Welcome a Copenhagen: la città del futuro
Quando un figlio si trasferisce a Copenaghen….che bello venirlo a trovare!
Inciuci, mummie che non mollano l’osso, clientelismi, disoccupazione giovanile a livelli stellari. L’Italia, per chi ha una certa età e nutre ancora qualche speranza nella vita, può portare ad una sola conclusione: andarsene. E anche in fretta. Proprio in questi giorni, il rapporto Migrantes ha certificato che nell’anno 2015 oltre 100mila italiani sono emigrati in Europa o altrove in cerca di lavoro (ma probabilmente sono molti di più in quanto la rilevazione riguarda solo gli italiani che si sono iscritti all’AIRE, anagrafe degli italiani residenti all’estero), di questi un terzo sono giovani dai 18 ai 34 anni.
In questo universo di persone, ci sono speranze, progetti, professionalità che in Italia non trovano il modo di esprimersi. Li abbiamo fatti nascere per amore quelli che sono i ventenni e i trentenni di oggi, li abbiamo spinti a studiare e a migliorarsi, siamo riusciti, nel migliore dei casi, a renderli educati ed onesti, contro tutto e contro tutti, in una società che andava tutta in un’altra direzione. Ora li dobbiamo anche vedere partire; lo stentato presente nega loro dignità e avvenire, e allora mamma e papà forniscono loro un trolley e tanta speranza assieme, però, alla sensazione fastidiosa che tutto questo si sarebbe potuto evitare.
La “fuga dei cervelli“, così viene definito questo fenomeno: i giovani migliori e più preparati se ne vanno e il Paese è incapace ad attrarne di nuovi. I nostri nuovi emigranti sono giovani e con un corso di studi reale, e competenze ed esperienze di lavoro, che, acquisite in Italia e con sacrifici delle famiglie, vanno a portare a vantaggio di altri. Infatti ogni emigrante rappresenta un fallimento sotto molti punti di vista:
1) un fallimento politico, perché se si fugge da un paese vuol dire che in quel paese non si sono trovate le opportunità per viverci;
2) un fallimento in senso economico perché ogni laureato costa alla collettività 500.000 euro, soldi che noi spendiamo ma che vanno a vantaggio di altri Paesi come l’Inghilterra, la Germania o la Danimarca;
3) fallimento culturale perché è noto che l’Italia non è mai stata ricca di ferro, carbone o petrolio ma è sempre stata ricca soltanto del cervello dei suoi abitanti, cervelli che sono stati motore del pensiero e dell’arte mondiale.
Eppure in Italia si laureano solo uno su quattro, a differenza che nel resto d’Europa dove circa il 38% della popolazione arriva alla conquista dell’ambito titolo di studio. Stiamo diventando una nazione dove il costo della manodopera sarà sempre più basso e le mansioni sempre meno qualificate, dove, non solo le produzioni meno tecnologiche vengono delocalizzate, ma anche i settori con più alto livello di specificità abbandoneranno l’Italia.
Copenaghen (0-24 m s.l.m. – abitanti 569.557) in danese København, una corruzione di Køpmannæhafn, che significa Porto dei Mercanti: è la capitale e la città più popolosa della Danimarca con 569.557 abitanti nel Comune (1.167.569 nell’area urbana). È situata sulle isole Sjælland e di Amager ed è separata dalla città svedese di Malmö, dallo stretto di Øresund.
Dall’estate del 2001, Copenaghen e la città svedese di Malmö sono collegate da un ponte a pedaggio: il Ponte sull’Öresund, che permette ai passeggeri su strada o ferrovia di attraversare lo stretto. È stato inaugurato nel luglio 2000 dal re Carlo XVI Gustavo di Svezia e dalla regina Margherita II di Danimarca. Come risultato, Copenaghen è diventata il centro di una vasta area metropolitana che si estende su tutte e due le nazioni.
Il clima di Copenaghen, città di latitudine medio-alta, è di tipo oceanico. Durante tutto l’anno il meteo è influenzato dalla presenza di sistemi di bassa pressione provenienti dall’Atlantico, che portano a condizioni meteo sempre instabili. Le precipitazioni sono in genere moderate, ad eccezione dei mesi tra luglio e settembre, in cui la piovosità è maggiore.
