Comitato per la liberazione dalla partitocrazia dopo 60 anni

suicidio-celltumo
Ben venga una campagna contro la partitocrazia, la grave malattia che da 60 anni affligge il Paese. Come dopo il Ventennio fascista è stato possibile e necessario porre fine a quel regime, ora, dopo 60 anni, è necessario chiudere con questo regime partitocratico che sta distruggendo manifestamente il nostro Paese, il territorio, il territorio morale, ideologico e il Popolo italiano deve essere messo in condizione di conoscere e di poter scegliere. Mandare via tutta questa partitocrazia perché in buona o in malafede sono una sciagura. Quando, infatti, un partito, o più partiti, per varie ragioni, tengono il potere per molto tempo senza che avvenga un ricambio, c’è il pericolo che lo Stato “venga occupato”.  Ai posti di comando verranno messe persone, anche non capaci, ma fedeli e obbedienti agli ordini.  L’efficienza dell’amministrazione pubblica viene meno e può succedere che soldi pubblici vengano dirottati nelle casse dei partiti. Si passa così dal sistema democratico dei partiti alla partitocrazia.
1 marzo 2009: Marco Pannella intervistato a Chianciano

1 marzo 2009: VII Congresso Italiano del Partito radicale nonviolento transnazionale transpartito / Pannella Dichiarazioni a Sky TG24

Di giorno in giorno cresce in me l’ammirazione per l’abilità dei politici che, fingendosi drammaticamente impegnati a lottare per la “res publica” tessono in realtà tutta una trama di lotte per il potere che non ha nulla a che fare con il bene dello stato o del popolo, ma serve ad accrescere proporzionalmente la partecipazione dei singoli partiti alla spartizione del bene pubblico (notizia liberamente tratta da: www.ariannaeditrice.it).
grillo
Ecco qual è il vero problema della democrazia italiana: i partiti; che, contemplati in un solo articolo della Costituzione (art. 49), che prevede espressamente tra i loro compiti il concorso a determinare con metodo democratico la politica nazionale, hanno finito per occuparli tutti.
radical
La partitocrazia italiana ha origini lontane.  Nasce col Cln.  Finita la guerra i partiti che, dai comunisti ai monarchici, avevano partecipato alla Resistenza contribuendo alla liberazione del Paese sia pur in un ruolo marginale (perché l’Italia l’hanno liberata gli angloamericani) cominciarono a spartirsi ciò che, presenti ancora gli Alleati nell’Italia sconfitta, si potevano spartire, cioè le istituzioni minori: prefetture, questure, sindaci, comuni.  Quindi, costituitasi l’Italia repubblicana, passarono alle istituzioni maggiori: presidenza della Repubblica, presidenza del Consiglio, presidenze delle Camere, Parlamento.
boninoepannella
Il problema divenne evidente e pubblico a cavallo degli anni Sessanta con le denunce di Giuseppe Maranini e dello stesso presidente del Senato Cesare Merzagora. Denunce che non ebbero effetto alcuno perché i partiti dilagarono per ogni dove: nelle aziende di Stato, in quelle del parastato, nelle Spa comunali, negli Ospedali, nelle Ussl poi Asl, nei Porti, negli Acquedotti, nelle Terme, nei Teatri, nei Conservatori, nelle Mostre.
partit
Di questa occupazione arbitraria la Rai-Tv, dove nemmeno un usciere sfugge al manuale Cencelli, è l’esempio più clamoroso. Si è arrivati addirittura allo scambio di figurine fatto non più sottobanco, vergognandosene un poco, ma “en plein air”: tu mi dai un giudice della Corte Costituzionale e io ti ricambio con la presidenza della Commissione di vigilanza Rai.
Si parla tanto in questi mesi di riforme: riforma della Giustizia, riforma federalista, riforme costituzionali. Ma la riforma più urgente, primaria, essenziale perché quella italiana diventi una vera democrazia e non resti, come invece è, un sistema di oligarchie, arbitrarie, prepotenti, onnipotenti, clientelari e intimamente mafiose, sarebbe la riforma dei partiti, la drastica riduzione della loro onnipresenza.
Ma in una democrazia rappresentativa solo i partiti, occupando il parlamento, cioè il potere legislativo, possono riformare i partiti. Perciò questa riforma non si farà mai. A meno che i cittadini….
Questo è il paese dove tutti devono andare a…

1 Comment so far

Lascia un commento