Argentario – Toccata e fuga in uno dei luoghi imperdibili della Toscana mediterranea


Come promesso (vedere precedente post: “Il tramonto dalla spiaggia della Giannella”) ci siamo concessi un breve soggiorno, dal 21 al 23 settembre 2022, presso l’hotel “Villa Smeraldo” situato sul tombolo della Giannella, un lembo di terra sabbioso che unisce il Monte Argentario alla terra ferma.

La Giannella è bagnata dal Mar Tirreno da un lato, con una spiaggia che si estende per tutto il tombolo, e dall’altro lato dalla Laguna di Orbetello (Riserva Naturale ed Oasi del WWF).


Dopo i moscerini, in riva alla laguna di Orbetello, arrivano anche i ragni. Da alcuni giorni numerosi aracnidi hanno tessuto una lunga ragnatela che ricopre con un manto bianco tutta la vegetazione che si trova a bordo laguna.

Il mare alla Giannella è caratterizzato da sabbia chiara e fine, acqua bassa e limpida. Riparata dai venti che soffiano da sud (praticamente il contrario della Feniglia).

Per gli amanti delle camminate sul bagnasciuga ci sono 8 Km ininterrotti, dalla foce del fiume Albegna all’Argentario da cui è unita col ponte sul canale di S. Liberata.

La spiaggia di Giannella si trova nel comune di Orbetello (14.345 abitanti), dal quale dista circa 4 km.



Dalla località Santa Liberata, ha inizio la Strada Provinciale 36 di Giannella, che costeggia tutto il litorale ed ospita i vari accessi al mare (spiaggia libera e stabilimenti).

Lo spettacolo panoramico è mozzafiato, si possono ammirare le Isole del Giglio, di Giannutri e in condizioni di cielo particolarmente sereno anche l’Isola di Montecristo.



Ansedonia – rinomata località turistica del litorale tirrenico – è una frazione del comune italiano di Orbetello ed è situata sull’omonimo promontorio al limite sud-est del territorio comunale di Orbetello, nelle vicinanze delle rovine dell’antica città romana di Cosa.

Torre della Tagliata, è stata costruita sul luogo di una torre di epoca medievale nel corso del XVI secolo. L’edificio ha subito alcuni interventi di restauro nei secoli successivi e, terminate le funzioni difensive, venne trasformato in abitazione. Fu soggiorno del celebre compositore Giacomo Puccini, che qui scrisse molte sue opere, tra cui la Turandot.

Tagliata Etrusca, notevole opera di ingegneria risalente al periodo etrusco-romano. Si tratta di un canale tagliato nella roccia lungo la costa a sud-est del promontorio, ideato per evitare l’insabbiamento dell’antico porto creando un sistema di contro-correnti provenienti dal mare e dal canale emissario del non lontano Lago di Burano.


La Tagliata Etrusca sorge ai piedi del versante sud-est del colle di Ansedonia, dove in antichità si trovava il porto della città di Cosa, un modesto scalo marittimo, di cui sono ancora visibili (oltre alla suddetta Tagliata) i resti semisommersi dal mare di moli e frangiflutti.


Dopo averla ammirata dal basso, una scalinata vi permette di salire sul fianco del promontorio rivolto al mare, ed osservare gli incassi delle paratie con cui si apriva e chiudeva il canale. Ancora oggi, in condizioni di mare agitato, si possono osservare chiaramente la dinamica del movimento delle acque nella Tagliata.

Accanto alla Tagliata si trova lo Spacco della Regina: una fenditura naturale della roccia, lunga 110 m circa, trasformata e adattata con cunicoli scavati artificialmente in età più antica della Tagliata, che in tempi remoti svolgeva le funzione della Tagliata, poi una frana la rese inagibile e venne probabilmente riutilizzata per celebrare riti religiosi.

Purtroppo il ponticello sulla Tagliata non c’è più quindi arrivarci è diventato difficoltoso, ma non impossibile. Al momento esiste un guado di fortuna (nel senso che ci vuole fortuna per non finire in acqua) con tronchi e assi di legno. Spero, presto, ricostruiscano un ponticello solido come c’era prima.

L’ingresso è stretto e buio, sarebbe utile avere una torcia, tuttavia superati i primissimi metri, la luce che penetra (in modo molto suggestivo) dalla fenditura in alto, è sufficiente a fornire un’illuminazione apprezzabile. Nello spacco della Regina troviamo tre ambienti intervallati da tre stretti cunicoli. Sono ancora perfettamente visibili gli antichi colpi di scalpello che hanno modellato questi ambienti. Il silenzio profondo, la luce che penetra tra la vegetazione in alto e le strette pareti di roccia, creano una suggestione fuori dal comune; una volta che vi troverete all’interno, potrete facilmente comprendere come questo luogo abbia dato origine a numerose leggende.

