per un lungo seguito di mosse senza ricorrere allo spostamento dei pezzi.
Lez 13 Dama Italiana
Ogni mossa deve avere uno scopo; prima di muovere è sempre necessario un attento esame della posizione che permetta, vagliate le possibilità proprie e quelle dell’avversario, di ideare una linea di gioco vincente. Il piano prefisso non deve essere attuato rigidamente ma adattarsi alle risposte dell’avversario. Le mosse migliori sono quelle che lasciano minore libertà di manovra all’avversario, che lo costringono ad un maggior numero di mosse difensive, o che danno maggiori possibilità di farlo incorrere in qualche errore.
Un errore nel quale incorrono anche forti giocatori consiste nello svalutare l’avversario; siu arrisciano così mosse deboli per impiantare tiri o nella speranza di errate risposte, quando invece, ad evitare sgradevoli sorprese, è assolutamente necessario regolarsi attribuendo sempre all’avversario la mossa migliore.
Tanto l’attacco come la difesa hanno la massima efficacia col concorso del maggior numero di pezzi; è buona regola pertanto usufruire delle pedine in 1 ed in 32 e portarle quasi sempre subito in gioco. Giocando con un avversario meno seperto è buona regola complicare il gioco. Nel caso opposto il gioco deve essere semplificato con opportuni cambi. Il cambiare quando si è in vantaggio non è mancanza di spirito sportivo come ritengono gli inesperti, ma il modo migliore di concludere la partita che deve essere vinta nel minor numero possibile di mosse ad evitare sorprese sempre possibili fino a quando l’avversario resta in campo.
Damiera e pedine
Il gioco, al quale prendono parte due giocatori, si svolge su una damiera formata da 64 caselle: 32 bianche e 32 scure. Le pedine sono 24: 12 bianche e 12 nere e si dispongono sulle caselle scure più vicine a ciascun giocatore, di modo che le due schiere di pedine saranno divise da due file di caselle vuote, mentre la damiera va disposta in modo che ogni giocatore abbia alla propria destra la casella scura (detta “cantone”).
Tutte le caselle della damiera, per necessità di studio, sono numerate progressivamente da 1 a 32 partendo dal cantone del nero e procedendo in ordine fino a giungere all’ultima casella la numero 32 che rappresenta il cantone del bianco.
Nome di alcune caselle: cantone (caselle 1 e 32), biscacco (caselle 4-8 e 25-29), meta (caselle 15 e 18) così chiamate perché alla loro conquista tendono molte aperture.
Per trascrivere una mossa di un pezzo occorre indicare la casella di partenza e la casella di arrivo
Es: 23-19 significa che il pezzo parte dalla casella 23 e si sposta alla casella 19
Nel caso il pezzo debba effettuare una presa occorre sempre indicare la casella di partenza e la casella di arrivo ma al posto del simbolo “-” si utilizza il simbolo “X”
Es: 1×10 A volte se la presa è univoca e non c’è ambiguità della mossa, basta indicare solamente X al posto di 1×10.
Alcuni simboli che vengono posti dopo la mossa sono:
“!” = mossa forte
“!!”= mossa fortissima
“?” = mossa debole
“??” = mossa debolissima
“!?” = mossa dubbia
Es: 1-5! oppure 3-7?
In una partita generalmente si possono distinguere tre fasi.
Apertura: che comprende le prime sette od otto mosse. Più l’apertura è solida e più si avrà con facilità un finale favorevole. Se l’apertura lascia invece a desiderare sarà più facile incorrere in qualche errore poiché le occasioni di sbagliar si presenteranno molto più numerose che non all’avversario.
Come Vincere a Dama: i Tiri
Carrellata di oltre 50 tiri di apertura e centro partita che possono verificarsi in gioco vivo, sempreché l’avversario faccia la mossa sbagliata al momento giusto.
Centro: che va dall’apertura al finale (comprende da 15 a 20 mosse). E’ una delle fasi più delicate e difficili dove le innumerevoli possibilità di variare richiedono al giocatore uno sforzo di indagine continuo ed una memoria sempre pronta.
Come Vincere a Dama: finali brillanti
Finale: riguarda l’ultima fase della partita e si svolge normalmente tra pochi pezzi superstiti.
Movimento dei pezzi
• Ciascun giocatore dispone all’inizio di 12 pedine, di colore diverso da quelle dell’avversario (bianche o nere), collocate sulle prime tre righe di caselle scure poste sul proprio lato della damiera. Il nero occupa le caselle dal n. 1 al n. 12, il bianco quelle dal n. 21 al n. 32. La scelta del colore fra i giocatori si effettua per sorteggio. Inizia a giocare sempre il bianco.
• I colori delle pedine si alternano fra i giocatori ad ogni partita.
