Long weekend a Budapest
Proseguiamo la visita della città, questa volta dedicandoci a Buda. Raggiungiamo la cima della collina utilizzando la funicolare che si trova di fronte al Ponte delle Catene lato Buda. Volendo si può salire a piedi. Una volta arrivati, ci fermiamo pochi minuti ad ammirare il panorama. Bellissimo!
Noi abbiamo iniziato la nostra conoscenza di Buda dal Bastione dei Pescatori, una terrazza panoramica con delle torri caratteristiche a forma di cono.
Ci spostiamo nella Chiesa di Mátyás (1500 huf – € 5 + visita al campanile), che si trova al centro della Szentháromság tér (piazza della Santa Trinità). Nonostante sia comunemente chiamata con il nome di Mattia Corvino, il vero nome della chiesa è Nostra Signora Assunta della Collina del Castello ed è dedicato alla Madonna.
Fu costruita tra il 1255 e il 1269 per la volontà del re Béla IV d’Ungheria. Nel 1541 venne trasformata in una moschea dai turchi, per poi passare ai gesuiti.
Nel 1873 e il 1896 fu oggetto di restauri da parte dell’architetto Frigyes Schulek che la ricostruì parzialmente in stile neogotico.
È uno degli edifici più interessanti della città di Budapest e patrimonio artistico e turistico della città.
Nella chiesa re Mattia Corvino si sposò due volte e vi furono incoronati Francesco Giuseppe I d’Austria nel 1867 e Carlo IV nel 1916.
È dotata all’esterno di portali di grande pregio, mentre l’interno è diviso in tre navate con preziose vetrate policrome che proiettano i loro colori sul pavimento e affreschi. Vi è inoltre la cappella funeraria reale dove si possono trovare i sarcofagi di Béla III d’Ungheria e di Anna di Chatillon.
Nella chiesa di Mattia è stato girato un film horror intitolato La chiesa di Michele Soavi (1989).
Siamo saliti anche sul campanile (per salire non c’è ascensore ma solo una scala a chiocciola tortuosa di oltre 170 scalini!), ma una volta su…(cliccare qui) la vista è mozzafiato!
E’ la volta del bastione dei Pescatori, un bastione in stile neogotico e neoromanico situato sulla riva di Buda del Danubio, sul colle del castello di Budapest vicino alla chiesa di Mattia. È stato progettato e costruito tra il 1895 e il 1902 su disegno di Frigyes Schulek. Tra il 1947-48, il figlio di Frigyes Schulek, János Schulek, ha condotto il progetto di restauro per riparare i danni patiti durante la seconda guerra mondiale.
Una statua di bronzo di Stefano I d’Ungheria su un cavallo, eretta nel 1906, è posta tra il bastione e la chiesa. Il piedistallo è stato fatto da Alajos Stróbl, sulla base dei piani di Frigyes Schulek, in stile neo-romanico, con incisi alcuni episodi che illustrano la vita del re.
A seguire la Fontana dei Bambini Pescatori opera dello scultore Károly Senyey risalente al 1912, Questa fontana raffigura due “bambini pescatori” alle prese con un pesce.La particolarità di questa scultura sta nella fattura della rete da pesca. La fontana fu rimossa nel 1955 e trasferita a piazza Rákóczi, nel lato denominato Pest, ma nel 1976, fu finalmente riportata nel suo posto originario. Ci siamo presi un po’ di tempo per ammirare la bellissima veduta sulla città offerta dal piazzale nella quale è situata la fontana.
Il Castello di Buda situato in collina, castello domina l’intera città; in questa zona si trovano i monumenti di origine medievale. Fu costruito nel 1243 per volere del Re Bela IV, ma il suo massimo splendore lo ebbe con Sigismondo di Lussemburgo, il quale volle ampliare il Castello facendolo diventare uno dei più grandi d’Europa. Questa è una tappa obbligatorio, non si può lasciare la città senza far visita al suo Castello.
Venne costruito sul lato sud della collina, vicino al vecchio distretto del castello, (Várnegyed), famoso per lo stile barocco medievale e per le case ed edifici pubblici del diciannovesimo secolo. È collegato a piazza Adam Clark ed al ponte delle Catene (Széchenyi lánchíd) per mezzo della funicolare del castello di Budapest.
Il castello di Buda è stato inserito dall’UNESCO tra i patrimoni dell’umanità nel 1987.
Sempre a piedi ritorniamo nel centro della città a pochi passi dal Danubio avendo come meta da non perdere la pasticceria Gerbeaud. La pasticceria è una gioielleria di dolci: vetrine piene di leccornie di ogni genere, dalle celeberrime torte Sacher e Dobos ai dolci alla ricotta e ai semi di papavero. L’ambiente un po’ retrò sembra rimasto intatto dal 1858 – anno di fondazione della pasticceria, e ci riporta indietro nel tempo, con i legni intarsiati e le tende di raso.
