Buona pensione a me


Deliberato il collocamento a riposo per raggiunti limiti di età dal 1° marzo prossimo, il giorno successivo al compimento del mio sessantacinquesimo compleanno (contando l’età dal parto, non dal concepimento).  Cari amici e care amiche, il momento della pensione è giunto anche per me, sembrava lontano ma dopo oltre 40 anni di impiego nella pubblica amministrazione…è arrivata l’ora dell’onore delle armi…l’arnese è a riposo, in attesa di collocamento.

Se a 65 anni esistono i raggiunti limiti di età per i funzionari dello Stato perché non avviene lo stesso per i politici. Perché dobbiamo veder decidere il futuro dei nostri figli da ultraottantenni e ultranovantenni?

40 anni non sono pochi, ma a volte ho l’impressione che siano volati troppo in fretta. Non sembra vero, eppure sono trascorsi oltre 4 decenni. Sono nato a Carbognano il 12 febbraio 1955, era di sabato, sono stato assunto il 1° ottobre 1980.

In tutti questi anni, ho svolto un lavoro che mi è piaciuto e, non a caso, l’ho sempre fatto con forza, con serietà, onestà, indipendenza, professionalità, tenacia ed efficacia, di questo ne sono sicuro: quando fai un lavoro che ti piace e se hai delle qualità, riesci ad essere propositivo e a dare il meglio che ciascuno di noi ha dentro di sé e a ottenere ottimi risultati. In tutti questi anni sono state tante le soddisfazioni sia umane che professionali e vari sono stati gli attestati di stima, le note di merito, le promozioni ricevute (cliccare qui).

E, poi, ci tengo a dirlo, nella vita di uomo sono altre le fortune e io le ho avute: soprattutto la donna meravigliosa che, trentasei anni fa, mi ha dato la gioia di diventare mia moglie, (Carla, grande lavoratrice) dalla quale ho avuto due meravigliosi ed eccezionali figli (Fabio, ingegnere informatico e Luca, Art director – Graphic Designer). Da domani? Beh sicuramente dedicherò più tempo a lei, facendo i viaggi che abbiamo sempre desiderato, e poi alla campagna, ai miei hobby e allo sport.

Questo è tutto! O meglio, quasi tutto!

Il momento della pensione arriva per tutti e, chi ha la fortuna, si ritrova con la compagna di vita che si è scelto anni prima. Per molte coppie quello del post lavoro potrebbe essere un test difficile.

Anche nelle coppie più stabili il pensiero è “Come farò a sopportarla/o tutto il giorno?” Per molti la preoccupazione deriva dal fatto che non si sa come si starà dopo, visto che l’unico test è rappresentato dal periodo delle vacanze.

Per godere insieme del meritato riposo, invece di concentrarsi sui possibili problemi bisognerebbe, piuttosto, pensare a tutte quelle possibilità che offre l’avere del tempo libero che solitamente consente alle relazioni solide di crescere.

Decidere assieme di come investire il proprio tempo libero: c’è chi vorrebbe girare il mondo e c’è chi vorrebbe badare ai propri cari anziani e/o ai nipoti. Se i desideri non corrispondono c’è da considerare come bilanciare gli interessi e cosa condividere; trovare i propri spazi; decidere dove vivere; reinventare la propria vita sessuale.

Un modo per accettare l’idea che da ora in poi il territorio appartiene a entrambi è prendere decisioni comuni sul nuovo uso della propria casa.

Ogni partner ha bisogno del proprio spazio, che si tratti di una stanza, una scrivania o un angolo del divano. Col tempo le coppie decidono di appropriarsi di uno spazio dove trascorrere la maggior parte del tempo. È una necessità che va affrontata e un buon compromesso non tarderà ad arrivare con il confronto: è questo il modo per venirsi incontro.

Io voglio che la mia pensione sia piacevole, rilassante, ho lavorato una vita sotto il segno del “devo” adesso posso pensare il mio quotidiano all’insegna del “desidero”. Il desiderio è la liberazione dal bisogno.

Nel tempo libero occorre rendere creativo il lusso del tempo e della pausa potenziando le capacità umane necessarie per sublimare l’ozio facendone un’arte. Come dice Koyré, “Non è dal lavoro che nasce la civiltà: essa nasce dal tempo libero e dal gioco”.

