Lazio: Subiaco

Subiaco – Madonna dell’Assunta – Festa dell’Inchinata la sera del 14 agosto suggestiva e partecipata processione.
Particolare affetto e cura le confraternite di Subiaco hanno sempre manifestato nei confronti della processione in onore dell’Assunzione di Maria SS il 14 di agosto.

Durante questa processione l’effige del Salvatore parte dalla basilica di Sant’Andrea e sale, portata in spalla dai confratelli lungo le strette stradine della parte antica del paese, fino a raggiungere la chiesa della Valle (dedicata appunto alla Madonna Assunta in Cielo) dove trova ad attenderlo l’immagine della Madonna che gli viene incontro.

I due cortei quindi percorrono itinerari diversi per poi incontrarsi, ponendosi una di rimpetto all’altra, ed effettuare il triplice inchino reciproco delle due sacre icone trasportate su antiche macchine processionali, portate ognuna a spalla da dodici uomini devoti (il numero degli apostoli).

Contemporaneamente dalla folta folla di fedeli si leva alto il grido di “misericordia” per tre volte mentre tutti insieme si prostrano di fronte al Salvatore mentre il momento è sottolineato dallo scampanio delle campane e dal rimbombo dei petardi accesi sui bastioni della Rocca dei Borgia.

È davvero uno spettacolo avvincente e coinvolgente che si ripete ogni anno da secoli con uguale fervore nel cuore dei sublacensi, una tradizione antica che si è mantenuta vivissima e non finirà mai di affascinare.

La stessa cerimonia, le cui origini risalgono al Medio Evo, viene poi ripetuta nella mattina del 16 agosto in Piazza S. Andrea a chiusura dei festeggiamenti del Ferragosto.

Eremo di Santa Chelidonia – Morra Ferogna – Vignola – Subiaco – Monti Simbruini

Il bosco delle Lucinette, in comune di Subiaco, non lontano dai monasteri di San Benedetto e di Santa Scolastica, è una fitta lecceta che copre il ripido versante meridionale dei monti sulla destra orografica del fiume Aniene.

Il verde delle montagne è interrotto da un grosso masso roccioso di forma rettangolare.

La zona è indicata col toponimo Mora Ferogna o Morra Ferogna. Il primo termine sta ad indicare il masso roccioso, la rupe, il secondo, secondo molti studiosi, deriverebbe dalla corruzione del nome Feronia.

La dea della foresta e delle acque era venerata dagli Equi proprio in questo particolare luogo, utilizzato come “ara sacra”.

La dea Feronia era infatti una divinità italica protettrice dei boschi e delle messi poi divenuta con i romani la dea della fertilità.


I luoghi sacri del mondo antico, come la Mora Ferogna, venivano individuati grazie alla presenza di particolari qualità ambientali e naturali, considerate eccezionali ovvero sacre.

La posizione e la struttura ad altare della Mora Ferogna probabilmente soddisfacevano le esigenze sacrali degli Equi.

Un bel sentiero segnato nel Parco dei Monti Simbruini, porta dalla località Vignola – “Iegli“, in un’oretta di cammino, sulla sommità della panoramica rupe (alt. 920 m s.l.m.), una spettacolare vista vi farà rendere conto del motivo per cui gli Equi l’avessero scelto come luogo sacro.

Santa Chelidonia
I festeggiamenti in onore di Santa Chelidonia (co-patrona di Subiaco) si svolgono ogni anno presso l’eremo intitolato alla santa, con la collaborazione della Parrocchia “Santa Chelidonia” di Vignola e il mondo associativo.

Santa Chelidonia, o anche Cleridonia (Cicoli, 1º ottobre 1077 circa – Subiaco, 13 ottobre 1152), è stata una religiosa italiana, vissuta in eremitaggio per oltre 50 anni nella valle dell’Aniene.

È venerata come santa dalla chiesa cattolica che la ricorda il 13 ottobre.

All’età di vent’anni Cleridonia lasciò la casa paterna per dedicare la propria vita alla contemplazione di Dio, eleggendo come luogo di destinazione una grotta in località Morra Ferogna nella valle dell’Aniene, che già 500 anni prima san Benedetto aveva frequentato.

