Guida per blogger cyberdissidenti

Censura su Internet e filtri: c’è il giorno della mobilitazione per far saltare le barriere.
Reporter senza frontiere inaugura la prima giornata della libertà di Internet, andando contro tutti i vari tipi di censura.
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“Da oggi in poi ogni 12 marzo, sosterremo delle azioni per denunciare la cyber censura nel mondo. La repressione crescente dei blogger e la chiusura di sempre più numerosi siti Internet necessità una simile mobilitazione, impongono una risposta”. Ha dichiarato Reporter senza frontiere.
“Questa prima giornata è l’occasione per tutti di manifestare in luoghi dove i movimenti di contestazione sono normalmente impossibili. Speriamo di essere numerosi a manifestare virtualmente a piazza Tienanmen a Pechino, a piazza della rivoluzione a Cuba o nelle strade di Rangoon in Birmania. Almeno 62 cyber dissidenti sono imprigionati nel mondo attualmente e, nel 2007, più di 2600 siti Internet, blogs, o forum di discussione sono stati chiusi o resi inaccessibili”, ha indicato l’organizzazione.
“La nostra lista di ‘nemici di internet’ è stata anche aggiornata con l’arrivo di due nuovi paesi: L’Etiopia e lo Zimbabwe. Inoltre proponiamo una nuova versione di guida pratica del Blogger e del cyber dissidente” ha aggiunto Reporter senza frontiere, un manuale che spiega come …creare un blog, aggiornarlo e soprattutto fare in modo che non cada sotto la scure della censura. Il testo è stato pubblicizzato il 12 marzo, in occasione della Giornata internazionale contro la cybercensura. “Più il manuale verrà linkato su siti e blog, più avrà possibilità di arrivare a chi ne ha maggiore bisogno. Lo scopo della nostra pubblicazione è di porre l’accento sulla censura, ma anche di dare un aiuto concreto a quanti ogni giorno vogliono dare testimonianze su quanto accade nei loro Paesi e non possono farlo.”.
La nuova lista dei “nemici di internet” stabilita recensita quest’anno da reporter senza frontiere conta quindici paesi: Arabia Saudita, Birmania, Cina, Corea del Nord, Cuba, Egitto, Etiopia, Iran, Uzbekistan, Siria Tunisia, Turkmenistan, Vietnam e Zimbabwe. Erano solo tredici nel 2007. Si sono aggiunti ai tradizionali censori, due paesi sub sahariani: lo Zimbabwe e l’Etiopia. ” Nulla di sconvolgente, dalla parte di regimi che se la prendono regolarmente e costantemente con i media tradizionali. Presso questi paesi, il tasso di penetrazione di internet è debole, molto debole, ma per lo meno sufficiente per procurargli qualche incubo”, scrive reporter senza frontiere nell’introduzione del suo rapporto.
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I trucchi, i software per poter diffondere le proprie idee sul web nei paesi dove non è possibile a causa delle restrizioni dei governi.
Contro ogni censura su internet guida per blogger cyberdissidenti
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Contro ogni censura su internet guida per blogger cyberdissidenti.
Una rete sempre meno libera. Nel 2007, Reporters sans frontières ha registrato nel mondo più di 2600 casi di censura su siti Internet. In carcere, in Cina, ci sono al momento 64 persone, colpevoli solo di aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione sul web. Nella Guida pratica un capitolo indica i Paesi in cui la censura è più forte: la Cina resta la nazione dove i cyberdissidenti subiscono più arresti e persecuzioni, il Vietnam imprigiona meno persone ma restringe in modo severissimo l’accesso a Internet. Il caso dell’Iran è indicativo: a fronte di una censura molto ampia, la circolazione di informazioni è però continua e ha dato spazio soprattutto all’espressione del malcontento delle donne. È noto infine il ruolo avuto da Internet e dai blogger nel denunciare la repressione delle proteste in Birmania nell’estate del 2007. Il manuale di Reporters sans frontières cita infine anche i grandi motori di ricerca, Yahoo e Google su tutti, che pur di assicurarsi una penetrazione economica in Paesi emergenti non hanno esitato a fornire ai governi informazioni sui cyberdissidenti per far chiudere siti e blog.
Un caso pratico. La guida segue passo passo il blogger, fin dal momento in cui vuol creare il suo diario online, senza dare per scontato le sue conoscenze del funzionamento di internet. C’è un ottimo dizionario dei termini più importanti per orientarsi sul web e le linee guida per cominciare a far parte delle pagine più ricercate dei motori di ricerca. Per chi subisce una restrizione della libertà di espressione c’è l’esposizione di un caso pratico, con il quale Reporters sans frontières insegna ad usare il programma “anti-censura” TOR. Il software devìa le comunicazioni attraverso una rete distribuita di relay, gestiti da volontari in tutto il mondo e impedisce a chi osservi la connesione Internet da cui vengono inviate le informazioni di sapere quali siti si stanno visitando. Impedisce inoltre ai siti visitati di rintracciare il luogo da cui ci si connette. TOR funziona con molti programmi, come i browser web, i client per la chat, i programmi di login remoto e molte applicazioni basate sul protocollo TCP. Per chi, come un utente italiano, può digitare tranquillamente su un motore di ricerca le parole “programma anti-censura” rintracciare uno strumento come TOR non è difficile, ma per un cyberdissidente cinese o cubano l’unico modo per venire a sapere che esiste un tale software è attraverso altri siti, sui quali la censura ancora non si è imbattuta. La cosa più importante, dunque, è che il link al manuale di Reporters sans frontières arrivi, attraverso i tanti canali della rete, a chi ne ha bisogno.

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