Torino in quattro giorni
4° giorno, domenica 9 luglio 2017: Torino – Basilica di Superga
Quarto giorno Basilica di Superga con il tram 61 che parte da via Vittorio Emanuele II fino alla fermata Sassi.
La basilica di Superga (cliccare qui) sorge sull’omonimo colle a nord-est di Torino. Fu fatta costruire dal re Vittorio Amedeo II come ringraziamento alla Vergine Maria, dopo aver sconfitto i francesi che assediavano Torino nel 1706.
Per arrivarci bisogna seguire una stretta e ripida strada trasformatasi in terreno di allenamento per molti ciclisti che preferiscono raggiungere Superga col solo motore di gambe e cuore. Alcuni scelgono di superare a piedi l’arcigno dislivello tra la pianura e la cima della collina, percorrendo i sentieri della limitrofa area protetta regionale, un po’ come una sorta di pellegrinaggio.
Noi (io e mia moglie) invece, ci arriviamo senza fare nessuna fatica servendoci della tranvia a dentiera Sassi-Superga. La storica tranvia è attiva dal 26 aprile 1884. I vagoni della funicolare erano trainati da una fune d’acciaio, che scorreva parallelamente al binario. La linea è trasformata nel 1934 in tranvia a dentiera, con trazione a rotaia centrale completamente ripristinata e restaurata di recente.
Il percorso si sviluppa per 3.100 metri con un dislivello di 425 metri e una pendenza media del 13,5%, con punte massime del 21% nel tratto finale tra Pian Gambino e la Stazione di Superga.
Qualunque sia il modo con cui la si raggiunga l’eleganza della Basilica ripaga gli occhi di tutti, così come la vista sul lungo e frastagliato orizzonte dove si scorgono nelle giornate limpide, alcuni dei principali monti della catena delle Alpi, come il Monviso, il Gruppo dell’Orsiera, il Rocciamelone, il Gran paradiso, il Gruppo degli Apostoli, la Torre di Lavina, e il Monte Rosa con la punta Doufour. Appena sotto il colle la bella cittadina di Torino si estende da un lato, mentre dall’altra i boschi ricoprono le colline.
La struttura circolare della Basilica sui toni dell’ocra termina con l’alta cupola barocca che da vicino appare ancora più imponente. L’ingresso è anticipato da uno spazio coperto detto pronao, in stile neoclassico. Il marmo bianco delle slanciate otto colonne corinzie, sormontate dal frontone decorato, splende alla luce del sole ed è magnifico. Ai lati del corpo centrale due campanili perfettamente simmetrici anticipano il lungo convento.
In Superga, per volontà di Vittorio Amedeo III, furono tumulati alcuni membri della Casa Savoia. Le spoglie sono conservate in una cripta sotterranea riccamente decorata, oggi visitabile. Tra i feretri presenti, quelli di Vittorio Amedeo II e, all’opposto della sala, di Carlo Emanuele III (padre e figlio, sempre in contrasto tra di loro). Carlo Alberto e Vittorio Emanuele I sono anch’essi ivi tumulati. Consiglio una felpa anche se fuori ci sono più di 30 gradi perché nei sotterranei fa veramente freddo.
Sul retro della basilica è presente il convento ove risederono, dal 1966 al febbraio 2015, i padri dell’Ordine dei Servi di Maria (fino all’età napoleonica era affidato alla Reale Congregazione di Superga, dopo la Restaurazione e fino al 1951 sarà affidato ad un prefetto della reale basilica assistito da un proprio personale). Dal chiostro del convento si accede alla sala dei Papi presso cui è conservata l’unica raccolta al mondo di ritratti su tela di tutti i pontefici della storia, da san Pietro a papa Francesco.
All’interno della Basilica di Superga si trova l’ingresso della Salita alla Cupola (cliccare qui) .
Una scala a chiocciola di 131 scalini porta sulla balconata esterna della cupola, da dove è possibile affacciarsi e ammirare il panorama della città con le sue valli e montagne.
Merita inoltre la passeggiata sino alla parte posteriore dell’intero complesso dov’è stato eretto il monumento in ricordo della tragedia consumatasi il 4 maggio del 1949, quando l’aero con a bordo la squadra del Grande Torino si schiantò contro il terrapieno di sostegno della Basilica.
Il 4 maggio 1949 l’aereo che, di ritorno da Lisbona, stava trasportando i giocatori del Grande Torino, si schiantò contro la collina della basilica di Superga, causando la morte dei 18 giocatori, tutti nazionali, dei dirigenti, degli accompagnatori, dell’equipaggio e di tre giornalisti sportivi per un totale di 31 persone.
L’impatto emotivo fu enorme, anche perché la squadra torinese era stata uno dei vanti della nazione in ambito sportivo: quasi un milione di persone parteciparono ai funerali, a Torino. Il tragico evento è ricordato da una lapide sul retro dell’edificio (nella foto) meta di pellegrinaggi di sportivi e non; ogni 4 maggio infine si celebra una messa solenne in ricordo delle vittime.
Un fato nefasto traccia un sottile filo che lega il tragico accaduto di Superga con quello occorso il 13 febbraio 1955 sul massiccio del Monte Terminillo nel comune di Cantalice, passato alla storia quale “Superga Reatina” . Nessun superstite e ventinove vittime tra cui l’attrice Marcella Mariani – già Miss Italia 1953 – che era di ritorno da Bruxelles dove aveva rappresentato l’Italia ad una rassegna internazionale. Marcella Mariani aveva da poco compiuto 19 anni. Finì così sul Terminillo, la favola della bella cassiera, diventata una stella del cinema. Le ricerche dell’aereo durarono 8 giorni. Il corpo di Marcella Mariani fu ritrovato avvolto nel ghiaccio con gli occhi azzurri aperti.
Lasciamo Superga per raggiungere di nuovo il cuore di Torino ed eccoci alla fine delle nostre intense giornate e al momento di salutare lo splendido capoluogo piemontese.
Questo però non è un addio: arrivederci cara Torino dai mille volti.
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Siamo dei volontari nel borgo speciale di Ranverso, dove in ore serali avete scattato una foto dell’ex ospedale e una del frontale della Chiesa le troviamo bellissime, intressante la sua descrizione dell’origine del luogo, l’Ospedale della Precettora staccato dalla Chiesa tutto costruito nella grande Abbazia,
i volontari Ersilio Teifreto