Qui Cleridona visse cinquantadue anni in preghiera e digiuno: il suo nome fu mutato in Chelidonia, che in greco (chélidon), significa rondine.

Chelidonia interruppe la sua vita eremitica solo in un’occasione (tra il 1111 e il 1122), per un pellegrinaggio a Roma: di ritorno a Subiaco prese l’abito benedettino dal cardinale Conone, vescovo di Palestrina.

Un bastone serviva alla futura santa per raggiungere il picco più alto di Mora Ferogna.

La tradizione narra che lassù in cima lo piantasse nella terra e, appoggiandovisi, ascoltasse la messa officiata dal Papa nella basilica lateranense a Roma.

Rimase nella grotta fino alla morte, avvenuta nella notte tra il 12 e il 13 ottobre del 1152.

Già papa Eugenio III decretò a Chelidonia gli onori degli altari. Nel Martirologio Romano è riportata al 13 ottobre: “Presso Subiaco nel Lazio, santa Chelidona, vergine: si tramanda che per cinquantadue anni abbia condotto vita solitaria e di estrema austerità servendo Dio solo“.

Nel XVI secolo le sue spoglie furono trasportate nel Monastero di Santa Scolastica e il 21 ottobre 1695 fu proclamata patrona di Subiaco dalla Sacra Congregazione dei Riti.

Lungo il tragitto di ritorno a Roma ci fermiamo ad esplorare per qualche ora il paese di Anticoli Corrado.
Anticoli Corrado (Antìcuri in dialetto locale) è un comune italiano di 820 abitanti, situato a 508 metri di altitudine sul livello del mare, su un costone dei monti Ruffi, che domina la sottostante valle dell’Aniene.

Nasce come “castellum” cioè come un villaggio fortificato, quando le popolazioni, dopo la fine dell’Impero Romano, si attestavano sui monti e sui colli in posizione di difesa.

Il nome Anticoli si fa risalire da Antikuis da un’iscrizione greca databile intorno al VII-VIII sec.. La proprietà del “castellum” anticolano passa, attraverso i secoli, nelle mani di diverse nobili famiglie a cominciare dai signori di Poli nell’XI secolo.

Alla famiglia Conti dalla fine del sec. XII agli Antiochia nel sec. XIII i quali probabilmente modificarono il nome del paese aggiungendo Corrado dal nome del figlio e successore di Federico di Antiochia. Dal XV sec. Anticoli diviene proprietà dei Colonna e con alterne vicende agli Sciarra Colonna, Massimo e Barberini.

Il primo insediamento si trovava nella parte alta del colle su una roccia, come una fortezza naturale e le costruzioni si allineavano lungo il ciglio del costone roccioso per migliorare la difesa; queste ultime formavano la “Rocca” che costituisce il nucleo storico, oggi definibile dal Palazzo baronale, dalla chiesa parrocchiale di Santa Vittoria, dal palazzetto Brancaccio e dalla piazza antistante.


È noto come “Il paese degli artisti e delle modelle” Anticoli Corrado, essendo stato meta privilegiata di molti pittori stranieri provenienti dal Nord-Europa alla ricerca di paesaggi, colori e prospettive tipici della campagna romana. Fin dall’inizio dell’’800, seguendo le orme di Poussin, Lorrain, Hackert, importanti artisti percorsero la vallata dell’Aniene e parve loro scoprire un angolo di paradiso.

Ancora oggi gode di ampia fama e notorietà a testimonianza di quanto pittori, scultori, sceneggiatori, registi e attori abbiano sempre apprezzato i paesaggi romantici, l’aria buona e la vita appartata dei piccoli paesi.

Ma il borgo è famoso anche perché negli anni ’30 vi arrivò Luigi Pirandello assieme al figlio Fausto.

Pier Luigi Pirandello, nipote del Premio Nobel e primogenito di Fausto riteneva che ad Anticoli, nella Villa San Filippo, Luigi Pirandello avesse concepito la sua ultima opera, “I giganti della montagna”, rimasta incompiuta.

Gita ricca di scoperte, passeggiate e buon cibo…insomma la campagna laziale come sempre riserva scorci ed esperienze tutte da vivere e rivivere con piacere.

Post diviso in piu parti: 1 2

Nessun commento

Lascia un commento