Tinte autunnali per il Castello Ruspoli: il gioiello di Vignanello (VT)


Il Castello Ruspoli a Vignanello (4.261 ab. – 369 m s.l.m.), iniziato tra il 1531 e il 1538, ancora oggi appartiene ai discendenti della famiglia Ruspoli che lo abitano, insieme al fantasma del Signorino, antico antenato che amava cacciare nel bel parco circostante.


L’interno era vietato fotografare, ma…il Castello Ruspoli è un tesoro del nostro territorio

Il paesaggio di Vignanello si distingue per i boschi dei Monti Cimini e le forre che lo attraversano, forme plasmate dalle attività vulcaniche dei vulcani Cimino e Vico.

Situato nel Lazio, nella Tuscia che ha la più grande concentrazione di giardini storici al mondo ed è noto per il suo vino, il prodotto enogastronomico principale, è pure circondata da ulivi e dai maggiori produttori italiani di nocciole.

L’attiguo giardino all’italiana di stile rinascimentale colpisce i visitatori con le sue spettacolari geometrie di siepi miste di alloro, lauroceraso, viburno tino e bosso rappresentando uno dei parterre seicenteschi più apprezzati; il grande spazio rettangolare è intersecato da quattro viali che delineano quattro riquadri attorno ad una fontana racchiusa da quattro balaustre ad arco.

Queste ”sculture vegetali”, originariamente di salvia e rosmarino, conferiscono all’ambiente la chiarezza di un disegno geometrico astratto.


Opera del Vignola, la fontana che vedete si trova al centro dell’incantevole giardino del Castello Ruspoli

Le 4 aree sono: il Giardino di Verdura, il Giardinetto Segreto, il Barchetto e il Barco.

Profumi e forme si mescolano armoniosamente nel Giardino di Verdura, la parte più bella e meglio conservata.

Nonostante i cambiamenti di stile, soprattutto a partire dalla fine del Settecento con la moda dei ricami francesi, il giardino è rimasto miracolosamente intatto.

Siamo in un giardino all’Italiana, con un giardino segreto, un giardino di verzura ed un bosco.

Il giardino segreto lo si vede affacciandosi da una terrazza, venne realizzato da Francesco Maria Ruspoli come luogo per appartarsi da tutti ed era segreto in quanto coperto da un pergolato con vegetazioni.

Qui c’era un microclima che permetteva la sopravvivenza di piante ed animali particolari, vi erano pertanto le voliere dei pappagalli ed altri animali considerati allora esotici.

Il Castello Ruspoli, situato nel pittoresco borgo di Vignanello, vanta una storia che affonda le sue radici nel Medioevo; esistono perfino registri storici che collocano la sua origine nell’847, anche se all’epoca si trattava soltanto di una rocca fortificata.

Durante il pontificato di Leone IV (847–855) la rocca fu trasformata in convento destinato ai monaci Benedettini e nel 1169 divenne oggetto di una lunga disputa tra la Chiesa e le famiglie Aldobrandini, Orsini e Borgia, che durò fino al XVI secolo.

Nel 1531, il Castello fu donato da Papa Clemente VII a Beatrice Farnese Baglioni. Successivamente, sua figlia Ortensia sposò Ercole Sforza Marescotti grazie ai favori concessi da Papa Paolo III.

Come dote di matrimonio, Ortensia portò con sé il castello di Vignanello, che da quel momento prese il nome di Castello Marescotti.

Ortensia Farnese trasformò la rocca in una residenza, mantenendo però le caratteristiche architettoniche della fortezza originaria. Il progetto di ristrutturazione fu affidato all’architetto Sangallo il Giovane, mentre lo studio degli spazi esterni, tra cui la fontana centrale del giardino e l’ingresso originale, è attribuito a Jacopo Barozzi da Vignola.

Questi interventi hanno contribuito a trasformare il castello in una sontuosa dimora signorile, che ancora oggi conserva la sua bellezza e maestosità.

Nel 1704, il nome della famiglia Ruspoli fu aggiunto a quello dei Marescotti dopo il matrimonio dell’ultima erede, Vittoria, con Sforza Vicino Marescotti. Le nozze portarono all’incorporazione del nome Ruspoli e alla fusione delle due famiglie.

Durante il corso della sua storia, il Castello Ruspoli ha ospitato illustri ospiti, tra cui papi, re e nobili.
I Ruspoli furono mecenati delle arti e delle scienze, e la fortezza divenne un importante centro culturale. Oggi, il castello è ancora di proprietà della famiglia Ruspoli ed è aperto al pubblico per visite ed eventi speciali.

