Madonna della Valle a Carbognano

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La piccola Chiesa di campagna della Madonna della Valle, impiegata originariamente come luogo di culto per eremiti, è oggi inglobata all’interno del cimitero di Carbognano, costruito a seguito dell’editto napoleonico di Saint Cloud del 1804. Riveste particolare importanza in quanto all’interno custodisce un prezioso affresco in cui è raffigurata la Madonna col Bambino (cliccare qui). L’opera è stata eseguita dal pittore Antonio del Massaro da Viterbo detto il Pastura, attivo tra il XV e XVI secolo (Viterbo, 1450 circa – Viterbo, prima del 1516), allievo del Perugino e del Pinturicchio con il quale iniziò a decorare le stanze dell’appartamento di Alessandro Borgia in Vaticano. 

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L’affresco è stato restaurato nel 1825 con l’eccezione del viso, del collo e delle mani della Vergine che non sono stati toccati, addirittura la tradizione popolare vuole che il Volto della Vergine sia stato dipinto dagli angeli e non da mani d’uomo.

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All’interno della chiesa, costituita da una unica navata, trova collocazione una interessante acquasantiera di  forma conica che risalirebbe al 1600–1700.

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Graziosa quindi è la chiesetta della Madonna della Valle, ma grandemente triste la “valle”.

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È la valle delle lacrime Carbognanesi: l’attuale cimitero inaugurato nel 1881 con la tumulazione di Lorenzo Laurenti e Innocenzi Giuseppe fu Antonio. Cipressi, croci, silenzio.

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Appena fuori dal cimitero c’è il cosiddetto “monte pidocchioso”, un grande scoglio di leucite, dove i bambini del rione di “Santa Maria” andavano un tempo ad acchiappar farfalle e lucertole;  e chi vedeva quei bambini festanti e sorridenti su quello scoglio, a tutto pensava fuorché alla tristezza del cimitero, alla vacuità della vita.

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Ma a Carbognano, grazie a Dio, muore poca gente (la vita sana di campagna, il cibo genuino!) e la “valle”, quindi, è poco visitata così come, purtroppo, la chiesetta.

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Dietro il cimitero si trova un altro luogo caratteristico del recente passato di Carbognano: “o buttarò”, una discarica a cielo aperto dove la popolazione, quando ancora non si aveva la comodità del bagno in casa, era solita portare il liquame e i bisogni corporei  fatti in casa in recipienti detti “petali”.

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Nelle vicinanze si trovano anche le grotte chiamate “pizzicherie vecchie”, perché si narra che ai tempi del popolo dei Galli in quei luoghi venivano barattate le merci.

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Insomma luoghi di preghiera, di riflessione e di silenzio,  del nostro passato recente e meno recente ma pur sempre luoghi custodi del nostro presente.

Aggiornamento anno 2018
Dopo sei mesi sono terminati i lavori di restauro dell’affresco nella chiesa della Madonna della Valle (chiesa interna al cimitero). L’opera d’arte raffigurante la Vergine Maria con Bambino come sopra detto è attribuita ad Antonio del Massaro detto Pastura e rappresenta una delle più alte testimonianze cinquecentesche del nostro territorio.
L’intervento è stato particolarmente impegnativo poiché l’affresco versava in uno stato di degrado molto avanzato.
Oggi è di nuovo possibile ammirarlo nel suo splendore, in particolare ciò che colpisce è il volto della Vergine che secondo la tradizione popolare fu dipinto da due angeli.
Ad ammirarlo sembra proprio così…cliccare qui.

Ancora da restaurare rimane la raffigurazione della Madonna Assunta in cielo situata sulla parete di fondo all’esterno della chiesa.

La piccola Chiesa di campagna, impiegata originariamente come luogo di culto per eremiti e pellegrini, è oggi inglobata all’interno del cimitero. Probabilmente è di antica origine, ma è stata abbondantemente rimaneggiata e l’aspetto attuale è cinquecentesco.

La semplice è disadorna facciata è fiancheggiata da due ali, presumibilmente aggiunte posteriormente, in quella di destra è ricavata una sagrestia. Il lineare portale è compreso tra due finestrelle devozionali, al di sopra di esso si apre un oculo circolare.

L’interno è a navata unica, la prima parte è coperta a caprata, un arco trionfale introduce all’area presbiteriale, voltata a botte e separata dal resto della chiesa da una cancellata in legno.
L’altare in stucco mostra al centro un prezioso affresco in cui è raffigurata la Madonna col Bambino, sotto cui si legge la scritta: OPERA LAFFATTA PASTURA DA VITERBO
Antonio Massaro da Viterbo detto il Pastura, attivo tra il XV e XVI secolo, fu allievo del Perugino e del Pinturicchio con cui collaborò nella decorazione dell’appartamento “Borgia” in Vaticano.
L’affresco è stato restaurato nel 1825 con l’eccezione del viso, del collo e delle mani della Vergine che non sono stati toccati, addirittura la tradizione popolare vuole che il Volto della Vergine sia stato dipinto dagli angeli e non da mani d’uomo (immagine achiropita).
Ma la bellezza del volto induce ad avanzare un’altra ipotesi che la modella sia stata Giulia Farnese la splendida amante di Papa Alessandro VI Borgia e sorella di Papa Paolo III.
Di lei non esistono ritratti ufficiali, il fratello, una volta divenuto papa, ha cercato di rimuovere il ricordo della poco casta sorella, ma la somiglianza con la “Dama col liocorno” di Raffaello, tradizionalmente identificata con Giulia Farnese è indubbia.
La parete d’altare è coperta da una decorazione a stelline su fondo blu, sotto cui si intravede una preesistente decorazione a fresco.
Anche le pareti laterali del presbiterio mostrano tracce di decorazione a fresco, ancora da scoprire, sulla parete sinistra è possibile identificare un San Leonardo di cui si scorgono le manette.
Sulla parete destra del presbiterio si apre una porta che conduce alla sagrestia.
Da notare una bella acquasantiera seicentesca. Sul pavimento una lapide tombale è datata 1750.

Aggiornamento anno 2021

Aggiornamento anno 2021

Aggiornamento 2 novembre 2022
E mi piace pensare che un soffio di vento che mi sfiora il viso sia la carezza dei miei genitori…🙏🏻

 

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