Somalia a 41 giorni dal sequestro…

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Atterrisce il silenzio calato sul rapimento di Jolanda Occhipinti e Giuliano Paganini, i due cooperanti italiani che lavorano per l’organizzazione non governativa CINS, rapiti in Somalia il 21 maggio da un gruppo armato.  Il commando (almeno una ventina di uomini armati) è arrivato a bordo di due auto e ha assalito la loro casa, nell’albergo in costruzione “Dusa Mareb”, nella “frazione” Malable. C’è stata una sparatoria e una delle guardie è stata ammazzata. Una volta entrati nei locali il gruppo di assalitori ha bendato i due italiani e li ha portati via. Con loro è stato rapito il direttore somalo del progetto agricolo e capo della sicurezza, Abduraham Yussuf Harale, detto John. Colpisce la scarsa mobilitazione dell’opinione pubblica, come se i rapiti fossero ostaggi di serie B per i quali non vale la pena impegnarsi. A differenza di altri casi come quello iracheno delle «due Simone». Ad esempio per Italia-Spagna nessuno si è sognato di ricordare il dramma degli ostaggi o indossato davanti alle telecamere una maglietta di solidarietà con i rapiti. In passato si erano sprecate le mobilitazioni di intellettuali, sportivi e dell’opinione pubblica per ostaggi politicamente corretti.
Il CINS (Cooperazione Italiana Sud Nord) è una ONG (Organizzazione non governativa) costituita nel 1988; è indipendente, non legata ad alcun interesse politico e religioso, riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri Italiano, dalle Nazioni Unite, dalla Commissione dell’Unione Europea, da USAID.
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Una foto di Iolanda Occhipinti 
Lo scopo dell’ONG è quello di promuovere azioni di solidarietà al fine di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni più svantaggiate nei Paesi in via di sviluppo. Per conseguire questo scopo il CINS attua interventi di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle principali tematiche che affliggono i Paesi in via di sviluppo. Promuove e realizza attività e progetti volti a generare sviluppo locale sostenibile e opera prevalentemente in partenariato con organizzazioni e autorità locali.
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Giuliano Paganini, uno dei due operatori rapiti
Sul rapimento di Giuliano Paganini, 64 anni, e Iolanda Occhipinti, 51, i due cooperanti italiani sequestrati, con un collega somalo, all’alba del 21 maggio c.a. da un gruppo di uomini armati a sud di Mogadiscio è scesa una rigorosa cortina di silenzio.
Solo il presidente della Regione Toscana ha rivolto un appello alla liberazione dei due cooperanti italiani, uno dei quali è un agronomo pistoiese, e di un somalo.
Martini ha usato il popolare canale internet “You Tube” per mandare un messaggio che possa giungere direttamente ai rapitori, sottolineando come le persone rapite sono impegnate in progetti umanitari a favore del popolo somalo.
Appello per la liberazione dei cooperanti rapiti in Somalia

Il sequestro è avvenuto d Awdigle, 65 km a sud di Mogadiscio, nella regione del Basso Shabele, dove la Cins stava avviando un progetto di razionalizzazione agricola, finanziato in parte dalla Cooperazione Italiana ed in parte dall’Ue, ma gestito dalla Fao. Paganini era l’agronomo, la signora Occhipinti l’ amministratrice, mentre Abderahman Yusuf, il somalo rapito con loro, il responsabile locale del progetto sul campo. Quanto poi alla voce secondo cui il sequestro sarebbe avvenuto poichè c’era il sospetto che lì si volesse edificare una Chiesa, tale ipotesi viene del tutto esclusa in maniera unanime da tutte le fonti, anche locali.
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2 Comments so far

  1. rudy on 2 Luglio, 2008

    Ciao, mi chiamo Rudy e seguo un progetto che si chiama Blogolandia (http://blogolandia.it). Ho letto il tuo blog e lo trovo interessante così ho pensato di contattarti.
    Vorrei farti una proposta riguardo un urban blog; se ne hai voglia scrivimi a questo indirizzo: rudy.bandiera@blogolandia.it
    Chiedo scusa a tutti di essere off topic e per essermi intromesso nei commenti, ma non ho trovato nessun indirizzo mail.

  2. gas on 6 Agosto, 2008

    Dopo due mesi e mezzo è finita l’odissea di Giuliano Paganini e Iolanda Occhipinti, i due cooperanti italiani rapiti lo scorso 21 maggio in Somalia e rilasciati ieri, come annunciato nel pomeriggio alla Camera dal ministro degli Esteri Franco Frattini. I due sono già arrivati a Nairobi in Kenya, ospitati nell’ambasciata italiana. Domani il rientro in Italia.

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