• Il gioco è sempre iniziato dal giocatore che conduce la partita con le pedine bianche.
• I giocatori effettuano, alternativamente, una mossa per volta: bianco, nero, bianco ecc.
• Le pedine muovono sempre in avanti di una casella sulle caselle scure diagonalmente, tanto a destra che a sinistra e quando raggiungono una delle quattro caselle della base avversaria, ossia la riga più distante nella loro direzione di marcia, diventano dame.
• La dama si contrassegna sovrapponendo un altro pezzo dello stesso colore.
• La dama può muovere in avanti o indietro di una casella sempre sulle caselle scure.
• La pedina che arriva a dama in seguito ad una presa, deve fermarsi nella casella in cui si è fatta dama, anche se si trova in posizione di prendere altri pezzi sulla via di ritorno. Si muoverà ed effettuerà eventualmente la presa solo dopo che l’avversario avrà eseguito la sua mossa, perché soltanto allora la pedina in parola avrà acquisito gli attributi della dama ed il diritto quindi di essere mossa a ritroso.
• La pedina non può prendere la dama.
• Ogni pedina può mangiare quelle avversarie che si trovano in avanti, sulla casella diagonale accanto alla propria e che abbiano la casella successiva libera. Dopo la presa, se incontrano in diagonale altre pedine con la successiva casella libera, si deve continuare a mangiare senza togliere la mano dalla pedina stessa. In tal caso la presa si chiama multipla. Le pedine prese vanno tolte dalla damiera.
• La “presa” (cattura del pezzo avversario) è obbligatoria.
• La dama si muove anch’essa di una casella alla volta, sempre in diagonale, in tutte le direzioni possibili, mangiando sia le pedine che le dame avversarie.
• Sia per la dama sia per la pedina è obbligatorio prendere dalla parte ove c’è il maggior numero di pezzi in presa.
• Se una dama e una pedina possono prendere un egual numero di pezzi, è obbligatorio prendere con il pezzo di maggior qualità: cioè la dama.
• Se una dama può scegliere tra la presa di una dama e di una pedina, deve prendere il pezzo di maggior qualità: cioè la dama.
• Se una dama ha la possibilità di scegliere tra prese di un egual numero di pezzi di qualità diversa, deve prendere dalla parte ove c’è una maggior qualità complessiva.
• Se una dama può scegliere tra prese di eguale qualità complessiva, deve prendere dalla parte ove incontra per primo un pezzo di maggior qualità.
• Nel caso le possibilità siano “pari”, anche dopo l’applicazione dei criteri di cui sopra, il giocatore sceglierà secondo le proprie esigenze tattiche.
• La partita è vinta quando uno dei due giocatori riesce a prendere o a chiudere tutti i pezzi avversari o l’altro giocatore, in evidente stato di inferiorità, abbandona.
• La partita di dama è pari (patta) quando nessuno dei due giocatori riesce a prendere o chiudere tutti i pezzi avversari. Inoltre, qualora venga effettuato un numero di mosse superiore a 40 (ossia 40 per il bianco e 40 per il nero) senza che vi siano stati cambi o spostamenti di pedine, allora la partita è patta.
• “Pezzo toccato = Pezzo mosso”: il giocatore che, nel proprio turno di gioco, tocca un proprio pezzo sulla damiera è obbligato a muoverlo. Se si vuole aggiustare un pezzo messo male sulla damiera bisogna prima avvertire l’avversario dichiarando “accomodo” e attendere l’assenso dell’avversario.
Il grande Rino Gaetano cita nelle sue canzoni la Dama: si proprio il gioco della Dama.
Nella canzone “Nuntereggae più”, il notissimo tormentone, al minuto 2,50 ecco la frase “lotteria 300 milioni, mentre il popolo si gratta a dama c’è chi fa la patta, a sette e mezzo c’ho la matta”.
Per saperne di più:
• Federazione Italiana Dama
• Sito della dama
• DAMA – Cibo per la mente – Il gioco più popolare
• Controdiagonale …appunti sparsi sul fantastico gioco della Dama
• Dama online, giochi di dama, dama online, regole della dama…
- Un bel gioco di Dama con regolamento Italiano è presente su Facebook e si chiama Dama Checkers
Partita a Dama
Salve,
mi occupo di ricostruzione storica e anche di ricostruzione di antichi giochi da tavola.
Il “Ludus latrunculorum” è sì identico nella “damiera” o “scacchiera” che dir si voglia in quanto a dimensioni ma differisce da questi due tavolieri non essendo indispensabile che le caselle abbiano due colori differenti, inoltre, cosa più importante, le regole del gioco solo lontanissime dalla dama moderna e semmai più vicine agli scacchi anche se il sistema di cattura è completamente differente.
Grazie.
Cordiali saluti
Sergio Peer Montanari
Compagnia di Arti e Mestieri