La giornata si conclude con un giro in battello per ammirare la città illuminata.
Noi scegliamo la compagnia Dunayacht, tra le più economiche, che si trova al molo 10, proprio sotto il Ponte Elisabetta. Il giro dura 1 ora. Oltre la metà dei monumenti considerati “essenziali” quando si passa un weekend a Budapest possono essere visti dal Danubio per avere una prima impressione oppure un nuovo punto di vista della città, compresa la circumnavigazione dell’Isola Margherita.
Chi visita Budapest frettolosamente, di solito si perde un giro sull’Isola di Margherita, che si trova proprio al centro del Danubio e si raggiunge facilmente con l’omonimo ponte. L’ideale è noleggiare una bici sul posto e percorrere gli angoli di questo isolotto in lungo e in largo, in fondo sono solo 2,5 chilometri! Prima dell’Isola di Margherita esistevano tre isolotti distinti: l’isola Balneare, l’isola dei Pittori e l’isola delle Lepri. Unite dal cemento alla fine del 1800, oggi formano un’unica isola che prende il nome dalla figlia del re Béla IV, Margherita, che dopo l’invasione tartara si ritirò in un monastero sull’isola stessa. Oggi è il luogo preferito dagli abitanti che cercano qualche ora relax o vanno a farsi un bagno nelle acque termali della grande piscina all’aperto Palatinus.
La sera ceniamo in Piazza Vörösmarty ter: una piazza con mercatini dell’artigianato locale per il periodo pasquale, ma anche luogo dove si può mangiare seduti sui sedili in legno svariati piatti tipici d’Ungheria. Atmosfera da favola. Il cibo di strada, il profumo del vin brulè, tutte quelle luci e quelle bancarelle “pasquali”… Situata in zona centrale e molto ben collegata grazie ai mezzi pubblici è anche vicinissima a Váci utca, una delle strade principali di Budapest, con tanti negozi e locali. Zona molto bella pedonale vivace e molto illuminata, piena di negozi di ogni tipo da grandi catene europee di grandi magazzini a negozi di grandi firme dall’Hard rock cafè a ristorantini tipici. Da vedere per una passeggiata e per lo shopping.
3° giorno: domenica 9 aprile 2017
Oggi scegliamo di passeggiare lungo il lato Pest, visitando, prima fra tutti, la Grande Sinagoga. Il biglietto comprende la guida in italiano, la visita della Sinagoga, del Monumento dell’Olocausto, del giardino e del Museo Ebraico.
Un edificio unico, la Sinagoga più grande d’Europa, al suo interno resterete con il naso all’insù per un po’ di tempo (cliccare qui), tante sono le particolarità da ammirare. Annesso alla Sinagoga si trova un piccolo museo ebraico, visitabile con lo stesso biglietto, e nel giardino non dimenticate di soffermarvi dinnanzi all’albero della vita, il monumento simbolo dell’olocausto; il giardino è una sorta di memoriale poiché vi sono poste molte lapidi con i nomi delle vittime della follia nazista.
Il Monumento dell’Olocausto raffigura un salice piangente, sulle cui foglie sono incisi i nomi delle 600.000 vittime. Dietro questo monumento si trova il monumento dedicato ai Giusti, cioè a quelle persone che si adoperarono per salvare gli ebrei mettendo a rischio la loro stessa vita, tra cui compaiono i nomi di Giorgio Perlasca e di Angelo Roncalli, San Giovanni XXIII.
La sinagoga grande (in ungherese: Nagy zsinagóga) è il principale luogo di culto ebraico di Budapest, sito nel quartiere ebraico della città (nella settima circoscrizione Erzsébetváros). La sinagoga venne costruita tra il 1854 e il 1859 nella città di Pest, per gli ebrei riformati. La costruzione è opera di Ludwig Förster, già autore del fortunato progetto del viennese Leopoldstädter Tempel e venne inaugurata il 6 settembre 1859. Nel 1860, per interessamento del giornalista, fondatore del sionismo, Theodor Herzl, fu aperto un museo adiacente, dedicato alla comunità ebraica di Budapest. Nel 1929 il museo venne ristrutturato e, nel 1931, alla sinistra della sinagoga grande, ne venne costruita una più piccola, in ricordo degli ebrei caduti durante la prima guerra mondiale.
Il 3 febbraio 1939 il Partito delle Croci Frecciate lanciò delle bombe a mano che danneggiarono l’edificio, requisito ed adibito a sede della radio per comunicare con la Germania durante la seconda guerra mondiale. La sinagoga subì ingenti danni anche durante la battaglia di Budapest, il 29 dicembre 1944.
