Trekking sul monte Soratte
Per domenica 13 febbraio c.a. ho proposto questo tipo di inziativa per trascorrere una giornata a contatto della natura e lontano dalla tecnologia video e mobile. Da sempre il Monte Soratte, anche se alto appena 693 metri, è la “Montagna Sacra” dei romani in quanto con la sua mole, che improvvisamente si erge dalla campagna, svetta a Nord su tutta la Tuscia Romana e sulla sottostante Valle del Tevere e, a Sud sulla via Flaminia, a circa 40 km a nord di Roma, affascinando escursionisti e storici.
Abitato fin dalla preistoria divenne nei secoli luogo di culto delle antiche popolazioni etrusche, punto di osservazione dei soldati romani, oasi di preghiera per i benedettini e infine ricovero per le truppe italiane e tedesche durante la seconda guerra mondiale (cliccare qui). Da alcuni anni è stata acquisito dal Comune di Sant’Oreste.
La mole del monte, che si estende longitudinalmente per oltre 5 km in direzione NNW-SSE, con il suo inconfondibile profilo e le cinque cime vi farà da guida.
Per raggiungere la sommità del massiccio si deve passare attraverso il comune di Sant’Oreste, caratteristico paese di circa 4.000 abitanti con una lunghissima e movimentata storia che ha lasciato sul territorio numerose tracce: dalle mura con le tre porte, che furono costruite nel 1554 circa, alla chiesa di Sant’Oreste, dall’Oratorio della Madonnella ai palazzi Rosati e Caccia.
Dal grande piazzale una stretta e tortuosa strada asfaltata dirige verso gli antichi monasteri della Madonna delle Grazie e di San Silvestro; la rotabile nei giorni festivi è chiusa da una sbarra metallica. Ma anche se si tratta di un percorso di circa due chilometri con una sensibile pendenza (il dislivello è di circa 200 metri) conviene affrontarlo a piedi in modo da non perdere neppure un particolare delle affascinanti bellezze naturali.
Il Soratte è un massiccio di origine calcare sulle cui pendici è possibile osservare alcune grandi cavità carsiche localmente chiamate “meri”; i pozzi raggiungono una profondità di oltre cento metri e sono tra loro comunicanti. Queste spaventose fenditure, che compaiono d’improvviso in mezzo al bosco, sono a lungo state credute la porta per il regno degli Inferi.
Di particolare importanza anche la vegetazione che cambia in funzione del lato del monte: sul versante sud occidentale, più caldo, c’è una caratteristica vegetazione di arbusti tipici della “macchia mediterranea” mentre su quello nord orientale prevale il bosco con prevalenza di specie sempreverdi come il leccio.
Passeggiata al Soratte
Tutto il monte dal 1997 è compreso nella Riserva Naturale Monte Soratte che ha una estensione di 440 ettari; la nascita della Riserva ha consentito di salvaguardare questa importante area naturalistica e la realizzazione di una fitta rete di sentieri e percorsi: da quello degli eremi al percorso delle grotte, dal sentiero delle carbonare a quello Casaccia dei Ladri, dal percorso Vita a quello della Madonna delle Grazie.
Arrancando verso la cima, a metà percorso, è possibile sostare in una piccola area pic-nic dove sulla sinistra del sentiero, tra la bassa vegetazione, sgorga dalla roccia una freschissima sorgente.
La strada asfaltata, dopo un’ultima impennata, termina su di un ampio piazzale dove sorge il Santuario di Santa Maria delle Grazie. Proprio sotto i tralicci di alcune antenne radio è possibile seguire un ripido sentiero che in poche centinaia di metri porta alla falesia di calcare grigio, paradiso degli appassionati di free-climbing.
Da Santa Maria, in circa dieci minuti, si raggiunge il punto più alto del monte dove, su i resti di un tempio dedicato al dio Apollo, fu ricostruito nel 747 l’eremo di San Silvestro.
La cima del monte, sempre battuta dal vento, è stata scelta dagli appassionati di parapendio come pista di decollo: su di uno sperone a strapiombo è stata costruita una piccola pedana in legno da dove gente con le coronarie robuste si lancia nel vuoto.
Per saperne di più cliccare qui: Pro Loco di Sant’Oreste.