Nei mesi più freddi, tra fine dicembre e i primi di marzo, le precipitazioni possono essere sia nevose che piovose, con temperature intorno allo zero. In questi mesi le nevicate sono abbastanza frequenti ma raramente abbondanti, e con scarsa durata del manto nevoso al suolo.
Il mese più soleggiato dell’anno è giugno, con una media di 8 ore di sole giornaliere. Luglio invece è il mese più caldo, con una temperatura massima media di 22 °C. Al contrario, durante il mese di novembre le ore di soleggiamento giornaliere si riducono a due, e tra dicembre e febbraio sono in media meno di una al giorno. Febbraio è il mese più asciutto dell’anno, con una media di soli 30 mm di precipitazioni.
Il numero di ore di luce giornaliere varia notevolmente tra l’estate e l’inverno, a causa della latitudine alla quale si trova la città. Il giorno del solstizio d’estate, il sole sorge alle 04:26 e tramonta alle 21:58, per un totale di 17 ore e 32 minuti di luce. Durante il solstizio di inverno, le ore di luce sono 7, essendo l’alba alle 08:37 e il tramonto alle 15:38.
Considerata da molti la capitale più accogliente del nord Europa, Copenaghen è sicuramente una città affascinante. Le tortuose stradine acciottolate del centro storico e i grandiosi palazzi reali sono sicuramente le attrazioni di punta della città, ma a Copenaghen si respira soprattutto la perfetta miscela tra il mondo antico e la modernità dell’architettura rivoluzionaria; si incontrano guglie di rame e case a timpano dai dolci colori pastello con le opere della nuova architettura caratterizzate da spazio, sostenibilità e luce.
Come è pure una delle migliori città al mondo per i ciclisti: più di 450 chilometri di piste ciclabili e quasi la metà dei cittadini va a lavoro in bici. Un sistema di parchi raggiungibili a piedi in 15 minuti. Un consumo diffusissimo di biologico. E il progetto entro il 2025 di tagliare ancora le emissioni di CO2 fino a diventare la prima capitale al mondo a emissioni zero.
Non sarà la città più felice del mondo, come l’Ocse e l’Università di Leicester si ostinano a ripetere. Di certo scoppia di salute. Dai taxi agli autobus (elettrici o alimentati da biogas), dai negozi ai ristoranti, adesivi ovunque, a dichiarare l’impegno ambientalista. La città sta anche combattendo una battaglia tecnologica per ridurre il rumore (contro quello del traffico è stato adottato un nuovo sistema di asfalto); la capitale che scoraggia l’uso della macchina con tassazioni altissime; il porto dei mercanti, con l’acqua limpida come non è mai stata prima, che include nel suo skyline con la Sirenetta un termovalorizzatore da 560 mila tonnellate di rifiuti all’anno a due chilometri dal centro, ha un intento esibizionistico dichiarato: mostrarsi al mondo come ecometropoli. La città che per prima ha pedonalizzato il suo centro storico, lo Stroget nel 1962, può pretenderlo.
Qui il futuro è già realtà grazie a una politica ambientale efficiente basata sullo stile ecosostenibile di pensare, vivere e spostarsi. Soprattutto se il rispetto per l’ambiente e quindi per se stessi è visto come una parte fondamentale della propria quotidianità, non come una stravaganza per ricchi radical chic di sinistra.
In effetti, appena si esce dalla stazione centrale ci si accorge che qualcosa di diverso c’è; ai semafori non vi sono lunghe file di auto ma centinaia di biciclette che attendono diligentemente il proprio turno per attraversare gli incroci. Qui pedalare è un vero piacere grazie agli oltre 450 chilometri di piste sicure, perché separate dalla carreggiata, che l’attraversano. Durante le ore di punta sembra di assistere al passaggio di una gara ciclistica dove però le due ruote non sono guidate da atleti fasciati da completi sponsorizzati, bensì da bambini, ragazzi, donne in tacchi e tailleur, uomini in giacca e cravatta, vecchietti avvolti nei loro mantelli, mamme con figli al seguito. E’ proprio vero che qui le bici hanno la precedenza su tutto e tutti. È curioso anche notare le varie forme che queste bici hanno: ci sono alcune che hanno dei cestoni con ruote posti davanti dove vengono messi i bambini, o anche ci sono bici-taxi ossia bici a sei posti, e tante altre varietà e forme che sfrecciano in ogni direzione.