La leggenda dello Spacco della Regina
La giovane ed enigmatica regina etrusca Ansedonia fin da piccola era costretta ad un regime consono al suo rango che le impediva di svolgere qualsiasi attività di svago e libertà rispetto agli altri bambini, talvolta le era consentito di uscire dalla reggia per fare una passeggiata e proprio durante una di queste passeggiate si imbatté in un luogo di straordinaria bellezza, una conca naturale con acqua talmente limpida che non seppe resistere all’impulso di tuffarsi lasciandosi abbracciare dall’acqua.

Da quel giorno la regina scelse quel luogo come unica meta delle sue passeggiate, ma essendo il bagno a quei tempi oggetto di scandalo per una donna qualsiasi figuriamoci per una regina. Le malelingue parlarono subito di riti satanici che venivano celebrati in quel posto e quando la regina Ansedonia non fece più ritorno a casa si pensò complice e vittima di quei riti malefici. Si narra inoltre che la stessa Ansedonia abbia nascosto in questa fessura naturale un tesoro misterioso che non è mai stato portato alla luce.

La Basilica di San Pietro a Tuscania è un luogo incantevole che sorge sul colle dell’acropoli etrusca di Tuscania. Fondata nell’VIII secolo e ricostruita con probabilità nel 1093 (data incisa sul Ciborio), è stata location di numerosi sets cinematografici.

Il fronte della chiesa si affaccia su un bellissimo spiazzo erboso tra il Palazzo dei Canonici e le possenti torri di difesa.


La facciata, avanzata nel corpo centrale, presenta quali elementi principali il portale maggiore, il rosone circondato da una moltitudine di elementi decorativi e gli ingressi laterali. Il portale maggiore, incassato nel muro a conci di nenfro, è opera di un marmoraro romano di scuola cosmatesca.

È caratterizzato da tre rincassi con colonne lisce, capitelli e rispettivi archivolti, di cui il maggiore con mosaici laterali e bugne decorate da segni zodiacali e figurazioni dei lavori stagionali.

La lunetta è decorata da un mosaico a motivi stellari. La porta è incastonata in una cornice in marmo con decorazioni a mosaico.


L’interno della chiesa è diviso in tre navate: quella centrale, in cui spicca un pavimento cosmatesco a decorazioni geometriche che indica gli spazi della prima costruzione, risulta separata dalle altre attraverso un basso muro in cui sono ricavati dei sedili in pietra.


La cripta a sala è ritmata da ventotto colonne (quasi tutte di reimpiego: di provenienza da edifici romani o alto medievali) che sostengono la copertura ripartita in piccole volte a crociera.

Insieme alla Basilica di San Pietro la chiesa di Santa Maria della Rosa è un bellissimo esempio dell’architettura romanica in Italia. È stata anche la prima cattedrale di Tuscania e l’unica, per antico privilegio, ad avere un fonte battesimale ad immersione con vasca che ancora oggi è ben conservato.

Le origini dell’edificio risalgono all’VIII secolo, ma la chiesa fu quasi interamente ricostruita tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo per poi essere di nuovo completamente ristrutturata e assumere l’attuale forma a tre navate.


L’edificio è affiancato da una massiccia torre campanaria che svolgeva la duplice funzione di richiamo per i fedeli e avvistamento e difesa, considerata la posizione strategica, alla confluenza di numerose e frequentate strade, per Tarquinia, Viterbo, verso Roma via Vetralla e la zona vulcente attraverso la via Clodia.

La facciata della chiesa richiama quella di San Pietro con uno splendido rosone e una loggetta sottostante, ma non c’è il timpano a coronamento della parte centrale.

I tre portali con le relative lunette sono molto più rifiniti della consorella più grande. Il tufo, pietra locale di origine vulcanica, è l’elemento costruttivo dominante.

Il portale maggiore, quello centrale, è in marmo bianco. Presenta quattro colonnine per lato con capitelli corinzi sui quali poggiano le arcatelle che fanno da coronamento alla lunetta che presenta un altorilievo con Madonna con Bambino in trono, l’Agnello di Dio, il sacrificio di Isacco e la fuga in Egitto.

Ai lati del portale di ingresso sono inoltre scolpite le immagini di San Pietro e di San Paolo.

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