Mostra di Arte contemporanea ai tempi del Covid a Villa Borghese – en plein air – “Back to Nature”


Ho avuto il piacere di guardare la mostra “Back to Nature”: un percorso artistico immerso tra i viali e i giardini di Villa Borghese –uno dei parchi storici più famosi e amati di Roma– dove si possono ammirare le opere e le installazioni realizzate da artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo;

attraverso il doppio igloo di Mario Merz, con il cervo che esibisce la sequenza di Fibonacci;

la nuova opera di Mimmo Paladino, dieci bandiere ispirate alle sculture che un tempo decoravano i viali e le siepi di Villa Borghese affisse sulla facciata del Museo Pietro Canonica;

Drops di Andreco, che abita la Prospettiva del Teatro nel Parco dei Daini; la videoinstallazione notturna Red Map di Grazia Toderi alla Loggia dei Vini;

l’Etherea di Edoardo Tresoldi, scultura trasparente e “abitabile”, alta 11 metri, ispirata alle architetture barocche e neoclassiche che dialoga con gli alberi del parco;

la grande bufala in bronzo fusa con il metodo della cera persa di Davide Rivalta, quasi incastonata tra uccelliere e giardini della Galleria Borghese e in dialogo con i leoni esposti sulla scalinata della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea;

la mostra di Benedetto Pietromarchi al Museo Carlo Bilotti dove l’artista ha anche valorizzato alcuni alberi crollati proprio a pochi passi dallo spazio espositivo. Tutte le opere sono illuminate anche di notte.


Si tratta di una vera e propria mostra “diffusa” che, in questo complicato periodo di cambiamenti climatici e dell’attuale emergenza sanitaria globale, rappresenta un modo nuovo di vivere il verde cittadino e che sarà visitabile fino al 13 dicembre 2020. L’esposizione, infatti, fa parte di una strategia che attraverso l’arte mira alla valorizzazione dei parchi storici della Capitale.


In mostra una serie di installazioni d’arte contemporanea pensate per essere esposte all’aperto e apprezzate da tutti coloro che frequentano il parco, appositamente progettate o reinventate per l’occasione da artisti di rilievo internazionale.

Le Yarn bombing, sculture a maglia dell’Accademia Aracne che colorano i tronchi degli alberi;

le ali giganti del Wing Project a cura di Andrea Mauti; e, al Canonica, Vitriol di Nico Vascellari, opera video di forte impatto emozionale, in un volo “cieco” sulla Foresta del Cansiglio in Veneto.

Vale la pena di assistere al video di dieci minuti, dove l’artista è protagonista di un’esperienza spettacolare, ai limiti della resistenza umana, che vuole essere un omaggio alla bellezza del paesaggio italiano.

Passeggiare nei viali della Villa permette ai visitatori di godere della corrispondenza tra il segno contemporaneo, le architetture del parco e le piante che lo popolano.


L’esposizione coinvolge prevalentemente il Parco dei Daini e l’area di Piazza di Siena, oltre al Museo Carlo Bilotti e al Museo Pietro Canonica.

Attraverso le opere si è voluto valorizzare diverse aree del parco, ma non si tratta di semplici “sculture” collocate all’aperto: sono installazioni che hanno come filo conduttore la trasparenza, con la quale si crea armonia tra arte e natura. L’opera non domina sulla natura e la natura non domina sull’opera.

Il risultato è una grande collettiva di arte contemporanea, a ingresso gratuito, che incoraggia a riflettere sul rapporto tra uomo e natura.


La pietra, la terra, le forme di vita animali e vegetali – testimoni silenziosi dei fenomeni naturali e della storia dell’uomo – sono al centro della poetica di Benedetto Pietromarchi, che si concentra sulla relazione tra natura e artificio, biologia e costruzione, e su come queste nozioni sono percepite nell’ambito del nostro sistema culturale e del nostro vissuto. Per il Museo Carlo Bilotti, l’artista ha concepito un progetto che tiene conto della particolarità della sua ubicazione, del suo rapporto col parco di Villa Borghese e con la sua popolazione arborea.


Tra disegni e sculture, l’artista espone anche tre grandi installazioni ambientali, realizzate a partire dalle radici divelte di alcuni alberi: un ulivo, una quercia e un cipresso – quest’ultimo recuperato proprio a Villa Borghese. Su questa sorta di monumento alla forza violenta della natura, e al timore e rispetto che essa deve incutere, Pietromarchi interviene costruendo la narrazione di una potenzialità.

Sul legno apparentemente inerte si innestano fiori di cardo in piombo e setola, modellati dall’artista, che sceglie una pianta particolarmente resistente e stoica, simbolo di una rinascita possibile.


Un omaggio alla forza della natura, che a volte è anche distruttrice, e insieme un messaggio di speranza di rinascita, dalle grandi radici della bassa Maremma che diventano sostegno per pappagalli verdissimi (come quelli che ormai abitano stabilmente a Villa Borghese) ai quadri di pittura con terra prelevata dai luoghi dei monumenti ritratti, come la Fontana di Esculapio o il Tempietto di Diana.


Gli interventi artistici all’interno del parco sono quindi occasione per il pubblico per osservare, soffermarsi e vivere in modo diverso un luogo solitamente attraversato durante i momenti di relax e di sport, dando inoltre l’opportunità di fruire in maniera più dinamica l’arte contemporanea.

La maggior parte delle persone che vede queste opere non sa che si tratta di una mostra ma finisce per apprezzare il lavoro di questi artisti: le opere non sono semplici installazioni che rimangono “ferme”, ma diventano strumento per produrre anche performance, diventandone parte integrante.

Tra i progetti di Back to Nature sono anche l’intervento di Accademia Aracne su quattro alberi nel Parco dei Daini (appena montati hanno subito coinvolto il pubblico che si è messo ad accarezzare e abbracciare gli alberi “ricamati” tra foto e selfie) e

il Wing Project degli Studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma nell’Ex Stabilimento dell’Acqua nel Parco dei Daini, grandi ali dipinte su cui il pubblico può realizzare fotografie e immancabili autoscatti.


È un’iniziativa sperimentale per Villa Borghese ma, in assoluto, un progetto così coordinato e pensato non era mai stato realizzato. Vengono coinvolto dieci artisti che nulla hanno in comune tra loro, così come nulla lega le loro opere.

Piuttosto sono scelti in base alla sensibilità, al percorso personale e a quanto potessero entrare in contatto con la Villa.

Il risultato è frutto di un bellissimo concerto di collaborazione tra le tante competenze che gravano sulla Villa.

Villa Borghese – Back to Nature – 2020

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