All’interno del castello, che ancora oggi è abitato dalla principessa Claudia Ruspoli, ci attendono un maestoso atrio con la sua stanza d’armi ed i quattro ampi saloni al primo piano affrescati, un arrendamento ricercato e una splendida vista sul giardino sottostante.

Dal 1996, donna Claudia Ruspoli, nel tentativo di coprire almeno in parte i costi della manutenzione, ha ”aperto” il castello al pubblico: visite guidate, matrimoni, concerti, convegni.


Nozze principesche al Castello Ruspoli di Vignanello

Chissà se con la presenza dei fantasmi non aumenti l’attrattività del castello e quindi gli incassi.
Secondo la leggenda il “Signorino“, un antenato della famiglia Ruspoli, era solito andare a caccia nel vastissimo parco del castello. Il Signorino aveva un cane, di razza bolognese (con cui è quasi sempre raffigurato) a cui era molto affezionato.

Quando il cane morì, il Signorino depose e conservò il suo cadavere in un grosso scrigno coperto d’oro e pietre preziose. Quindi lo seppellì in quello che oggi a Vignanello chiamano il Cocchio, ovvero non proprio il giardino all’italiana adiacente il castello, ma il parco che si estende più in là e che anticamente si estendeva ancora molto di più.

La voce si sparse in paese e, secondo sempre la leggenda, uomini di ”malaffare” iniziarono gli scavi per cercare di appropriarsi del prezioso scrigno. Ma ogni volta che qualcuno si avvicinava al luogo della sepoltura, si udiva lo scalpitio di un cavallo, sopra il quale compariva il Signorino che, a protezione del suo amato cane, terrorizzava i ladri e li faceva scappare.

Il nome Ruspoli compare grazie al matrimonio del figlio di Ottavia e Marcantonio, Sforza Vicino Marescotti, con Vittoria Ruspoli, discendente da una nobile famiglia senese stabilitasi a Firenze.

I Ruspoli erano una famiglia di banchieri senza eredi maschi, l’accordo matrimoniale voleva che i discendenti prendessero il nome dei Ruspoli ed è così che nel 1700 abbiamo il primo Francesco Maria Ruspoli.

Soffermiamoci proprio su di lui, Francesco Maria Ruspoli, colui che a Vignanello fece costruire la Chiesa della Collegiata ed il Palazzo accanto al Castello, ma soprattutto è colui che fece salire di rango la famiglia Ruspoli da Conti a Principi.

La sorella di Francesco Maria divenne Santa e Patrona di Vignanello e nel Castello c’è una Cappella dedicata a lei. Chi era la Santa?


Santa Giacinta, al secolo Clarice Marescotti, prima di prendere i voti, era una principessa ribelle, che si innamorò dell’uomo sbagliato, un amico di famiglia che divenne consorte della sorella minore di Clarice.


Diventata suora sotto costrizione del padre aveva continuato a vivere nel lusso anche dopo essersi recata in clausura in un convento, finché poi un giorno dopo una bruttissima malattia si salvò, e decise di aiutare i più poveri di Viterbo spogliandosi di tutte le ricchezze, nella prima sala del castello possiamo vedere gli oggetti appartenuti alla Santa.

Il Marchese Francesco Maria Marescotti Ruspoli Capizucchi ricevette il titolo di Principe dal Papa Clemente XI (1709) per aver donato il reggimento Ruspoli durante la guerra di Comacchio, contro l’Austria.

Grande mecenate, ricevette Händel come maestro di cappella dal 1706 al 1709 il quale compose per il Marchese più di 50 cantate oltre l’Oratorio della Resurrezione che fu rappresentato a Pasqua del 1707 a Palazzo Bonelli (oggi Valentini) a Piazza SS. Apostoli, dove il Marchese si trasferì prima di comprare Palazzo Ruspoli al Corso dai Caetani.

Le pareti di questa stanza furono testimoni di un tragico delitto: Ortensia Farnese, la moglie del primo Marescotti e nipote del Papa, lo ammazzò con l’attizzatoio del camino.

Ortensia discendeva dalla nobilissima famiglia Farnese e venne costretta dallo zio Papa a sposare un mercenario senza nobiltà, che non aveva più eredità, proprietà e famiglia.

Venne considerata da tutti matta, di sicuro era una donna infelice da tenere ben lontana, una serial killer di mariti, ne uccise altri due!

Sulle pareti troviamo disegnato lo stemma della famiglia Ruspoli, i monti con i grappoli d’uva. I monti rappresentano un simbolo araldico comune nelle famiglie toscane, mentre l’uva è legata alla zona, Vignanello.

Nelle stanze si possono ammirare le splendide foto a testimonianza del fatto che la famiglia Ruspoli abbia vissuto e viva ancora oggi il Castello, specialmente d’estate.

