La Macchina viene realizzata da un costruttore, scelto dalla Città di Viterbo con pubblico appalto ogni cinque anni. Il Capitolato prevede la costruzione di una macchina alta 28 metri sopra la spalla dei facchini che raggiunge quindi circa 29,50 metri da terra, e fissa alcune misure limite, anche in base alle vie del centro storico, che nei punti più stretti vedono la Macchina sfiorare grondaie e balconi. Nel passato, la macchina ebbe prevalentemente l’aspetto di un campanile gotico, illuminato con torce e candele, da cui la tradizionale definizione di “campanile che cammina”. Nella seconda metà del Novecento, a partire dallo straordinario “Volo D’Angeli” costruito da Giuseppe Zucchi, sono subentrate forme più moderne o avveniristiche, come per l’attuale “Ali di Luce”, realizzata per il quinquennio 2003-200? dal progettista Raffaele Ascenzi e dal costruttore Contaldo Cesarini impiegando materiali altamente tecnologici, fibre, leghe leggere, e sorgenti luminose diverse, che valorizzano le forme artistiche dei rivestimenti in cartapesta. Quella che sarà ricordata come l’ultima uscita di Ali di Luce è stato un successone. Circa ottantamila persone hanno affollato il centro storico per seguire, con il naso all’insù, la magica “passeggiata” della torre che cammina. I Facchini sono stati impeccabili, praticamente perfetti, regalando uno spettacolo senza paragoni. Non poteva esserci modo migliore per festeggiare il 750° anniversario della traslazione del corpo di Santa Rosa. Questa edizione del trasporto della Macchina sarà anche ricordato per la presenza del
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