Viaggio tra cielo e spiritualità in India, Nepal e Tibet
19° giorno martedì 15 aprile: Nagarkot – Kathmandu (1 milioni di ab. – 1.355 m s.l.m. – 10°-25°)
Oggi visita di Nagarkot. Bella passeggiata di circa un’ora attraverso piccoli villaggi rurali. Si prosegue e si visita Bhaktapur.
Bhaktapur è la terza città della valle di Kathmandu per estensione. Priva di traffico e tuttora inalterata nel suo aspetto tradizionale, Bhaktapur è per molti versi un luogo senza tempo, nel quale apprezzare in tutta lo loro originalità le tradizioni e la cultura nepalese.
Sito archeologico dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, tra i più visitati del Nepal, famoso soprattutto per la sua piazza (Durbar Square). Qui si trova il Palazzo delle 55 finestre costruito nel XV secolo da re Yakshya e rimodellato nel XVII secolo da re Bhupatendra, sempre della dinastia Malla.
L’intera parte storica è in stile newari ed è punteggiata da diversi templi a pagoda (tra cui quello dedicato a Pashupati e quello di Vatsala.
La pagoda più famosa è tuttavia Nyatapola, fatta costruire nel 1702 da Bhupatendra e dedicata a Siddhilaxmi, la dea madre del Tantra.
Durante la visita alla città abbiamo assistito ad una delle celebrazioni del Bisket Jatra 2014, il 2071° Capodanno in Nepal, che quest’anno si festeggia dal 10 al 19 aprile. Il Capodanno in Nepal si celebra con particolare solennità, sin da quando il festival Bisket Jatra è stato introdotto dal re Jagajyoti Malla nel XVII secolo, almeno così vuole la tradizione (cliccare qui).
Nel corso del festival di nove giorni, gli uomini trasportano un enorme carro con le immagini del dio indù Bhairab, in una processione che culmina in un tiro alla fune da guinness dei primati, tra le squadre della zona est ed ovest della città. E il giorno di Capodanno, un palo di 25 metri di altezza a forma di fallo, l’universale simbolo ella fertilità come ben sanno i giapponesi che festeggiano il pene d’acciaio, viene tirato giù, a dare l’inizio ufficiale del nuovo anno, che quest’anno cade il 14 aprile.
Nagarkot – Kathmandu: 32 chilometri. All’arrivo a Kathmandu check-in in hotel Gokarna. Pernottamento in hotel.
Di hotel così in Nepal non ce ne sono molti; ubicato nella valle di Kathmandu, il Gokarna Forest Resort vanta sistemazioni con viste mozzafiato sulla Foresta di Gokarna, una spa, un centro benessere, un campo da golf a 18 buche e 4 punti ristoro. Dista circa 5 chilometri dall’aeroporto internazionale Tribhuvan.
Mance in India (argomento scottante. VM18 ;)); guida: 500 rupie al giorno (in quanto è un operatore… Alla fine del viaggio all’aeroporto di Ahmedabad ci chiede la mancia (che faccia!).
20° giorno mercoledì 16 aprile: Kathmandu (1 milioni di ab. – 1.355 m s.l.m. – 10°-25°)
Giorno libero a disposizione. Dopo una ricca e buona colazione, con il pulmino dell’hotel siamo ritornati per le ultime spese al Boudhanath Stupa e successivamente a bordo di due taxi, per complessive 3.500 rupie, siamo andati a visitare l’antico tempio di Changu Narayan situato su una collina vicino ad un piccolo villaggio ed al fiume Manahara.
Il tempio, considerato come il più antico tempio in Nepal, si trova a circa 8 chilometri a est di Kathmandu, a pochi chilometri a nord di Bhaktapur.
Changu Narayan, che è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, è composto da un tempio principale dedicato a Vishnu che possiede un favoloso soffitto intarsiato.
Tutte le figure di pietra che lo decorano sono impressionanti (la maggior parte del V secolo) e rappresentano il dio Garuda, dei leoni, degli elefanti, delle divinità, demoni e personaggi mitologici e fantastici.
Ritorno e pernottamento in hotel Gokarna.
21° giorno giovedì 17 aprile: Kathmandu (1 milioni di ab. – 1.355 m s.l.m. – 10°-25°)
Colazione. Trasferimento in aeroporto e ritorno in Italia.
Partenza da Kathmandu alle 05:25 – Volo TURKISH AIRLINES – TK 0727 a Istanbul (Turchia) alle 10:40. Volo TURKISH AIRLINES – TK 1863 da Istanbul (Turchia) alle 16:30 a Fiumicino alle 18:05.
Rientro all’aeroporto di Fiumicino. E’ stato un viaggio sicuramente indimenticabile. Sapevo che al ritorno mi avrebbero atteso, al varco, come una folla impazzita tutti i miei piccoli pensieri quotidiani dal bollo dell’auto alle rate di condominio della casa, dalle mail di lavoro al tran-tran quotidiano, dall’ennesima settimana decisiva per la riforma elettorale a quella per l’abolizione delle province, dal problema della spazzatura non solo in Campania alle continue e sterili liti tra Destra e Sinistra e via cantando perché niente nel frattempo si era modificato. Ma tra tutti ce n’è uno che per ora se ne sta lì tranquillo, mi scruta e ammicca. Quale sarà?….la mia prossima meta. Prendo a bordo tutti e, insieme ai tanti ricordi e agli insegnamenti lasciati da questo n-simo viaggio, sorrido al mondo e alla vita perché in fondo (per quanto poco ci possa sembrare ciò che abbiamo) ti rendi conto di ciò che hai e dai per scontato che è un vero lusso e che siamo davvero fortunati. E nella testa ancora quel melodico suono che recita: “Om Mani Padme Hum …… Om Mani Padme Hum …..”.
Tujay-chay (grazie) e tashi delek (buona fortuna) Tibet. I tibetani hanno la possibilità di costatare che i turisti, in gran numero, affrontano lunghi viaggi arrivando da terre lontane per visitare i luoghi sacri del Tibet e sono interessati alla cultura e alla lingua del paese. Anche questa testimonianza può aiutarli a credere ancora nei valori e nella validità della propria tradizione.
Il Dalai Lama ha pubblicamente affermato l’importanza che gli stranieri si facciano testimoni dell’oppressione in atto in Tibet e, al loro rientro, informino l’opinione pubblica della loro esperienza. Attraverso il turismo, i tibetani possono avere forme di contatto con l’occidente e trarne incoraggiamento. Il turismo, per certi aspetti, fornisce una finestra sul mondo esterno e può costituire un primo passo verso una politica più aperta. Inoltre, i resoconti dei viaggiatori possono essere un’importante fonte d’informazione per le organizzazioni di sostegno al di fuori del Tibet.
Impresiones de un viaje al Tíbet: El Tibet, En Busca del Espíritu
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