Insomma, un’intera popolazione orgogliosa del proprio modo di vivere, desiderosa di ribellarsi dalla dipendenza auto-petrolio, cosciente della responsabilità che ognuno di noi ha verso l’ambiente in cui vive, l’aria che respira, l’acqua che beve e scorre nei canali disegnando scorci indimenticabili della capitale.
Passeggiando lungo Nyhavn, il pittoresco canale rallegrato dalle antiche abitazioni restaurate in tinte pastello, non sarete infastiditi dai motori delle imbarcazioni perché i battelli sono elettrici e le acque pulite per merito di leggi severe rivolte al loro trattamento. Per gli abitanti non è un’imposizione ma una libera scelta; fermiamoci un attimo a riflettere su questo particolare per capirne l’importanza ed essere consapevoli che la volontà di ognuno di noi unita verso un unico obiettivo di sostenibilità può fare la differenza.
Certo qualche indigente che chiede l’elemosina in giro c’è, ma sono pochi, che invece di chiedere l’elemosina se ne vanno in giro a raccogliere bottiglie di plastica, vetro e lattine per cui, grazie al sistema del vuoto a rendere, sono in grado di mettere assieme qualche corona tenendo pulite le strade e contribuendo alla raccolta differenziata.
La soluzione più economica per raggiungere Copenaghen, bici a parte, è stata volare con Ryanair da Roma (Ciampino) che atterra sul principale aeroporto danese di Kastrup, situato a meno di 10 chilometri dal centro. Da qui col treno o con la metro in pochi minuti si raggiungono la stazione centrale proprio vicino al Parco Tivoli e con qualche passo si è catapultati nella piacevolissima Strøget, l’area chiusa al traffico composta da diverse vie in successione (Frederiksberggade, Nygade, Vimmelskaftet, Amagertorv, Ostergade) che insieme formano la strada pedonale più lunga d’Europa. Tale area è situata tra le due maggiori piazze della città, la piazza del Municipio e Kongens Nytorv, situate ai suoi estremi.
Grazie a tre giornate di sole è stato possibile girare tutto il giorno mangiando panini, dolci, frutta e bibite nei supermercati dove i prezzi degli alimenti è simile ai nostri. La sera invece si può cenare in uno dei tanti ristoranti nei quali però il conto è superiore rispetto al corrispettivo italiano. I trasporti sono pure più cari, perciò è meglio valutare l’acquisto della Copenaghen card per 24, 48, 72 o 120 ore che include il trasporto pubblico e l’ingresso libero a molti musei e attrazioni.
Ricordate inoltre che in Danimarca non c’è l’euro, anche se accettato nella maggior parte delle strutture ricettive, ma la corona danese: 1 euro equivale a circa 7,4 corone DKK.
Detto questo partiamo alla scoperta di Copenaghen e del significato del termine “hygge”: quando lo avrai capito anche tu ti sentirai un po’ danese! Difficile da spiegare e da pronunciare la parola danese “hygge” (che suona un po’ come “ügghe”) può essere tradotta in modo approssimativo come intimità – ma questa definizione non basta. L’alta stagione della hygge è il Natale. In estate pic-nic nei parchi, barbeque con gli amici, concerti all’aperto, festival di strada e pedalate in bicicletta possono tutti essere molto hygge, soprattutto se fatti alla danese (cliccare qui).
Un altro viaggio, un altro paese, e una nuova, bellissima montagna di ricordi.
Questo è il post con le sensazioni e le informazioni del viaggio fatto dal 23 al 25 settembre 2016, suddiviso per motivi tecnici in tre parti.
