Eremo di San Girolamo e Monte Fogliano


Avendo programmato un intervento chirurgico, in prossimità della data prevista, invece di farmi prendere dall’ansia, ho sfruttato un giorno precedente il ricovero per visitare con un’escursione di qualche ora un luogo davvero magico del nostro territorio, situato lungo la via Francigena, tra San Martino al Cimino e Vetralla: l’eremo di San Girolamo.


Il luogo fu dimora di Fra Girolamo Gabrielli che, nato nel 1525 da una nobilissima famiglia senese, si ritirò in questo luogo in penitenza per dedicarsi alla scoperta di se stesso e dei simboli naturali del sacro.

Decise di dedicare tutta la sua vita alla meditazione e alla preghiera e scelse il monte Fogliano come luogo dove, grazie ai mezzi fornitigli dalla sua facoltosa famiglia, costruire un romitorio rupestre e vi fece lavorare della manovalanza che scavando nel tufo, nella pietra ed erigendo delle mura ricavò una costruzione conosciuta appunto come San Girolamo.

La storia vuole che l’Eremo fu depredato più volte da malfattori o soldatesche e il povero eremita fu gravemente malmenato; così il poveretto, appena poté riprese la via di Siena ed elargì ai poveri tutto il suo cospicuo patrimonio.


Recentemente risistemato, è incastonato in un contesto naturalistico di rara bellezza sulla via Francigena, cammino culturale ed emozionale che trova nella nostra provincia uno degli scenari storici e naturalistici più belli e interessanti.

Monte Fogliano con una altezza di 966 m, è la seconda cima dei Monti Cimini dopo il Monte Cimino. Come tutta la catena è ricoperto di faggi e castagni, fitti boschi un tempo noti col nome di Selva Cimina dove, secondo le credenze, abitavano spiriti e misteriose presenze.

La strada per Monte Fogliano si prende da Cura di Vetralla, ed il limite del bosco e la partenza dei percorsi che stiamo trattando è a soli 3 km dal paese. Sulle falde del monte si trovano le rovine dell’eremo di San Girolamo, risalente al XVI secolo ed il Convento di Sant’Angelo, fondato nel XIII secolo da monaci benedettini che passarono all’ordine cistercense e che abbandonarono il luogo un secolo dopo.


Una piccola curiosità è quella che presso il Convento di Sant’Angelo è possibile chiedere ospitalità per un breve soggiorno meditativo.

Fuori le mura del convento si trova una piccola area pic-nic attrezzata con tavoli e panche, pochi a dir la verità, ma i prati non mancano.


Si consiglia di visitare Monte Fogliano l’8 maggio, in occasione di una celebre e antica festa che si svolge ogni anno dal 1470 tra i faggi secolari, lo Sposalizio dell’Albero, con cui Vetralla rinnova il possesso di Monte Fogliano con un rito in cui due alberi vengono addobbati con fiori e sposati dal sindaco.


Il luogo della partenza è all’inizio del bosco, nei pressi del campo sportivo, sulla strada che porta da Cura di Vetralla (sulla Cassia) a S. Martino Al Cimino, poco dopo il passaggio a livello, dove è possibile lasciare l’auto e si può anche fare rifornimento d’acqua e dove è posto un quadro sinottico dei percorsi.


Lasciato il Convento proseguiamo per l’Eremo di San Girolamo che si troverà circa a 2 km di distanza, pian piano che si sale quello che da lontano sembra un grosso sasso, si trasformerà in un suggestivo eremo scavato nella roccia viva.


L’eremo è ben conservato; al piano terra possiamo trovare la cripta di preghiera, mentre la dimora del Santo, che era situata al piano superiore, è parzialmente crollata.


Il luogo è veramente magico oltre che spirituale soprattutto se si immagina come doveva essere vivere realmente li nel 1500.


Questo piccolo complesso appare all’improvviso in mezzo a questa ampia distesa naturale, risultando particolarmente evidente all’occhio: la sua apparenza fissata nella roccia, interamente scavata in un ammasso roccioso tefritico (roccia effusiva vulcanica), è risultato di un lavoro durato molto tempo ed effettuato sia da mano umana che dagli agenti atmosferici.

Visitare il luogo, soprattutto se se ne conosce questa storia, può essere un’esperienza mistica ed emozionante, soprattutto se avviene in momenti di pace totale, senza altri turisti e dunque in solitudine; per pochi attimi si potrà tornare a vivere nei panni del frate, ammirando la bellezza della riserva naturale e la meravigliosa forza della natura che cerca in tutti i modi di riprendersi la roccia del romitorio.

Aggiornamento del 18 settembre 2024

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