Le carceri già ri-scoppiano

E ora? Un altro indulto?

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Punto e a capo, si ricomincia. L’effetto indulto non c’è più: le carceri sono di nuovo piene, anzi, strapiene, e l’emergenza sovraffollamento ritorna prepotentemente di attualità (campagna elettorale permettendo). Il direttore del DAP, il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, ha lanciato l’allarme: “siamo alle 51.000 presenze con un aumento di ben oltre le mille unità al mese”. E pensare che l’indulto ha riguardato 27.236 detenuti, dei quali però ben 8.508 già rientrati in cella: uno su tre, praticamente il fallimento dell’indulto stesso.

Mastella ha fatto un indulto per smagrire le carceri!
I detenuti scoppiano, le carceri sono insufficienti, non ci sono soldi per costruirne di nuove. Ma non è così. CARCERI FANTASMA

Il problema, quindi, torna. L’indulto non è servito praticamente a nulla, ma era abbastanza prevedibile. E’ un provvedimento a carattere temporaneo e con effetti immediati ma di breve durata, essendo un rimedio tampone: serve per le urgenze, per prendere tempo in attesa di mettere in atto i necessari interventi strutturali (e a tal proposito non c’è solo la capienza). Interventi che, evidentemente, non ci sono stati. Qualcuno sostiene che sia necessario costruire nuove carceri. Forse sì, ma in realtà esistono carceri già costruite, belle, nuove, soltanto che non vengono utilizzate (5 esempi: cliccare quì  unoduetrequattrocinque). Perché?

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