Napule è

Quindi abbiamo proseguito per la Piazza San Domenico Maggiore ove sorge al centro un obelisco o meglio una guglia voluta nel 1656 dal popolo napoletano come ex-voto a san Domenico per scongiurare la pestilenza di quello stesso anno, per visitare il Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore dove, nella sala del refettorio, era allestita Te piace ‘o Presepio?

Una mostra gratuita con oltre 200 antichi pastori – dieci scene degli antichi mestieri della Collezione Rogiosi e la Natività della Collezione Alemi – rubati e ritrovati organizzata dalla Fondazione Sant’Alfonso Maria dei Liguori.

Tra le cose da visitare a Napoli in un giorno c’è sicuramente San Gregorio Armeno, specialmente durante il periodo natalizio.

La lunga tradizione del presepe napoletano ha dato vita a questa caratteristica strada in cui ci sono solo botteghe di mastri presepai. Accanto alle figure classiche del presepe napoletano è facile trovare personaggi contemporanei come giocatori di calcio, personaggi dello spettacolo e della politica. Noi abbiamo trovato addirittura Cristiano Malgioglio.

San Gregorio Armeno è bellissima anche se dicono che durante i fine settimana dell’Avvento sia impraticabile.

Quest’anno per colorare ancora di più l’atmosfera natalizia made in Napoli si è introdotto ’o Pazzariello che gira tra i vicoli di San Gregorio Armeno, intrattenendo tra pastori e presepi i tantissimi napoletani e turisti che affollano il centro storico.

Altra novità è un presalbero, cioè il tradizionale presepe partenopeo sviluppato all’interno dell’albero di Natale.

Il presalbero è un’opera del maestro Aldo Vucai che racchiude in se i due grandi simboli natalizi napoletani in un’unica creazione.

Da San Gregorio Armeno siamo scesi a Spaccanapoli, ovvero il Decumano Inferiore, una via lunga poco più di un chilometro che vista dall’alto divide esattamente la città in due blocchi. Anche Spaccanapoli, come via dei Tribunali, è una strada molto ma molto caratteristica.

Abbiamo visitato quindi il Complesso monumentale di Santa Chiara: il Chiostro maiolicato, il museo, l’area archeologica, Il Presepe Napoletano e la Chiesa di Santa Chiara.

Siamo arrivati fino a via Toledo, la via dello shopping con splendidi negozi e la Galleria Umberto I dove si trova Mary, altro posto famoso in cui mangiare le sfogliatelle, fino a raggiungere la famosa Piazza del Plebiscito.

Con i suoi 25.000 metri quadrata d’ampiezza è la piazza più grande della città e una delle più grandi d’Italia. Su un lato vi è il Palazzo Reale e sull’altro la basilica reale pontificia di San Francesco di Paola risalente alla prima metà del 1800 e considerata come uno dei più importanti esempi di architettura neoclassica in Italia. A destra della piazza, tenendo le spalle al Palazzo reale, si trova il Palazzo della Prefettura.

Costeggiando il palazzo Reale, e prendendo via Cesario Console, si scende verso il Lungomare nel quartiere di Santa Lucia, dove è possibile ammirare un’incredibile panorama sul Golfo, magari al tramonto.

Tornando indietro, e ripassando per Piazza del Plebiscito, abbiamo potuto ammirare anche il Teatro San Carlo.

Stanchi e infreddoliti ci siamo rintanati al Caffè Gambrinus in Via Chiaia, accanto a Piazza del Plebiscito, uno storico caffè letterario del 1860 con arredi eleganti in stile liberty, che fu nel corso dei secoli frequentato da personaggi illustri come Oscar Wilde, Ernest Hemingway, Totò e i De Filippo.
Bellissimo anche se un caffè espresso napoletano costa al tavolo € 3,50. Ma si sa, in posti del genere il servizio al tavolo è piuttosto caro.

In Piazza Trieste e Trento interessante è la bella Fontana del Carciofo, così denominata per la forma particolare della corolla centrale da cui sgorga l’acqua.

Fu Achille Lauro a volere la costruzione della fontana nel periodo della sua giunta comunale. Progettata dagli ingegneri Carlo Comite, Mario Massari e Fedele Federico la fontana venne inaugurata la sera del 29 aprile del 1956.

Soddisfatti di questa giornata napoletana ci siamo poi incamminati verso la stazione della metro Toledo, che va assolutamente visitata per la sua bellezza. Pensa che per il quotidiano inglese The Daily Telegraph e per la CNN è la stazione metro più bella d’Europa. Fu progettata dall’architetto spagnolo Óscar Tusquets e inaugurata nel 2012.

È decorata con due mosaici di Kentridge realizzati dal mosaicista Buccolieri e soprendono le scale mobili illuminate con un elegante gioco di colori.
Con la metro, il cui biglietto per la singola corsa costa € 1,10, abbiamo raggiunto la Stazione Garibaldi e da lì a piedi la vicinissima Stazione Centrale.

Il nostro treno partiva alle 19:37 ma prima ci siamo diretti da Attanasio (Vico Ferrovia, 1-4) per assaggiare quelle che in molti ci hanno descritto come le sfogliatelle più buone della città. Ci si arriva in pochissimi minuti, basta lasciarsi la Stazione alle spalle, prendere il lato destro di Piazza Garibaldi, e girare alla terza a destra. Te ne accorgerai perché troverai fuori gente che mangia la sfogliatella. Non aspettarti un bar ma un forno antico e molto caratteristico.

Verrai accolto da un’insegna sulla quale campeggia un motto “Napule tre cose tene e belle…o’ mare, o’ Vesuvio e è sfugliatelle”.


Dovrai recarti alla cassa, pagare € 1,30 a sfogliatella e prendere il numeretto. Arrivato il tuo turno ti verrà posta la fatidica domanda “riccia o frolla?”. Se non sei campano ti ritroverai in difficoltà proprio come è successo a noi. La riccia è quella preparata con pasta sfoglia e quindi croccante, la frolla è – come dice il nome – preparata con la pasta frolla.
Noi abbiamo preso due ricce, calde, croccanti, ripiene di ricotta e piccoli canditi, e spolverate di zucchero a velo. Buonissime !!

Una volta a bordo del Frecciarossa 9572 Napoli-Roma Tiburtina apprendiamo che lo stesso viaggiava con 55 minuti di ritardo per un guasto all’infrastruttura ferroviaria e rischiamo così di perdere l’ultimo treno regionale delle 22:02 di collegamento alla stazione dove si era lasciata la macchina.


Scendiamo a Tiburtina cercando di acciuffare da lì il nostro treno per Fara Sabina, il tabellone lo dà in partenza 10 binari più indietro, inizia una corsa disperata con i pacchi in mano e riusciamo a salire al volo sul treno in partenza. Mamma mia che faticata!


Per chi non la conoscesse faccio un breve riassunto della situazione: sotto i binari c’è un lungo sottopassaggio (come in tutte le stazioni di questo mondo) che sbuca vicino all’uscita della fermata “Tiburtina” della metropolitana. Comodo quindi: scendi dal mezzo pubblico, superi i tornelli, imbocchi il sottopassaggio ed arrivi al binario, in meno di tre minuti.

Il sottopasso sbuca in una grande piazza sotto il livello stradale, da cui si raggiungono le scale mobili, le scale normali e gli ascensori, che conducono al piano 0, a livello stradale, al mezzanino ed alla galleria vetrata: in questa zona ci sono i fondi commerciali. Dalla galleria lunghe scale mobili riportano ai binari. Tiburtina, quante soddisfazioni dai al viaggiatore ed al pendolare.

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