In seguito, durante la Repubblica Popolare d’Ungheria, la sinagoga venne in parte risanata e riaperta al culto. Tra il 1991 e il 1998, è stata oggetto di un importante intervento di restauro, che le ha restituito le caratteristiche originali e ha permesso un totale ripristino delle strutture.
La sinagoga grande di Budapest è la più grande sinagoga d’Europa e la quarta al mondo: al suo interno vi è un totale di 2.964 posti a sedere, dei quali 1.492 nelle navate, per gli uomini, e 1.472 sui matronei, per le donne.
L’edificio misura 75 metri di lunghezza e 27 di larghezza; le due torrette ai lati della facciata sono alte 43 metri ciascuna.
Lo stile architettonico è eclettico, principalmente con elementi moreschi, ma anche con forti richiami all’architettura neobizantina e all’architettura neoromanica, specialmente all’esterno.
La facciata, con copertura piana, è affiancata da due torrette gemelle, in basso a pianta quadrate e in alto a pianta ottagonale, ognuna delle quali è coperta da una cupola a bulbo. Al centro della facciata, si trova il portale ad arco, sormontato da un rosone circolare. Il paramento murario è in mattoni bicromi, disposti a formare decorazioni geometriche. La facciata posteriore della sinagoga è a capanna, molto semplice, con monofore disposte in due file laterali. Al centro, un rosone e, più in basso, un corpo che sporge dalla facciata, con un portale.
All’interno, la sinagoga è a tre navate di tre campate ciascuna, separate da archi a tutto sesto poggianti su esili colonne e con copertura piana; le navate laterali sono sormontate da un doppio ordine di matronei, che continua anche in controfacciata, al disopra dell’endonartece. L’illuminazione naturale è garantita da grandi polifore lungo il secondo ordine del matroneo e da lucernari quadrati posti al centro del soffitto di ciascuna delle campate della navata centrale.
In fondo alla navata centrale, con pianta quadrata e coperta da cupola, vi è l’abside; al suo interno vi è il santuario, rialzato di 15 gradini rispetto al resto della chiesa. Delimitato da una balaustra, esso ospita il doppio leggio ligneo e l’Aron Ha Kodesh, di carattere monumentale. Completamente rivestito in marmo e decorato con dorature, è coperto con una cupola e, sulla parte anteriore, presenta un protiro sorretto da due colonne; la porta lignea, a doppio battente, chiude l’ambiente interno, ove sono custoditi i rotoli della Torah.
La ricca decorazione pittorica geometrica delle pareti e del soffitto della sinagoga è stata progettata da Feszl Frigyes.
Sull’ampia cantoria dell’abside, alle spalle dell’Aron Ha Kodesh, vi è l’organo a canne Jehmlich Orgelbau Dresden GmbH opus 1121, costruito nel 1996. Lo strumento ha 53 registri, per un totale di circa 5000 canne, distribuiti su quattro tastiere e pedaliera, ed ha due consolle: una a finestra, con trasmissione mista, meccanica per le prime tre tastiere e la pedaliera, elettrica per la quarta tastiera e i registri, ed una remota, anch’essa in cantoria, con trasmissione integralmente elettronica.
Continuiamo il nostro itinerario dalla stazione della Metropolitana M1, linea gialla, denominata Vörösmarty utca, la più antica d’Europa (1890) chiamata Földalatti, caratteristica per le sue pareti interamente ricoperte di piastrelle.
Rimaniamo all’interno della storia e visitiamo il museo del Terrore o anche Casa del Terrore situato in Andrassy utca.
L’edificio in cui è allestito il museo, costruito nel 1880, fu usato prima dai nazisti poi dai russi come quartier generale dove torturavano, incarceravano ed uccidevano le loro vittime.
L’allestimento museale ripercorre, in ordine cronologico, le due occupazioni subite dal popolo ungherese divenedo così un memoriale per tutte le vittime del fascismo e del comunismo ungherese.
Personalmente la visita mi ha caricato di un senso di angoscia nel vedere e ascoltare i fatti accaduti; il percorso di visita ci porta fino alle prigioni sotterranee e alla sala delle esecuzioni, oggi illuminate, un tempo buie e umide.
Musiche e luci nelle varie sale ricreano l’atmosfera angosciosa e di grande paura della vita durante la seconda guerra mondiale e sotto entrambe le dittature. Celle senza finestre, una con il pavimento e le pareti imbottite per evitare al martoriato di turno di peggiorare la situazione (erano i carnefici a decidere quando si moriva), una stretta e lunga solo lo spazio per stare fisicamente in piedi; una perennemente bagnata in cui il detenuto era obbligato a stare seduto nell’acqua; un’altra con il soffitto basso: impossibile stare eretti.
È forte il contrasto, andando poco più avanti, con una parete di cartoline colorate e fitte di parole: quelle degli esuli che lasciarono l’Ungheria in cerca di un futuro meno incerto e scrivevano ai propri cari rimasti in patria.
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