La mia pensione sarà discreta e penso proprio che qualche piccolo desiderio potrò soddisfarlo.

C’è una sola scadenza ora: la mia, quella che mi do, per decidere che cosa fare della mia vita. Respiro profondo. Devo risolvere, ho tante cose da fare: tutto quello che deciderò di fare.

Da ora in poi. Senza voltarmi e, stando attento a impostare uno stile di vita a misura d’uomo, camminando non correndo quando non serve per apprezzare tutto ciò che ci attraversa e ci circonda.

Finalmente libero, Paolo Villaggio – Fantozzi va in pensione 1988

La tragedia di quelle sue mattinate s’interrompeva per incanto la domenica, che come si sa non si lavora: Fantozzi allora si sentiva come gli altri, e quindi quasi un essere umano.” – Fantozzi va in pensione.

La pensione, testo di Maurizio Crozza ispirato a Grande amore de Il Volo

La pensione è una obbligazione che consiste in una rendita vitalizia corrisposta ad una persona fisica. Mussolini ha davvero introdotto la pensione in Italia come molti dicono, oppure già prima dell’avvento del fascismo lo Stato aveva prodotto alcune leggi in favore dell’assistenza sociale?

Il primo atto legislativo di cui si ha conoscenza risale al 1812 nei regni di Napoli e di Sicilia con la Legge 4 ago. p. 124 che introdusse un fondo pensionistico per gli ufficiali ed impiegati statali, per le vedove e per gli orfani.

La previdenza sociale dopo l’unità nasce nel 1898 con la fondazione della “Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai”, l’iscrizione a tale istituto diventa obbligatoria solo nel 1919, anno in cui l’istituto cambia nome in “Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali-CNAS”.

Nel 1933 la CNAS diventerà Istituto Nazionale Fascista per la Previdenza Sociale-INPFS. ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica e gestione autonoma che, dal 1944, diviene definitivamente Istituto Nazionale della Previdenza Sociale-INPS.

Tra il 1927 e il 1941 sono istituite l’assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi, gli assegni familiari e la Cassa integrazione guadagni.

Nel 1939 il limite di età per il conseguimento della pensione di vecchiaia viene ridotto a 60 anni per gli uomini e 55 per le donne; viene istituita la pensione di reversibilità a favore dei superstiti dell’assicurato e del pensionato.

Nel 1952 si avvia la transizione verso il modello a ripartizione e nasce il trattamento minimo di pensione.
Nel periodo 1957-1966 vengono costituite le Casse per i coltivatori diretti, mezzadri e coloni, per gli artigiani e per i commercianti.

La pensione sociale viene introdotta solo nel 1969. Esistono inoltre Enti previdenziali per specifiche categorie di lavoratori (giornalisti, notai, avvocati, commercialisti).

La storia dell’INPS (tratto dal documentario L’Archivio Storico).

Ciao dr. Gastone Mariotti…buona pensione!
Altrettanti anni di meritato riposo, e ricorda che la migliore pensione è il possesso di un cervello in piena attività che permetta di continuare a pensare “usque ad finem”, “fino alla fine”.

Un cordiale saluto e buona pensione

Aggiornamento al 18-03-2020
Gas…Goditi la pensione…Il virus di questi tempi è letale e non guarda in faccia a nessuno…Questa pandemia non ci voleva proprio…è come se avessero dato la pensione a tutti…Il virus sull’asfalto riesce a sopravvivere fino a 65 anni e poi presenta la domanda di pensione all’INPS. In questi giorni, passati rintanati in casa, vinili, documenti e libri cui non riuscivo ad avvicinarmi da parecchio tempo mi hanno permesso non di resistere, ma di rigenerarmi riflettendo, scendendo in profondità. Star con se stessi, poter fermarsi anche su tanti particolari che prima sfuggivano. Questo dobbiamo saper fare bene.

Oggi 20 marzo 2020 vedendo nel sito dell’INPS il mio primo cedolino della pensione ho potuto constatare l’efficienza del suddetto istituto, quindi grazie a questo Governo finalmente qualcosa si muove.

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