Il Dio Quattrino

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Oggi viviamo in una società guidata completamente dal Dio Denaro. Siamo tutti desiderosi di entrare a far parte di esclusivi circoli del tennis, di mandare i nostri figli nelle scuole private e di vivere in centro. Tutto questo porta ad un enorme stress per il raggiungimento di questi obiettivi. Se anche tu ti senti vittima di desideri irraggiungibili, che ti sembrano imprescindibili dovresti rivedere queste alte aspettative che hai accumulato. Probabilmente capire i tuoi desideri reali e smettere di spendere come un novello Bill Gates e incominciare a vivere in modo più intelligente.
Sfortunatamente questo modo di pensare è largamente diffuso e impone di vivere sempre più in maniera grandiosa e sempre di più con uno stress altrettanto grandioso. Mantenere questi ritmi implica maggiore lavoro, che a sua volta fa diminuire il tempo che puoi dedicare a te stesso. L’equilibrio tra il tempo libero e il lavoro è sempre difficile da mantenere, e senza raggiungere questo equilibrio siamo destinati ad accumulare stati di angoscia e senso di frustrazione. Inoltre l’accumulo di debiti porta con se molto stress, che ha notevoli effetti sull’umore e sulla salute.
Una regola che si potrebbe attuare è quella di incominciare a vivere con il 90% delle entrate. Ormai siamo abituati a spendere il 110%, o perfino il 130% di quanto guadagniamo. E’ sicuramente una bella inversione di tendenza.

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soldi01.gif“Più che il Dio Trino preferisco il Dio Quattrino!”
– Pier Paolo Pasolini
La progressiva finanziarizzazione dell’economia, oltre ad accrescere il divario tra spinta speculativa ed economia reale, ovviamente a sfavore della seconda, favorisce inoltre la diffusione capillare del più grande fenomeno di alienazione che l’umanità abbia mai conosciuto: la religione del dio denaro.

Oggi gli uomini tendono ad attribuire al denaro una potenza sacrale che travalica ogni consapevolezza razionale circa il suo valore e la sua effettiva funzione. Nel momento stesso in cui si è disposti a relativizzare il denaro (“non fa la felicità”, si dice) si è altrettanto inconsciamente e magicamente sedotti dalla sua potenza mitica che simbolicamente evoca il riscatto dalla finitezza e dal limite (lo spettro della miseria). E’ la paura del limite, l’angoscia della morte ad eleggere il denaro imperatore della vita.
L’espressione “dio denaro” non è affatto casuale. Attraverso la massimizzazione del denaro l’uomo pretende di trascendere la propria finitezza ontologica ed elevando il mezzo a fine finisce per deificare il mezzo e strumentalizzare Dio. Non lo riconosce più come origine-fine del tutto e perciò lo riduce a semplice “oggetto” di culto. Sostituendo il denaro a Dio l’uomo contemporaneo adora il “dio denaro”, simbolo di onnipotenza, di superamento del limite e della morte.

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