Welcome a Copenhagen: la città del futuro
3° giorno, domenica 25 settembre 2016: Copenaghen
L’ultima mattina usciti molto presto, ci siamo diretti sul lungomare, per andare a vedere la famosa statua della Sirenetta.
Prima però facciamo una piccola deviazione per vedere la maestosa fontana di Gefion, che si trova nelle vicinanze, imponente con i suoi quattro buoi giganteschi tenuti a briglia che sembrano scalpitare impetuosi tenuti a malapena a bada appunto da Gefion e raffigura la leggenda della nascita della Zelanda (ovvero l’isola su cui si trova Copenaghen).
La leggenda narra infatti che Gefjun avesse chiesto al re di Svezia della terra e che questi le avesse promesso un regno grande quanto quello che sarebbe riuscita ad arare in una notte, allora la donna non esitò a trasformare i suoi figli in buoi e ciò che ottenne alla fine fu appunto la Zelanda. La statua della fontana rappresenta appunto Gefjun che sprona i figli trasformati in buoi a lavorare.
Entusiasti lasciamo la fontana e di lì a meno di 5 minuti finalmente arriviamo davanti alla statua della Sirenetta (Den lille Havfrue in danese), una delle più famose attrazione turistiche della Danimarca nonché la fanciulla più fotografata del Paese. Dal 1913 accoglie i viaggiatori al porto di Copenaghen.
La piccola statua in bronzo, solo 125 cm di altezza per 175 kg di peso rimanda alla protagonista della celebre favola scritta nel 1837 dallo scrittore danese Hans Christian Andersen: la storia della sirena infelice che sogna di poter camminare sulla terra ferma per raggiungere l’uomo di cui si è innamorata, sacrificando così la sua vita nel mare. La favola che ci insegna che l’amore non guarda in faccia a nessuno, nemmeno se sei mezza donna e mezza pesce.
Ma…..(cliccare qui) rimaniamo impressionati dalla quantità di gente che sia dalla banchina sia dai barconi in mare gira attorno a questa piccola statua di bronzo. Sarà stata quella folla chiassosa ed agitata che non ce l’ha fa apprezzare forse come meritava e lasciamo velocemente quella confusione e ci dirigiamo verso il parco di Kastellet. Chissà che cosa avrebbe detto Hans Christian Andersen nel vedere tanto schiamazzo attorno alla sua delicata creatura di fiaba!
Veniamo raggiunti dai nostri figli e con loro passiamo il resto della mattinata. Ci rechiamo presso la Chiesa del Nostro Redentore (in danese: Vor Frelsers Kirke), una grande chiesa barocca situata nella zona di Christianshavn (cliccare qui e qui).
La chiesa è particolarmente famosa per la sua guglia, caratterizzata al suo esterno da una scala a spirale che porta in cima al campanile.
Con stupore e non poca fatica saliamo sino in cima al campanile dal quale godiamo di un panorama allargato del centro di Copenaghen veramente magnifico (cliccare qui e qui).
Altrettanto famoso è il carillon di questo campanile, rinomato per essere il più grande del nord Europa.
Lambert van Haven scelse uno stile barocco olandese, solenne e prospettico, caratterizzato dall’utilizzo di mattoni rossi su una massiccia base di granito e di modanature di arenaria sotto il tetto. La planimetria della chiesa forma una croce equilatera greca con cappelle d’angolo. La facciata è segmentata da pilastri in arenaria che continuano in tutta l’altezza dell’edificio.
L’ingresso principale è nel frontone occidentale, sotto la torre e ha un portale in arenaria.
Tutti gli ingressi sono sollevate quattro passi dal livello della strada. Ad ogni lato della torre, c’è un cancello a livello della strada che conduce alle due cripte della chiesa.
Il tetto è a volta e coperto di piastrelle in ceramica nera. La chiesa conserva un pregevole organo monumentale a più di 4000 canne, costruito da Botzen Brothers fra il 1698 e il 1700.
Il resto della mattinata lo passiamo nel Parco reale di Frederiksberg Have (cliccare qui).
Il parco è grandissimo, ricco di animali (anatre e pavoni bianchi), con un laghetto attraversato da graziosi ponticelli. Ideale per prendersi una pausa di relax.
Qui si trovano lo zoo e tra l’altro nella parte nord, un curioso albero con centinaia di ciucci appesi li’ dai bambini danesi i quali, in contemporanea con il loro ingresso all’asilo, vivono un rito di passaggio di importanza epocale: l’abbandono del ciucciotto.
Per rendere la separazione dall’adorato ciuccio meno violenta e traumatica, i piccoli vengono portati all’albero del ciuccio prescelto e, sempre aiutati dai genitori, vengono spinti ad appendere il ciucciotto ai rami, magari accompagnandolo con una letterina.
Le prime ore del pomeriggio le trascorriamo in centro nelle vie laterali e meno battute dello stroget, veramente suggestive. Riusciamo anche a visitare qualche centro commerciale ed anche il negozio della Royal Copenhagen ossia le famose porcellane blu e bianche dell’omonima manifattura che ha alle spalle 300 anni di storia.
Che dire di Copenhagen, è davvero bella, bellissima da passeggiare, gli scorci sono mozzafiato ed ha il fascino antico ed austero delle capitali nordiche… Non è per nulla una città multietnica come Amsterdam ad esempio… in giro si vedono solo Danesi, bellissime, altissime e biondissime. Nonostante siano stati abilissimi mercanti e gente di mare, non hanno mai colonizzato territori (Groenlandia a parte) e quindi non ne hanno mai assorbito i cittadini. Per le strade l’atmosfera è molto soft, non gridano e quando parlano sembra quasi che sussurrino; tutto è bello e ben disegnato, dalle sedie agli arredi urbani, la città è pulita, piena di parchi, curata, ordinata ed efficiente.
Purtroppo è arrivato il momento della partenza; partiamo soddisfatti di tutto ciò che abbiamo visto e sapendo che ci mancano alcune cose da vedere, ma è una buona scusa per tornare…quindi: a presto Copenaghen!
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