Gita tra Mantova, Sabbioneta e Ferrara
4° giorno, lunedì 22 maggio 2017: Ferrara (133.000 ab. – 9 m s.l.m. – 16°-26°)
Un itinerario ideale non può che partire dal fiero nucleo cittadino: il Castello, nato come austera fortezza contro il popolo e restituito poi alla città come opera d’arte straordinaria, arricchito di altane sopra le torri, di balconi di marmo, dal cortile affrescato, e dai fastosi appartamenti dai soffitti splendenti di affreschi colorati, ancora oggi testimonianza vitale della passata magnificenza della corte Estense (cliccare qui).
Lasciandosi alle spalle il castello ci si immergerà nel Corso Ercole d’Este, l’antico Viale degli Angeli, seguendo con lo sguardo il profilo imponente e armonioso delle mura, fino al Quadrivio degli Angeli mirabile incrocio di arte e urbanistica, impreziosito da tre palazzi riccamente decorati: Palazzo Turchi di Bagno, Palazzo Prosperi Sacrati e l’imperdibile capolavoro di Biagio Rossetti, il Palazzo dei Diamanti, uno degli edifici rinascimentali più celebri al mondo, con la sua unica facciata in bugnato di marmo bianco.
Si proseguirà, attraversando la Porta degli angeli, in un paesaggio che degrada dolcemente nella campagna, per arrivare all’antica Certosa, e immergersi nella pace dello splendido porticato, rendendo omaggio alle sue illustri tombe.
Tornando nel cuore vitale della città, il consiglio è quello di perdersi: passeggiando per via Borso, colorata dalle botteghe dei fiorai, o attraversando la Piazza Ariostea, ammirando le facciate delle decine di palazzi storici, o i bastioni delle mura, ovunque si respira lo spirito del Rinascimento.
Una menzione speciale va a una delle “delizie” ferraresi, Palazzo Schifanoia, con i meravigliosi affreschi pagani del Salone dei Mesi che però siamo riusciti a vedere solo da fuori.
Da assaggiare il Pane ferrarese, la classica “coppia” la cui origine pare risalire al carnevale del 1536. Ottimo nelle panetterie attorno al Duomo.
L’Addizione Rinascimentale – Durante il medioevo e quasi tutto il XV secolo, il confine settentrionale della città correva lungo l’attuale asse viario Viale Cavour – Corso Giovecca.
A nord di questo limite esistevano tuttavia numerosi edifici, anche prestigiosi, alcuni dei quali di proprietà ducale. Nel 1492 Ercole I incaricò Biagio Rossetti di inglobare nel centro urbano questa vastissima zona (la superficie della città ne risultò più che raddoppiata) e il grande architetto e urbanista concepì un piano che, per la sua originalità e razionalità, fece di Ferrara la prima città moderna d’Europa. In onore del Duca che ne volle la costruzione, questo grande quartiere venne chiamato Addizione Erculea.
Il Castello Estense – La fortezza medievale è il simbolo della città con le sue quattro torri circondate dal fossato, i rossi mattoni di cotto, le eleganti balaustre bianche, le prigioni e le sale per i giochi e il diletto di corte.
Partiamo dal punto forte della città, dal monumento che più la rappresenta. Nel centro storico di Ferrara, a un passo dalla Cattedrale e all’incrocio delle principali vie, sorge il Castello Estense. La poderosa costruzione risale al 1385 e fu costruita da quel Bartolino da Novara che fu autore anche del castello di Pavia e di quello di Mantova; il committente era Niccolò II d’Este.
Un castello che non fu però costruito tanto per scopi artistici: nel maggio di quell’anno Niccolò aveva subito una grossa rivolta popolare, e voleva un castello in cui rifugiarsi in caso di bisogno.
D’altronde, quel tumulto di maggio era stato forte. E Niccolò, non dimostrandosi certo un grande statista, per sedare la folla aveva consegnato ai rivoltosi il proprio consigliere, Tommaso da Tortona, che fu ammazzato e squartato dai ferraresi. Questo fatto di sangue è però all’origine di un monumento straordinario, che oggi ospita mostre di grande rilevanza.
Le imponenti torri, poste ai quattro angoli del Castello svettano ancora oggi sulla città, simbolo indelebile della grandezza e magnificenza della Famiglia D’Este: a sud-est la Torre Marchesana e a sud-ovest la Torre di San Paolo, a nord-ovest la Torre di Santa Caterina, a nord-est la splendida Torre dei Leoni, punto panoramico da cui ammirare la città.
Saliamo, passo dopo passo i 120 gradini che ci separano dal belvedere della torre dei Leoni per godere di uno spettacolare panorama sulla città a 360 gradi (cliccare qui). La giornata è perfetta, sole e temperatura di circa 25 gradi.
La Cattedrale di San Giorgio – Un Duomo dalle molte facce e dai molti stili. Come anticipato, il Duomo di Ferrara non sorge molto distante dal Castello, all’inizio di Piazza Trento e Trieste e di fronte al Palazzo Comunale. Si tratta di una basilica minore eretta nel 1135, costruita e poi più volte rivista nel corso dei secoli, tanto che il suo stile mescola elementi romanici, gotici, rinascimentali e barocchi. La facciata, infatti, fu disegnata e realizzata in stile romanico; ad essa, più di tre secoli dopo, fu aggiunto un campanile disegnato da Leon Battista Alberti (a cui però manca da sempre la copertura). L’abside è invece opera del ferrarese Biagio Rossetti, mentre una grande ristrutturazione interna, che ridusse anche il numero delle navate, risale al ‘700.
