Cuba è libera?
Cuba non è libera né democratica. Cuba, la “Perla dei Caraibi“, nota ai più come meta turistica di grande fascino, vive al suo interno forti contrasti sociali che possono sfociare anche in casi drammatici, come la recente morte di Orlando Zapata Tamayo (il dissidente morto il 23 febbraio dopo uno sciopero della fame di due mesi e mezzo), che per anni non ha voluto sottostare alle leggi anti libertà imposte dal regime di Fidel Castro.
Certo che nel difendere i dissidenti dell’amata Cuba viene fuori un certo fondo anarchico, ma proprio chi si è entusiasmato per la rivoluzione cubana non deve vergognarsi ora di criticare il regime cubano.
Quello di Orlando Zapata Tomayo non è un caso isolato. La sua morte ha posto l’attenzione su un problema ben più ampio, che riguarda i prigionieri politici attualmente detenuti nelle carceri cubane, che recentemente hanno iniziato uno sciopero della fame e della sete.
Una situazione allarmante, che sta preoccupando la parte più democratica del resto del mondo. Purtroppo il regime totalitario cubano, portato avanti ora dal fratello di Fidel Castro, Raul, è tollerato, se non addirittura sostenuto dagli stessi cubani, che ignorano la realtà, perché la totalità dell’informazione è gestita dal governo stesso.
União Europeia, Cuba
Ma i dati e soprattutto i racconti di chi è uscito e vive in un altro pese, hanno cominciato ad aprire un varco su questo mondo sommerso.
Cuba, morto dissidente Zapata ..flv
Una dimensione fatta di pressioni psicologiche, libertà di movimento negata, accesso alla rete internet inesistente, informazione pilotata, insegnamento scolastico strutturato come un vero e proprio addestramento militare e tantissimi altri sistemi di negazione della libertà che possono sfociare nella violenza psicologica.
Guillermo Farinas è un dissidente, solo uno scrittore e rischia di fare la stessa fine di Zapata. Lo sciopero della fame per chiedere la liberazione di 26 prigionieri politici con problemi di salute dalle carceri di Castro del dissidente è iniziato dopo la morte di un altro detenuto, nella sua casa di Santa Clara,ed è stato ricoverato nell’unità di terapia intensiva dell’ospedale provinciale “Arnaldo Milian Castro”, dopo aver perso conoscenza per qualche istante. Il suo stato di salute è stato definito “grave” al momento del ricovero, da fonti ospedaliere.
Fariñas ha ringraziato i medici che lo stanno curando con professionalità e umanità, ma ha aggiunto che non intende abbandonare il suo sciopero della fame. Fariñas ha scontato oltre undici anni di carcere e ha già fatto 23 scioperi della fame dal 1995, uno di sei mesi nel 2006 per protestare contro le restrizioni a Internet dei cubani, ma alla fine fu ricoverato in ospedale e alimentato per via endovenosa. La protesta cittadina non si fermerà. Il coraggio dei giornalisti indipendenti sta mettendo in crisi il regime di Castro e anche le coscienze dei fiancheggiatori sparsi in tutto il mondo che non sanno più cosa inventare per giustificare comportamenti aberranti.
“Ho ricevuto sostegno del governo italiano e vorrei che continuasse a essere così anche nel caso della mia morte”: lo afferma l’oppositore cubano Guillermo Farinas, il quale sottolinea che Roma segue “con molto rispetto” le vicende della dissidenza dell’Avana.
Guillermo Fariñas.mpg
“Il governo italiano dovrebbe condannare la morte di Orlando Zapata e la situazione in cui si trovano i prigionieri politici, indipendentemente da quella che è la posizione politica dell’Unione europea.
Quel che m’interessa è che non venga tradita la memoria di Zapata né i prigionieri politici”, ha sottolineato, ricordando quanto sia importante che l’Europa “non si faccia abbindolare dai -canti di sirena-“ provenienti dall’Avana, “come è invece successo in passato sotto la guida della Spagna”.
“Sono a favore del dialogo tra l’Ue e il governo di Cuba, a condizione che vengano rispettati i diritti umani”, ha concluso Farinas, sottolineando di essere contrario “alla sospensione della -posizione comune-“, che dal 1996 vincola i rapporti bilaterali tra gli stati membri Ue e Cuba al rispetto dei diritti umani e delle libertà politiche nell’isola: “Sarebbe un modo di dare ossigeno all’Avana. Quel che bisogna fare è invece condannare e isolare il governo cubano”.
Infine leggete Liberacuba – L’ora di una Cuba libre.
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Cuba, le mogli dei prigionieri politici in piazza
La marcia di protesta, organizzata in occasione del settimo anniversario dell’arresto di 75 dissidenti.
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