1° giorno, venerdì 23 settembre 2016: Roma – Copenaghen (Danimarca)
Inizia tutto un venerdì di settembre, quando il Boeing 737 della Ryanair (80,00 euro per due persone), alle 11 circa, vola da Roma-Ciampino verso nord, lasciandoci, poco più di un paio d’ore dopo, all’aeroporto Kastrup di Copenhagen. Dal finestrino già si svelava la maestosità delle terra danese, buttata lì in mezzo al mare, tra i fari e le vele, come una macchia verde dai contorni frastagliati.
La metropolitana di Copenaghen (cliccare qui e qui) è il sistema di trasporto rapido ferroviario, servizio sempre attivo, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, che serve le città di Copenaghen e Frederiksberg, in Danimarca. La costruzione, effettuata da Copenaghen Metro Construction Group ed Ansaldo STS (che si è occupata dell’ingegneria e integrazione di sistema, della fornitura degli impianti elettroferroviari e dei veicoli della metropolitana automatica senza guidatore) iniziò nel 1997 e fu inaugurata dalla Regina Margherita II il 19 ottobre 2002. La rete attualmente conta due linee con 22 stazioni. Trasporto veloce ed efficiente, con frequenze molto ridotte (2 minuti nelle ore di punta) e comunque vivibilissimo nulla a che vedere con altre metro tipo (clicare qui).
Raggiungiamo in una ventina di minuti la stazione metropolitana di Kongens Nytorv. La casa che ha preso in affitto nostro figlio è a poche centinaia di metri, sulla via Storekongensgade e là ci dirigiamo a piedi assaporando già la prima “idea” della città come lo Stroget, che sbuca nella Kongens Nytorv, una vasta piazza circondata da edifici sfarzosi, come l’antico Hotel d’Angleterre; la bellezza del luogo purtroppo è mortificata da alcuni lavori di ristrutturazione.
Qui si raggiunge il Porto di Nyhavn, lucente immagine da cartolina, la più famosa e caratterizzante di Copenhagen; gli edifici seicenteschi, dipinti a colori vivaci, si susseguono in una parata maestosa a bordo del canale. Il variare di tetti e frontoni sul canale ricordano l’Olanda, anche se sono permeati da atmosfere scandinave; le antiche imbarcazioni sull’acqua, poi, aumentano la magia e il carattere pittoresco.
Nyhavn è l’antico porto di Copenaghen. Si trova nel centro della città; oggi corrisponde al porto storico nonostante il suo nome (Nyhavn) significhi Porto nuovo. È uno dei punti centrali del turismo cittadino, lungo il quale sono presenti caffè e locali di ogni genere.
Qui inoltre partono le imbarcazioni turistiche che permettono la visita della città attraversandone i numerosi canali.
La gita in battello a Copenhagen è sicuramente obbligatoria perché consente di vedere la città dal mare. I battelli che partono dal Nyhavn toccano generalmente i seguenti punti: la Casa dell’Opera, la Sirenetta, il Teatro Reale Danese, Palazzo Amalienborg, Christianshavn, la Chiesa di nostro Signore, Il Diamante Nero, il Museo Nazionale della Danimarca, Gammel Strand, il Palazzo Christiansborg, la Chiesa Holmens, la Banca Nazionale della Danimarca, la Borsa Vecchia, … e poi di nuovo il Nyhavn.
La sera facciamo la nostra prima passeggiata (coadiuvati da un bus) al parco dei divertimenti “Tivoli” . I Giardini di Tivoli, o semplicemente Tivoli (cliccare qui e qui) è il famoso parco di divertimenti di Copenaghen. Il parco fu aperto il 15 agosto 1843 e, a parte il Dyrehavsbakken nella vicina Klampenborg, è il più antico parco di divertimenti che sia sopravvissuto intatto fino a oggi. È una grande oasi verde all’interno del centro cittadino caratterizzata da vasti boschi e popolata da animali selvatici.
Il parco divertimenti, nonostante sorga all’interno di tale oasi, rispetta l’ecosistema del giardino circostante. All’interno del parco scegliamo uno dei tanti ristoranti, con affaccio sul lago, per la cena; salmone, merluzzo e tante verdurine e……….ovviamente birra; ci è costato un piccolo patrimonio ma siamo soddisfatti.
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