Se così l’esterno manifesta la sua origine medievale o al limite rinascimentale, l’interno è sostanzialmente barocco. L’altare maggiore, inoltre, è degno di nota anche per il fatto che fu realizzato utilizzando marmi provenienti dalle rovine del Palazzo di re Teodorico a Ravenna. Sempre in Piazza Trento e Trieste sorge anche il Museo della Cattedrale, ospitato nell’ex Chiesa di San Romano. Al suo interno anche molte delle decorazioni che furono tolte nel ‘700. Tra le altre cose, infine, nella Cattedrale è sepolto papa Urbano III, morto proprio a Ferrara una cinquantina d’anni dopo la consacrazione della chiesa.
Palazzo dei Diamanti – Un capolavoro del Rinascimento. Lasciamo ora le piazze del centro e spostiamoci per la verità non troppo distante. Dalla Cattedrale basta infatti dirigersi verso il Castello, aggirarlo e proseguire all’incirca in quella stessa direzione per trovarsi in Corso Ercole I d’Este, una delle vie più belle della città. Dove, dopo circa 300 metri, sulla sinistra, sorge il celebre Palazzo dei Diamanti, uno dei palazzi più celebri del Rinascimento italiano. Progettato dal già citato Biagio Rossetti, rappresenta infatti un unicum nel panorama del nord Italia e per questo è studiato e visitato fin dalla sua realizzazione (che fu ultimata nel 1503).
E’ una straordinaria e bizzarra opera, fatto costruire per ordine di Sigismondo d’Este nel 1492. La sua caratteristica principale è il bugnato esterno a forma di diamante, che è composto da circa 8.500 blocchi di marmo bianco venato di rosa. La superficie della facciata viene movimentata stravolgendo le tradizionali gerarchie, fino all’esaltazione dell’angolo e dello spigolo. Interessanti sono gli artifici prospettici. Il palazzo fu acquistato dal Comune nel 1832. Al piano terreno sono situati gli spazi adibiti ad importanti esposizioni temporanee, organizzate da Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, mentre al primo piano l’edificio ospita la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, che conserva una collezione storico-artistica di eccezionale valore. La Pinacoteca occupa il piano nobile, con opere di Gentile da Fabriano, Andrea Mantegna, Garofalo e Dosso Dossi.
Abbiamo visitato la Chiesa di Santa Maria in Vado e santuario del Prodigioso Sangue, Parrocchia dell’Annunziata si trova in via Borgovado 3. Il nome deriva da un guado (vado) del Po, che si trovava nelle vicinanze. Nel 1171 fu sede di un miracolo eucaristico: il 28 marzo, giorno di Pasqua, spezzando l’ostia consacrata durante una funzione religiosa, da essa zampillò sangue bagnando la volta che copriva l’altare.
Inoltre abbiamo visitato “casa Romei” che fu costruita dal mercante Giovanni Romei circa alla metà del XV secolo, e abbellita in occasione delle sue nozze con Polissena d’Este.
Il cortile dai modi tardogotici e le decorazioni fiorite, la Sala delle Sibille e dei Profeti e lo “Studiolo” costituiscono un corpus artistico unico a Ferrara (cliccare qui). Posteriori le grottesche che ornano le Sale al primo piano (XVI secolo), quando la casa faceva parte del complesso conventuale del Corpus Domini.
Acquisita al demanio dello Stato nel 1898, Casa Romei divenne un vero e proprio Museo nel 1953, accogliendo raccolte di affreschi staccati, statue e lapidari provenienti da edifici cittadini.
Proseguiamo attraverso le vie del centro, in direzione della via più attraente della cittadina: via delle Volte, nel cuore medievale di Ferrara. Una delle più antiche strade di origine medioevale, pavimentata con ciottoli, il cui nome deriva dai numerosi archi che la percorrono. Prima che il corso del Po venisse deviato qui si trovavano le case dei commercianti e i passaggi ad arco permettevano loro di arrivare rapidamente ai loro magazzini sul fiume senza essere attaccati dai ladri. Oggi gli archi collegano gli edifici dei due lati della strada ed in alcuni tratti questi passaggi formano vere e proprie gallerie, molto suggestive. Viene descritta anche da Giorgio Bassani ne Il giardino dei Finzi-Contini, quando era ancora la via dei bordelli, compito che ha svolto per molti secoli. Oggi, ovviamente, non è più adibita a questi esercizi, mentre vi si trovano osterie e trattorie molto caratteristiche.
Dopo pranzo camminiamo fino a palazzo Schifanoia, perdendoci per le vie antiche della città. L’atmosfera è gaudente, l’architettura della città cattura in continuazione la nostra attenzione.
Il Palazzo Schifanoia si confonde con gli altri palazzi della strada, è facilmente identificabile per l’imponente portale contornato da bassorilievi in marmo. Cerchiamo anche di visitare il luogo ove sono custodite le tombe degli Estensi (o almeno una buona parte di loro tra i quali Alfonso I e la sua seconda moglie, la celebre Lucrezia Borgia), presso il Monastero del Corpus Domini, in via Pergolato 4, ma purtroppo, per problemi di tempo non ci siamo riusciti.
Che dire, gita breve ma intensa, in due città del nostro Bel Paese così ricche di storia, bellezze artistiche e naturali, buon cibo, che sarà difficile non ritornare per goderne ancora!
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