Tra le foto esposte spicca quella di Alessandro Ruspoli, il bisnonno delle attuali eredi, con una benda all’occhio, perso in una battuta di caccia.

 

Sposato con Maria Rita Lante della Rovere, signora di Bagnaia, era Maestro del Sacro Ospizio, un ruolo importante, che lo portava ad accompagnare le persone illustri che andavano in visita dal Papa.

Vi sono foto con i Savoia, ma anche con Evita Peron.

Ciò che vediamo ancora oggi del Castello risale al restauro avvenuto nel 1725, in occasione del soggiorno di Papa Benedetto XIII.

Ho già accennato in precedenza che il titolo di Principe lo si deve a Francesco Maria Ruspoli, che riuscì ad ottenerlo ingraziandosi il Papa.

Fece costruire a Vignanello l’imponente Chiesa della Collegiata, che venne a sostituire la vecchia Chiesa Romanica.

Giocò di astuzia e fece in modo che il Campanile fosse eretto più alto del Castello per dare maggiore importanza alla Chiesa.

Il Papa trascorse 4 giorni nel Castello Ruspoli e la famiglia si spostò nella dépendance costruita nella piazza proprio per l’occasione.

A ricordo del soggiorno papale vi è una veste e le pantofole.

Sul camino del salone principale c’è un medaglione che Vicino Orsini, signore di Bomarzo ed ideatore del celebre Sacro Bosco, regalò alla figlia Ottavia in occasione del matrimonio con Marcantonio Marescotti.

Da notare la porta fatta con il cuoio di Cordoba; nella città spagnola infatti il cuoio veniva lavorato con una particolare tecnica che lo rendeva pregiatissimo. In realtà tutta la stanza era ricoperta del cuoio di Cordoba, che fungeva da isolante termico ed acustico.


Chiesa di Santa Maria della Presentazione
Venne costruita tra il 1710 e il 1723, per volere del principe Francesco Maria Ruspoli, feudatario di Vignanello e dello zio cardinale Galeazzo Marescotti, su una precedente chiesa.

Il progetto è dell’architetto romano Giovan Battista Contini ma venne edificata sotto la direzione dell’architetto genovese Giovan Battista Gazzale.

Consacrata nel 1725 da papa Benedetto XIII. La facciata è caratterizzata dagli ordini tuscanico e ionico sovrapposti, sormontati da un timpano. L’interno ad aula unica è coperto con volta a botte e nell’abside si trova una preziosa Gloria di angeli, in stucco dorato, che racchiude una Madonna con Bambino opera di Annibale Carracci (Bologna 1560 – Roma 1609).

Una particolarità delle decorazioni è data dalla singolare ricorrenza del muso di un cagnolino. Lo si trova negli intagli di due grandi bracci porta ceri in legno dorato, nelle volute delle mensole che sostengono un balconcino, al di sotto degli stemmi scolpiti sulle porte d’ingresso laterali. Si tratta del cane (un bolognese) di Francesco Maria Ruspoli, fondatore della chiesa. Il principe ci era così affezionato da averlo voluto al suo fianco nel ritratto conservato al piano nobile del palazzo.

Le prime due cappelle laterali sono dedicate a San Biagio, patrono storico di Vignanello e Santa Giacinta, compatrona. Prima della canonizzazione di Giacinta Marescotti l’altare era dedicato a San Francesco d’Assisi ed ospitava una tela che attualmente è conservata presso la chiesa degli Angeli Custodi.

Nella cappella di Santa Giacinta è collocato il monumento funebre del Cardinale Galeazzo Marescotti, contenente, per suo volere testamentario, il suo cuore.

Sul pavimento della chiesa, davanti alla cappella di San Biagio è visibile l’unica botola rimasta, comunicante con gli ossari sottostanti. Prima dei vari rifacimenti del pavimento ve ne erano almeno sei, per altrettanti vani destinati alle sepolture della popolazione vignanellese.

La chiesa originariamente era color celeste e bianco. I colori attuali sono dovuti al “restauro” realizzato da Padre Ortenzio Gionfra, come riportato su una lapide commemorativa all’ingresso della chiesa.

Lascio il link per prenotare il giorno e l’ora per la visita guidata, che vi condurrà alla scoperta del Castello e vi farà vivere un pezzo di questa storia italiana. Clicca qui per la Prenotazione biglietti Castello Ruspoli.

Dopo la visita al Castello vi potete soffermare nel paese di Vignanello o proseguire alla scoperta dei tesori della Tuscia nei vicini borghi di  Caprarola e di Carbognano (cliccare qui e qui).

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