Vedrai. La tassa della Rai

Vedrai. La tassa della Rai
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E’ una necessita’ civica che si perde nel tempo, da quando nel nostro etere, negli anni ’70 del secolo scorso, non siamo piu’ stati costretti a vedere e ascoltare la radio e la tv di un solo gestore. Quando l’etere comincio’ a liberarsi, chi non e’ stato coinvolto in quello spirito che aleggiava nella canzone di Eugenio Finardi “se una radio e’ libera, ma libera veramente, io l’amo ancor di piu’ perche’ libera la mente”.  Ma era una sensazione d’animo che ha dovuto confrontarsi con un mastodonte: la Rai. Proprio perche’ non piu’ unica fonte di informazione, spettacolo, sport e cultura via etere, essa e’ diventata sempre piu’ terra di conquista di chi ci ha governato, un potente strumento attraverso il quale condizionare la vita civica, economica, politica e culturale di intere generazioni.
Ma non ci rassegniamo, e soprattutto non vogliamo continuare a

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Kosovo indipendente

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PRISTINA – In una Pristina sferzata dal vento e dalla neve i kosovari albanesi si preparano in queste ore ai festeggiamenti: lungo le strade di quella che da domani sarà una nuova capitale balcanica, commercianti improvvisati vendono bandiere rosse con l’aquila bicipite nera, simbolo del vessillo dell’Albania. Costano 3 euro l’una e vanno letteralmente a ruba nonostante il Kosovo sia il paese più povero d’Europa, con un tasso di disoccupazione che tocca il 70%. «Torneremo a pensare ai nostri problemi da lunedi: domani sarà solo un giorno di grande festa, atteso da 500 anni» dice Muharem, un ingegnere disoccupato che tira a campare vendendo sigarette di contrabbando.
Nei bar della capitale la rakja, grappa locale, già scorre a fiumi: tutti a brindare, scandendo «Urime Parvasia» vale a dire «Benvenuta indipendenza». Il parlamento del Kosovo proclamerà l’indipendenza della provincia dalla Serbia domenica 17 febbraio alle 18:00. E il primo ministro kosovaro Hashim Thaci è sicuro che circa 100 Paesi riconosceranno l’indipendenza del Kosovo non appena sarà proclamata. «Abbiamo le conferme di circa 100 Paesi in tutto il mondo, pronti a riconoscere l’indipendenza immediatamente dopo la proclamazione».

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Una sta abortendo nel bagno

La denuncia dell’anonimo Ecco la telefonata che ha fatto scattare
il blitz: «Una sta abortendo nel bagno» «Ho chiamato anche “Striscia la Notizia”, non mi hanno risposto
Sono del personale, ma non ce la faccio a vedere queste cose»
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NAPOLI — Più che di un problema morale sembrava preoccuparsi di straordinari, di reparti che a una cert’ora chiudono, di infermieri che devono farsi carico di troppi pazienti. L’uomo che lunedì, alle 18.54, ha telefonato ai carabinieri per segnalare un aborto oltre la ventunesima settimana di gestazione, è un dipendente del policlinico di mezz’età, che parla con forte accento napoletano. Questo è il testo della telefonata, che è durata 4 minuti e 10 secondi: «Buonasera, per piacere, io non lo so se posso parlare con lei per una specie di denuncia. Il problema è questo: io sono un parente di una signora, S.S. Al Policlinico di Napoli, al quinto piano, ci sta il centro aborti e fanno partorire. Questa persona ha partorito nel cesso, detto proprio bello napoletano, e la signora che sta a fianco, la 208, si è sentita male. Ma come si potrebbe fare per fare un rimedio, guardate». >Continua…

Vivere o morire

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La chirurgia fetale offre nuova speranza per malattie rare
Una procedura chirurgica sperimentale per trattare la spina bifida fu l’unica chance offerta a Trish e Mike Switzer per poter permettere a loro figlio di camminare come tutti gli altri bambini. Ma la chirugia fetale li pose davanti a un dilemma tragico: la loro amata figlia sarebbe potuta morire prima ancora di nascere.
Il fotografo Max Aguilera ha detto su questa foto: “Durante l’intervento di correzione della spia bifida effettuato sul feto di 21 settimane di vita, Samule (il feto) tirò fuori la sua manina dalla aperture causata dall’incisura chirurgica. Qundo il chirugo prese la mano il piccolo feto reagì stringendo il dito del dottore; in quel momento scattai questa foto.”
“Come fotogiornalista il mio lavoro è quello di raccontare le storie attraverso le foto; questa esperienza ebbe un profondo effetto su di me e sono fiero di condividerla con voi.” >Continua…

Addio Angese, maestro ribelle della satira

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Il disegnatore Angese (nome d’arte di Sergio Angeletti; Roma, 1952 – Perugia, 11 febbraio 2008), maestro ribelle della satira, uno dei fondatori della rivista «Il Male»,
Romano di nascita ma umbro di adozione, ha iniziato a pubblicare i suoi lavori sul quotidiano romano Paese Sera.
Negli anni ottanta e novanta ha lavorato alla redazione di Zut e de il Male, settimanale satirico fondato da Angelo Pasquini di cui è stato fin dall’inizio delle pubblicazioni uno dei principali animatori. Al pari di quella di Altan e Vauro la sua satira ha avuto in quegli anni fra i suoi bersagli preferiti le vicende della cronaca politica italiana.
Di prodigiosa cultura politica, profondo conoscitore dell’ humor popolare, ha lavorato anche a cortometraggi animati. Anni fa lascia Roma per l’Umbria, dove diventa un pioniere anche della satira su Internet con www.angese.it           >Continua…

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